
NEL VISITARE BLOG CHE TRATTANO DI LIBRI E NON SOLO, TEMPO FA SONO ENTRATA IN UN SITO "FAVOLE A MERENDA"... OTTIMA PREMESSA !!!
MI SONO FATTA conquistare dalla ri-lettura di un classico tra i romanzi /romance (poi spiegherò le caratteristiche) e per questo VENERDI' DEL LIBRO, MI SONO RITUFFATA NELL' IMMAGINARIO CON "ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE"
“Life, what is it but a
dream?”
“La vita che cosa è, se
non un sogno?” afferma Lewis Carroll)
Della notissima vicenda di
Alice e del suo Paese delle Meraviglie in cui casualmente la
bambina finì, ne sappiamo tutti, oltre che al fatto che è un lungo racconto molto ricco di significati simbolici e di allegorie.

Ma si resta stupiti dalle molteplici chiavi d’interpretazione dalla satira
politica alla psicanalisi, alla psicopatologia, alla logica
matematica e a quella linguistica.
L’autore ecco presentarci subito nel suo lungo racconto l’amata protagonista, Alice, una
bambina di sette anni annoiata e stanca del primo caldo primaverile
che, mentre ascolta disattenta la lettura della sorella maggiore,
scorge nel prato un Coniglio Bianco col panciotto che borbotta fra sé
“E’ tardi, è tardi!”.

attraverso
cibi e bevande dai magici poteri, riesce con grandi difficoltà a
trovarsi al di là della porta, travolta dalle onde di un mare che
ella stessa alimenta con le sue copiose lacrime,
e nuovamente
coinvolta in altre esperienze del tutto bizzarre:
dal
girotondo degli animali sulla spiaggia,
al racconto
senza capo né coda del buffo topino, fino alle discussioni con gli
irascibili fiori parlanti e le storielle di Pinco Panco e Panco
Pinco.
L’incontro poi con il
saggio Bruco dalle mille domande e dai mille enigmi, rivelerà ad
Alice il segreto del fungo che le permetterà di ritrovare le sue
giuste proporzioni.

Attraverso le indicazioni
del Gatto di Cheshire, il cui sorriso sornione compare e scompare nel
cielo stellato, Alice, sempre alla ricerca del Coniglio Bianco,
assiste allo strano tè
della Lepre Marzolina e del Cappellaio Matto, ricevimento
paradossale in cui si festeggiano non-compleanni.
Dopo aver lasciato il
pazzo ricevimento, Alice trova la strada per il castello della
regina, dove incontra soldati di carte che, in onore della Regina di
Cuori, dipingono di rosso le rose che, per un terribile errore, erano
state piantate bianche.
La Regina si mostra subito
aggressiva ed invita Alice a giocare ad un confusionario croquet, con
fenicotteri come mazze e ricci come palle, da cui la Regina doveva
necessariamente uscire vincitrice.
La
storia si conclude con l’istituzione del processo contro Alice che,
però, tornata della sua normale statura e, con essa, ritrovata anche
la giusta misura della realtà, prende in mano la situazione con
maturità ed autocontrollo.
E’ proprio in quel
momento che Alice si risveglia tra le braccia della sorella
e, scoprendo che si è trattato solo di un sogno, si dirige a casa
per l'ora del tè.
CHI E' ALICE ...COSA
RAPPRESENTA
L’Alice di Carroll è
un personaggio realmente esistito: Alice Liddell, figlia del rettore del Christ Church College di Oxford (COINCIDENZE SUCCESSIVE...CON HARRY POTTER !!! Oxford e le sue sale di Hogwarts , gli interni di diversi
edifici accademici, la mensa di Hogwarts, Christ Church College, la libreria dove studiano Harry e Ron, la
Bodleian Library risalente al 1300, la grande scala in cima alla quale
la professoressa McGonagall incontra i ragazzi per il benvenuto nel primo film, Harry Potter e la pietra filosofale) che Carroll conobbe quando la bambina aveva
solo quattro anni.
Ma il personaggio del
racconto risente eccome della continua oscillazione/crisi della
sua identità, in opposizione costante, tra nome e pseudonimo,
crescere e decrescere, in una specie di disorientamento globale
nella dilatazione spazio temporale della realtà ( “meravigliosa”)
sotto terra.
Lo stesso nome Alice è
ambiguo: se di origine celtica, significa “di bell’aspetto”,
“bella”, se di origine greca, invece, derivando da
“Alessandro”, significa “che protegge, che salva”. Ma Alice è
un’eroina prima di tutto curiosa, dote assai atipica per la
letteratura ottocentesca di epoca vittoriana, perciò disposta ad
abbandonare le sue sicurezze per un viaggio nell’ignoto.
Ecco che il tratto di spontaneità intenerisce l’autore e oppone
Alice a molti degli altri personaggi-animali della storia che invece
mostrano alcune caratteristiche tipiche dell’Eros maschile, come il
Topo, simbolicamente l’animale impuro che vive anche nelle
fogne, nell’oscurità assoluta, che si ciba di spazzatura, che
resta così ai limiti del sociale e trascorre la sua esistenza
rodendo la propria coscienza.
Il
Coniglio Bianco rappresenta la figura dell’adulto, fortemente
ossessionato dal tempo, che subisce tutte le autorità, in special
modo femminili, dalla Duchessa alla Regina di Cuori. Il Cappellaio
Matto, pazzo già nella definizione, è invece un eroe del tutto
positivo e, pur essendo adulto, mantiene la forza dirompente del
bambino che combatte le imposizioni e i luoghi comuni e si ritrova
addirittura a sfidare il Tempo per capovolgerlo.
L'AUTORE ....notizie
Nato nel
1832, il diacono Charles Lutwidge Dodgson scrittore, matematico, fotografo e logico. Sin dall'infanzia si
diverte a inventare indovinelli, giochi di parole, enigmi matematici,
giochi di prestigio, rompicapi e giocattoli, lasciando intuire la sua
genialità fuori da comune. Studia a Rugby e a Oxford, nel Christ
Church College, dove rimane sino al 1881 come rettore di matematica
pura. Nonostante sia un matematico eccezionalmente dotato, la sua
carriera d'insegnante è mediocre. Nel 1856 Dodgson inizia a
interessarsi alla neonata fotografia, un
ripiego rispetto alla pittura, nella quale egli riteneva di essere
scarsamente dotato.
Nel 1865
pubblica “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”,
firmandosi con lo pseudonimo di Lewis Carroll, derivato da una
deformazione giocosa del suo vero nome. Nel
1872, grazie al successo ottenuto con la pubblicazione del primo
libro, ne scrive il seguito: “Al di là dello specchio”.
Risulta che fosse una persona insicura e solitaria, soffriva di balbuzie in
presenza di persone adulte, forse a causa dell'educazione
rigida impartitagli dal padre e della morte precoce della madre; si trovava a suo agio solamente con bambine per la loro ingenuità e la
loro capacità di stupirsi; sono numerosi infatti i giochi, le
filastrocche e i quesiti inventati appositamente per loro che amava fotografare. Da qui hanno origine i sospetti di
pedofilia, però mai accertati.
La stessa favola di
Alice nel Paese delle Meraviglie è dedicata proprio alla piccola Alice
Pleasance Liddell ed il libro si apre con una poesia in cui
l'autore narra di come Alice e le sue due sorelle, durante una gita
in barca sul Tamigi, l'abbiano pregato d'inventare una storia che poi
l'autore metterà per iscritto e pubblicherà nel 1865 con il titolo
di “Alice sottoterra”.
E' una storia
fantastica, in cui il paradosso delle situazioni descritte rivela per
assurdo aspetti del reale più profondi e informativi, che si colloca nell'ambito della menzogna. E ciò accade in un'epoca di
cambiamenti rapidi e decisivi, nell'Inghilterra vittoriana dellaseconda metà dell'Ottocento, nel pieno della seconda rivoluzione
industriale che, accanto all'idea del progresso e alla nuova
filosofia positivista, infonde un più profondo senso di decadenza
legato a una disintegrazione sociale e morale.


Per Carroll è necessario concepire l'esistenza umana in raccordo con i nuovi tempi del Novecento, ed è proprio per questo motivo che
Alice nel Paese delle Meraviglie, traducendo la relatività dell'
esistenza umana in un'assurda irrazionalità - in contrasto con la
logica formale voluta dalla tradizione - è potuto porsi come
un'allegoria capace di far riflettere proprio sulla modernizzazione
dell'umanità.Carroll sceglie poi un genere letterario
inusuale e nuovo per l'epoca per delineare meglio una
caricatura dell'età vittoriana ancora più graffiante.
Invece
di una rappresentazione chiara della realtà, egli delinea una
dimensione parallela e straniante, capovolge il pensiero logico, la
razionalità e la correttezza formale, e crea un mondo governato dal
paradosso, illogico, caotico: il genere letterario del Nonsense.
E'
un tipo di composizione di carattere fantastico, che presenta temi,
azioni, personaggi strani, surreali, al fine di divertire il lettore
mediante l'assurdo. Si basa interamente sull'equilibrio tra ordine e
caos: pur essendoci una correttezza formale nelle frasi, queste sono
sbilanciate da doppi significati e il più delle volte l'effetto
nonsense è ottenuto dall'eccesso di significati, e non dalla loro
assenza; come diceva Carroll “qualunque scrittore è pienamente
autorizzato a dare il significato che crede ad ogni parola o frase
che intende usare.” . La lingua è arbitraria, e se da un lato sta
la cosa in sé, dall'altra il suo nome, etra i due si apre un abisso incolmabile: il Paese delle Meraviglie come si afferma in Alice tra nonsense e realtà. La potenza creativa nella letteratura vittoriana
di Caterina Palaia
- Da questa mia approfondita ricerca, ho dedotto l'enorme importanza che il significante assume rispetto al significato nel racconto, a tal punto che nel terzo capitolo un topolino, raccontando le sue vicende, afferma: “La mia storia è una coda lunga e triste”, confondendo il concetto di storia, in inglese tale, con quello di coda, tail, a causa della loro omofonia. Così Alice, ascoltando la storia, si trova intenta a dare una forma alle parole mediante l'immaginazione.
Carroll sdoppia i concetti di significante e significato, di forma e
contenuto, collocandoli su piani paralleli, e fa in modo che il
fonema delle parole determini la loro forma grafica -in questo caso,
che la storia assuma l'aspetto di una coda.


Lewis
Carroll, non si affida mai alla pura fantasia, ma parte dalle
semplici parole, cogliendo alla lettera i suggerimenti che danno i
suoni delle parole, e tessendo intorno ad esse variazioni sempre più
vaste, sempre più assurde, da cui fa derivare un mondo intero; così.
Se i rami (in inglese “bow”) si pronunciano “bau”, nel Paese
delle Meraviglie abbaieranno, mentre i fiori sonnecchieranno
pigramente, poiché “aiuola” vale in inglese come “flowerbed”,
cioè “letto di fiori”.
Dunque,
sebbene Carroll faccia un uso esasperato del significante, apre la
strada ad un universo che noi sfioriamo involontariamente con l'uso
del linguaggio, quotidianamente, scivolando nel Paese delle
Meraviglie. Così facendo, lo scrittore libera il mondo delle
Meraviglie da ogni convenzione formale della sua epoca vittoriana
che, proprio come i significati, sono gabbie, forme con cui
l'uomo cerca invano di stabilire arbitrariamente un ordine al flusso
incessante della vita, cioè del significante: il contenuto nel Paesedelle Meraviglie si libera della forma ed è pronto ad assumere
qualsiasi aspetto dettato dall'immaginazione dell'autore e subito a
trasformarsi in qualcos'altro.
Non
a caso le pagine di Alice nel Paese delle Meraviglie rivelano giochi
di parole, indovinelli, e sillogismi, tutti frutto della mente
matematica dello scrittore e che ci ricordano di come il Nonsense in
realtà si avvale di una logica serrata:
- “Prendi dell'altro
tè” disse seria ad Alice la Lepre Marzolina.
“Veramente non l'ho
ancora preso.” rispose Alice; “Ragion per cui non posso prenderne
dell'altro.”
“Vuoi dire che non puoi
prenderne di meno.” disse il Cappellaio; “Se non si è avuto
niente non si può che prendere qualcosa”.
(Cap. VII)
- “Hai mai visto il
disegno di una moltitudine?”
“Davvero, ora che me lo
chiedi” disse Alice, molto confusa “io non penso...”
“Allora non parlare”
disse il Cappellaio.
(Cap. VII)
- “La regola è:
marmellata domani e marmellata ieri, ma mai marmellata oggi.”
“Ma ci sarà pure
marmellata oggi qualche volta!”, obiettò Alice.
“No, non è possibile”
disse la Regina. “La marmellata c'è negli altri giorni; e oggi non
è un altro giorno, sai?”
(Cap. V)
ALTRI TEMI E CONTESTI
NARRATIVI