martedì 28 maggio 2013

UN CLASSICO AL MESE VAL BENE LA LETTURA DI "PETER PAN"






IL RACCONTO ED IL SIMBOLO

Il personaggio di Peter Pan è il risultato della fusione di due figure. Il nome stesso aiuta a individuarle: Pan è là divinità e Peter rappresenta alcuni bambini significativi nella di J. M. Barrie, l'autore.

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Secondo i greci Pan era figlio di Ermes e della ninfa Penelope, la quale lo rifiutò appena nato a causa del suo aspetto:  Pan aveva zampe caprine, corna sulla fronte, una lunga barba e  pelo in tutto il corpo. Questo rifiuto ritorna nel Peter Pan di Barrie anche se non è causato dalla fattezza del bambino ma dalla sua fuga.
Ermes fece crescere il figlio in Arcadia, in mezzo alla natura, stesso paesaggio in cui vive il Peter di Barrie. Qui si invaghì della ninfa Siringa che non lo ricambiava e che durante un inseguimento, ormai raggiunta da Pan si trasformò, grazie all’aiuto di Gea, in canne palustri. Mentre il fauno la abbracciava, uscì un lamento dalle canne che gli venne quindi l’idea di legarne insieme alcune di diverse lunghezze creando cosi una zampogna.
DIO PAN
 Il dio Pan si diverte a spaventare i viandanti emettendo voci strane e producendo rumori inaspettati: quindi da qui Barrie può aver preso l’idea che Peter fosse un abile imitatore di voci. Infine Pan era il protettore dei pastori ed era egli stesso un pastore, cosi come Peter è la guida dei Bimbi Sperduti.
Peter rappresenta innanzitutto il fratello di Barrie, David morto a quattordici anni in un incidente di pattinaggio sul ghiaccio e  Barrie stesso scrisse “Ho creato Peter Pan strofinandovi violentemente insieme, come fanno i selvaggi che producono una fiamma, da due stecchi. Questo è Peter Pan , la scintilla venuta da voi”


"L’Isolachenoncè è un’isola con meravigliose macchie di colore qua e là, e banchi di corallo, e vascelli pirati al largo, e selvagge tane solitarie, e gnomi che per lo più esercitano il mestiere di sarto, e caverne attraverso le quali scorre un fiume, e principi con sette fratelli maggiori, e una capanna che sta andando in rovina, e una vecchia signora straordinariamente piccola con il naso a becco”.

(James Matthew Barrie, “Peter Pan”, capitolo I, “Presentazione di Peter”). da  James Matthew Barrie, “Peter Pan”, Mondadori, Milano, 1996. Traduzione di Pina Ballario. Cronologia di Stefania Benini. Introduzione di Alison Lurie.


 



Si trattava di una fiaba triste, insomma, a differenza della percezione che ne abbiamo oggi. Barrie aveva deciso sin dal 1904 che i suoi personaggi sarebbero stati protagonisti di una storia  di sapore decadente, piena di allusioni inquietanti. L’abissale distanza tra l’idea di Peter che Barrie aveva in mente e quella percepita dal pubblico rappresenta l’aspetto più singolare e rivelatore della vicenda del bambino che non vuole crescere. Ricco di ombre e messaggero di morte nell'idea originaria di Barrie,  capobanda di un allegro e scanzonato gruppetto di coetanei che "giocattolano" con il mondo prima di tuffarsi nell’avventura dell’età adulta, secondo l’interpretazione  impostasi già a partire dall’epoca edoardiana e in seguito rafforzata dal cartone di Disney e dai film usciti da Hollywood.
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Dietro il Peter immaginato da Barrie c’erano soprattutto il ricordo di un fratello scomparso, appena quattordicenne, nel 1867 e le sue profonde frustrazioni matrimoniali. L’annegamento di David, sostengono i biografi, rappresentò il punto di svolta dell’esistenza dello scrittore scozzese che, in maniera più o meno consapevole, decise di farsi carico di quel terribile vuoto nel cuore della madre. E così perse l’infanzia, che in seguito diventò per lui un’età miracolosa. 
«Sono convinto che nulla di quanto ci accade dopo i dodici anni possa davvero avere molta importanza per noi», chiarì in seguito. Precisando, poi, in un breve testo autobiografico: «Il mio terrore di quel periodo era la consapevolezza che sarebbe purtroppo venuto un tempo in cui anch’io avrei dovuto rinunciare ai giochi e sarei caduto nel baratro della vita adulta». 

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Il grande successo ottenuto a Londra, prima come giornalista e poi come narratore, non bastò a fargli cambiare parere. Carattere ento solitario, Barrie cercava soprattutto la compagnia dei figli degli amici e quando decise di farsi una famiglia con l’attrice Mary Ansell l’impresa si rivelò un’unione, mai consumata, ed un divorzio che fece scandalo all’epoca per la notorietà di entrambi.
La trama di Peter Pan venne messa a punto durante lunghe chiacchierate con i ragazzi e le ragazze di casa Llwelyn Davies, conosciuti passeggiando nel parco di Kensington. La prima bozza è del 1901, poi nel 1904 andò in scena la commedia che rimase in cartellone a lungo in Gran Bretagna e negli Usa, quindi nel 1911 apparve il romanzo riproposto da varie case editrici. 
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 Leggendolo con attenzione è facile accorgersi che lo scrittore racconta una storia di bambini per parlare agli adulti, per rendere chiaro tutto il suo disprezzo verso il mondo a lui contemporaneo e delle regole che si era dato. Come già in Dickens, anche in Barrie l’alternativa offerta è la fuga dal reale attraverso la morte precoce. Solo chi riesce a sottrarsi alla vita, infatti, evita "contaminazioni, rimane puro e innocente per sempre, morire sarà un’avventura grandissima», ripete più volte Peter ai suoi amici. 
L’unica a cogliere senza incertezze il pericolo che rappresenta è la signora Darling, costretta a “riordinare le menti” dei suoi figli. Nel romanzo, dunque, solo la superficie della storia è lieta. Ma chi apprezzò  la storia all’inizio del Novecento  scelse di giudicarla soltanto uno scherzo preparato da un signore di mezza età che, garantiscono i biografi, conservò sempre l’aspetto di un tredicenne con un paio di baffi finti.


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