martedì 30 settembre 2014

SECONDO APPUNTAMENTO CON LEGGERE L'ARTE, BOTTICELLI E LA NASCITA DI VENERE


SECONDO APPUNTAMENTO CON   LEGGERE L'ARTE, BOTTICELLI E LA NASCITA DI VENERE

Nascita di Venere - Sandro Botticelli
1482–1485 ca. - tempera su tela 72 × 278 cm
Galleria degli Uffizi, Firenze

... BOTTICELLI

Alessandro Filipepi (1445-1510), noto come Sandro Botticelli, fiorentino, pittore più legato all'ambiente intellettuale della corte di Lorenzo il Magnifico. Si formò come orafo e condusse  l'apprendistato nelle botteghe di Filippo Lippi e di Andrea del Verrocchio, dai quali ereditò i colori delicati e il dolce linearismo dei contorni, poi dal 1475 iniziò a lavorare autonomamente per i Medici, frequentandone la corte.
Per questo ambiente realizzò le pitture di favole, opere di soggetto molto colto, tra cui la Primavera, la Nascita di Venere e Venere e Marte, facenti  parte  di una serie di dipinti dedicati al mito di Venere, ispirati a opere di poeti classici come Ovidio e caratterizzati da  uno stile equilibrato ed elegante.

Leggere l'arte mediante MAPPE




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ANALISI  DEGLI IDEALI ARTISTICI...

Humanitas, gli aspetti spirituali e razionali dell'animo, e dell'amore sublime, nonché simbolo della purezza dell'anima.
Questi ideali sono resi mediante:
 colori perlacei dalle sfumature impalpabili, delicatissime, chiari, luminosi, trasparenti e freddi.
•  ombre  velate, trasparenti, appena percettibili
linearismo, soprattutto  nei profili netti delle figure, nell'incresparsi delle onde e nella sinuosità dei panneggi e dei capelli.
forme, perfette, purissime, idealizzate, soprattutto nel nudo centrale della Venere.
figure di Botticelli mostrano una bellezza molto particolare: sono fredde, perfette,  bellezza ideale fuori dalla realtà e dalla misura dei sensi, seguono l’estetica neoplatonica di Marsilio Ficino.
• Concentrazione sull'intento allegorico e filosofico e sul raggiungimento di una forma raffinata e astratta che lo manifestasse, Botticelli non si interessò mai veramente alla resa spaziale in senso prospettico e al volume delle figure, che perciò  appaiono evanescenti e quasi "ritagliate" su un fondale bidimensionale. L'artista  riesce a rendere la sostanza corporea con un minimo di materia, alleggerendo gli elementi plastici e giungendo alla massima purezza di forme senza smaterializzarle del tutto.

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  COME OTTIENE QUESTI EFFETTI...

...dando la massima autonomia possibile a tutti gli elementi della composizione. I colori sono irreali, le forme sono idealizzate e astratte, le linee si muovono liberamente, accrescono il dinamismo delle figure e le alleggeriscono,  senso di distacco, di allontanamento dei sensi, e nello stesso tempo di attrazione del gusto e dell’intelletto.
•  La tela era un supporto in quel tempo ancora poco diffuso e forse fu adottata per potere trasportare l'opera nella villa di Castello, di proprietà del committente di gran parte delle composizioni di Botticelli su Venere, cioè Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, cugino del Magnifico. La committenza potrebbe però anche essere stata motivata dalla nascita nel 1484, in un ramo della famiglia Medici, di Maria Margherita, al cui nome alluderebbero forse i fiori sul manto rosa e la conchiglia (margarita in latino significa "perla").
• Il quadro illustra un celebre passo delle Stanze del Poliziano, in cui Venere, su una conchiglia, nasce dal mare ed è spinta a riva dagli “Zefiri lascivi”. Botticelli rappresenta questi Zefiri lascivi come due amanti abbracciati, intrecciati insieme mentre arrivano in volo e soffiano, e fanno sbocciare le rose e i fiori, risvegliano la Natura (è un soffio fecondante). Da questo soffio (il soffio della passione), Venere, appena nata, è "mossa e ispirata". Dall’altra parte la Ora accorre con un manto fiorito (allusivo alla veste di erbe e fiori della Natura) per coprire Venere.
• Tra i significati simbolici c’è anche quello dell’unione dei contrari (i due amanti, il vento che scopre, la Ora che copre, ecc.), indice di perfezione divina, ravvisabile anche nella posa della Venere pudica, che esprime la doppia natura dell’amore: insieme sensuale e ideale, trasporto e perfezione. Ma rappresenta anche la doppia natura umana: corpo e anima, c’è anche una doppia corrispondenza tra il mito pagano della nascita di Venere dalla spuma del mare e il mito cristiano della nascita dell’anima dall’acqua del battesimo. Questo punto offre maggiore probabilità che si tratti di un quadro di battesimo, un dono per la nascita della piccola Margherita de’ Medici.
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Simonetta Vespucci, la modella di Botticelli

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La figura di Simonetta Vespucci è una delle meno conosciute. Il suo volto è stato reso immortale dal Botticelli, la sua bellezza cantata dal Magnifico,che le dedicò questi versi:

O chiara stella, che co’ raggi tuoi
togli alle tue vicine stelle il lume,
perché splendi assai più che ‘l tuo costume?
Perché con Phebo ancor contender vuoi?
Forse i belli occhi, quali ha tolti a noi
Morte crudel, che omai troppo presume,
accolti hai in te: adorna del lor lume,
il suo bel carro a Phebo chieder puoi.
O questa o nuova stella che tu sia,
che di splendor novello adorni il cielo,
chiamata essaudi, o nume, i voti nostri:
leva dello splendor tuo tanto via,
che agli occhi, che han d'eterno pianto zelo,
sanza altra offension lieta ti mostri.

E' stata cantata anche  dal Poliziano nel poema "Stanze per la Giostra"...
“ch'i' gli ho nel cor diritta una saetta dagli occhi della bella Simonetta” 

 ...ed immortalata dipinto di Piero di Cosimo, il Ritratto di Simonetta Vespucci, vestita come Cleopatra e con un aspide al collo...

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C’è una leggenda molto romantica che riguarda il dipinto “La nascita di Venere” di Sandro Botticelli. Simonetta Vespucci era ritenuta dai suoi contemporanei, secondo le cronache, la più bella donna vivente e di lei si innamorò Giuliano de’ Medici che, intorno al tardo Quattrocento,  governava Firenze insieme al fratello Lorenzo il Magnifico. Mentre Lorenzo era occupato nelle questioni  politiche della città, Giuliano si impegnava in competizioni cavalleresche per vincere l’affetto di Simonetta. Partecipò ad una giostra per vincere
e ad una giostra, la sua bandiera recava dipinto il ritratto su tela di Simonetta, dipinto dal Botticelli e che recava sul retro la dicitura “L’unica e sola”.
Tra i due scoccò la scintilla d’amore, che non avrebbe avuto futuro: Giuliano morì assassinato e la ragazza, di tisi.


VenereSimonetta giulianodemedici


PARTICOLARITA'

La Nascita di Venere è uno dei pochi dipinti pagani di Botticelli che non sono stati distrutti dalla Chiesa Cattolica


1 commento:

radacekzaiger ha detto...

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