"Il Profumo del Pane alla Lavanda" di Sarah
Addison Allen: l’incantesimo del giardino
UNA GIUSTA COMPAGNIA UNA BUONA MUSICA L'AROMA AGRO DOLCE DI UN BUON TABACCO...UN BEL LIBRO DA COMMENTARE |
Fra profumi,
colori, sapori e luci, Sarah
Addison Allen ci racconta la magia di una cittadina del Sud ( Bascom
North Carolina) , l’affetto e la
complicità fra due sorelle, che non erano mai state così vicine e invece si riscoprono
di nuovo più simili di quanto credessero; ci tratteggia personaggi reali all’interno di una favola, dove
tutto ruota intorno ad un melo del giardino, che come un oracolo rivela l’evento più
importante della vita di chi mangia i suoi frutti, e che, proprio come un
membro pur se invadente - della famiglia Waverley-, risolve
con la sua magia ogni problema e pone il lieto fine di questa storia che
oltrepassa i confini della fantasia.
"Perché le sotterri?"
"Perché nessuno possa mangiarle."
"Perché non vuoi che le mangino?"
Claire esitò. "Perché se mangi una mela di
quell'albero, vedrai quale sarà l'evento più importante della tua vita. Se si
tratta di un evento buono, di colpo saprai che qualsiasi altra cosa farai non
ti renderà altrettanto felice. E se è cattivo, dovrai vivere il resto della
vita con la consapevolezza che ti accadrà qualcosa di brutto. Nessuno dovrebbe
sapere certe cose."
Una
storia semplice raccontata con stile molto semplice, come deve
essere una fiaba. Il libro evoca odori,
immagini ricche di luce e di pietanze che verrebbe voglia di assaggiare, forse anche per testarne la magia ed il tutto
condito con tanto romanticismo
Il profumo del pane alla lavanda, è una storia d’esordio, non scritta come un
romanzo di magia. Sarebbe dovuta essere una semplice storia che trattava di due
sorelle che si ricongiungono dopo molti anni. Ma poi l’albero ha cominciato a
"scagliare le sue mele", e la storia ha preso vita per proprio conto… e la vitadell'autrice da allora non è più stata la stessa.
La famiglia
Waverley, con il suo giardino che sembra incantato ed il suo melo magico
"Generazioni di Waverley avevano coltivato il giardino.
In quella terra c'era la loro storia, ma anche il loro futuro. Qualcosa stava
per accadere, qualcosa che il giardino non era ancora pronto a rivelarle.
Avrebbe dovuto stare all'erta".
Le donne
Waverley sono sempre state conosciute a Bascom per i fiori del loro giardino,
cresciuti intorno a quel melo e le prelibatezze della loro cucina: in ogni
generazione c’è una donna che mantiene la tradizione con marmellate di lillà, menta e petali di rosa;
aceti di nasturzi e fiori di erba cipollina, ma soprattutto il vino al geranio rosa, che si dice
faccia ritrovare a chi lo beve la felicità e ricordare i bei tempi
andati.
"Tutti, da quelle parti, sapevano che le pietanze
preparate con i fiori che crescevano intorno al melo del giardino delle
Waverley avevano effetti curiosi su chi le consumava. I biscotti con la
marmellata di lillà, i dolci al tè di lavanda e le torte al tè con la maionese
di nasturzio che le Dame di Carità ordinavano per le riunioni mensili davano
loro il dono di mantenere i segreti. I boccioli di dente di leone fritti su
riso con petali di calendola, i fiori di zucca ripieni, la zuppa di bacche di
rosa assicuravano che gli amici notassero solo la bellezza della tua casa e
nessun difetto. Il burro al miele di agastache spalmato sui toast, le caramelle
di angelica e le tortine ricoperte di viole del pensiero cristallizzate
rendevano i bambini giudiziosi. Il vino di caprifoglio servito il Quattro
Luglio regalava l'abilità di vedere al buio. Il sapore balsamico della salsa
preparata con bulbi di giacinto donava malinconia e faceva ripensare al
passato, le insalate di cicoria e menta davano la certezza che qualcosa di
buono sarebbe accaduto, che poi accadesse oppure no".
IL GIARDINO INCANTATO |
EDIZIONE IN INGLESE |
ABSTRACT
Claire
Waverley, 34 anni, è la depositaria delle tradizioni di famiglia, abita sola a
Bascom da 10 anni, nella grande casa dal giardino fatato: ha trasformato le
conoscenze di famiglia, ha apportato
anche il suo contributo, in un’attività di catering di successo. L’unico
altro membro della famiglia Waverley rimasto in città, Evanelle Franklin, “una
cugina di secondo, terzo o quattordicesimo grado”, eccentrica vedova di settantanove anni, sempre
in giro per la città ad ammirare gli studenti che fanno jogging e a regalare oggetti stravaganti che non sa come e quando ma prima o poi quegli oggetti torneranno utili
a coloro ai quali sono stati donati. La tranquillità, la routine sicura della vita di Claire è messa in pericolo quando conosce il suo
nuovo vicino di casa Tyler Hughes, e quando all’ improvviso la sorella Sydney, dopo dieci anni di lontananza, si ripresenta a casa con la figlia Bay di cinque anni.
Sydney, dopo
dieci anni vissuti fra un compagno balordo e l’altro, furti e
lavori occasionali, torna a casa per dare a sua figlia la stabilità di cui necessità:
suo padre David è un uomo violento e
possessivo, ed ha già sventato un tentativo di fuga di Sydney. Claire però non
vorrebbe lasciar entrare nella sua vita nessuna novità:
"Il giardino le voleva dire che qualcosa stava cercando di intrufolarsi,
qualcosa dall'aspetto innocuo, ma che presto, se gliene fosse stata data
l'opportunità, avrebbe invaso tutto. (...) Il cuore di Claire cominciò a
battere furioso. Non le serviva niente oltre a ciò che già aveva. Nell'attimo
in cui avesse lasciato entrare qualcun altro nella sua vita, ne sarebbe stata
ferita".
IL GIARDINO...ANIMATO |
Le due
sorelle cominciano così una convivenza forzata: Claire non è mai stata
affezionata a Sydney, invidiosa forse di un’appartenenza a Bascom che lei ha
dovuto conquistare. Lorelei Waverley, la madre, è tornata infatti in
città solo per far nascere Sydney, quando Claire aveva sei anni,
abbandonando poi le due figlie alla nonna.
In sostanza Claire e
Sydney hanno vissuto in modo diverso l’abbandono della propria madre, pur
soffrendone entrambe.
Claire ha cercato di mettere radici nella casa e nella città della nonna, ritagliandosi il suo posto di famiglia Waverley.
Sydney invece, che all’abbandono della madre era una bambina di sei anni,
non ha sopportato di essere considerata da tutti ed in particolare dal ragazzo
che ama, una delle strane della famiglia Weaverley,
e così ha deciso di fare la stessa strada della madre e fuggire al compimento i
diciotto anni.
Ma Sydney si è riproposta di essere una madre migliore
per i propri figli, e sembra che ci riesca davvero con Bay.
La
sofferenza per l’abbandono della madre prima, di Sydney poi e per la morte
della nonna lo stesso anno della fuga della sorella, hanno spinto ad aòzare un muro fra se stessa e gli altri:
il timore di essere abbandonata un’altra volta la terrorizza. Così rifiuta
qualsiasi rapporto affettivo che possa causarle ancora l’angoscia
dell’abbandono. Anche Bay si rivela essere una vera Waverley: anche per sfuggire a questo destino Sydney non avrebbe mai voluto ritornare
a Bascom, ma non aveva altra scelta:
"Non
riesco a togliermi dalla testa che tutto è effimero, e ho paura della
transitorietà. Ho paura che le persone mi abbandonino." (...) Non poteva
concedersi quel piacere, perché altrimenti, quando fosse finita, avrebbe
trascorso il resto della vita sentendone la mancanza. Ne avrebbe sofferto. (...)
Sydney aveva barattato la sicurezza della piccola con
la possibilità di essere considerata normale.
La piccola ha in sé un pizzico di magia Waverley: sa istintivamente qual è
il posto giusto per ogni cosa.
Le impressioni
Fatelo e un pochino di magia potrebbe penetrarvi nel cuore e
non uscirvi più!
E’ quello che è capitato a me da quando ho iniziato a
leggere "Il profumo del pane alla lavanda": qualcosa di
magico, le prodigiose proprietà dei fiori e dei frutti, gli
aromi, i ricordi, i sorrisi ( della mia infanzia trascorsa in campagna con quei profumi, quegli aromi) mi hanno
tenuto per mano durante la lettura dei primi capitoli di questo libro fatato.
A me piacciono anche le storie che parlano di cucine e ricette, di
vite e intrecci che si svolgono attorno ad un focolare domestico. E mi affascina quando queste storie hanno risvolti magici e misteriosi: e se questa è la tendenza attuale di un
certo tipo di scrittura, non è da tutti avere il dono di riuscire a
dare ad una storia un sapore ‘particolare’ non banale, come non è facile
riuscire a tenere il lettore attento alla lettura del libro dall’inizio alla
fine.
Sarah Addison Allen l'autrice vi è riuscita, con la
storia della famiglia Waverley: e da quando ho aperto la prima pagina del
libro sono diventata parte del racconto, affascinata dalla sapiente
dote di Claire, coinvolta dalla vivacità di Sidney, incantata dalla
vecchia cugina Evanelle, intenerita dalla piccola Bay.
Una storia dolce e
delicata, che fa entrare in punta di piedi, nella vita di chi legge, un
mare di profumi e tantissimi ricordi…
L'INCANTESIMO |
Nessun commento:
Posta un commento