Il piacere di leggere Essere creativi
è dato anche da una scrittura che sa essere interessante e limpida, lineare, senza avere necessità di complesse
strutture linguistiche, perché è proprio vero che, parafrasando Munari, “la difficoltà sta nel rendere le cose semplici”.
Per migliorarsi, affrontare in modo
innovativo ogni situazione con efficienza.
L' elemento essenziale: la creatività (clicca e vai !!!). Convinto che
questa non sia una dote innata e che le idee non nascano per caso o per
ispirazione, Edward De Bono da oltre trent'anni insegna a far nascere
nuove idee. Il suo pensiero laterale è una "forma strutturata di creatività"(qui trovi creativa manualità e sèpiccata fantasia) da usare in modo sistematico anche u; una
tecnica che utilizza metodi basati sui meccanismi di percezione.
UN BLOG CONCRETO |
In un articolo sul Corriere della Sera lo storico Giuseppe Galasso affronta un problema complesso e carico di interrogativi.
Per Aristotele la mano è “l’organo degli organi”. Giordano Bruno afferma:"l’essere umano non possiede già l’intelletto attivo,
ma arriva ad ottenerlo proprio attraverso l’uso strumentale della mano".
Nel film di fantascienza " 2001 Odissea nello Spazio", l’ominide afferra l’osso per difendersi e da questo gesto ha inizio l’evoluzione che lo porta nello spazio.
H. Focillon "nell’elogio della mano” ribadisce: “le mani sono volti senza occhi e senza voci, ma vedenti e parlanti… Il fare e il pensiero passano attraverso la mano che è contemporaneamente un fare e un pensare, un organismo muto e cieco che tuttavia sa parlare e vedere con persuasione e acutezza”.
Nel film di fantascienza " 2001 Odissea nello Spazio", l’ominide afferra l’osso per difendersi e da questo gesto ha inizio l’evoluzione che lo porta nello spazio.
H. Focillon "nell’elogio della mano” ribadisce: “le mani sono volti senza occhi e senza voci, ma vedenti e parlanti… Il fare e il pensiero passano attraverso la mano che è contemporaneamente un fare e un pensare, un organismo muto e cieco che tuttavia sa parlare e vedere con persuasione e acutezza”.
Agli inizi della “rivoluzione industriale” l’uomo temeva di essere condannato alla disoccupazione e alla miseria dalle macchine. Questo non si è avverato, ma negli anni ’70 imprenditori e sindacati si resero conto che il lavoro alla “catena di montaggio” era alienante e improduttivo. La ripetitività dell’operazione portava alla perdita di interesse per il lavoro e ne risentiva la produttività.
Una diversa organizzazione, con un lavoratore più attivo, era più vantaggiosa anche sotto il profilo economico. Comunque la trasformazione dell’artigiano in operaio è diventata una perdita di sapienza e conoscenza.
Qualcosa del genere sta accadendo anche per la cultura. Se nell’industria la manualità si è ridotta a schiacciare bottoni, il computer ha trasformato lo scrivere in digitare.
Lettere scritte con la penna sono una rarità, Email e messaggi le hanno sostituite certo sono più rapidi e funzionali, ma meno personali.
Maria Montessori così si esprimeva sulla manualità: “quando l’uomo pensa, egli pensa e agisce con le mani. Dappertutto si trovano tracce della mano dell’uomo e attraverso queste tracce possiamo riconoscere lo spirito dell’uomo ed il pensiero del suo tempo. Grazie alle mani che hanno accompagnato l’intelligenza si è creata la civiltà”.
Perdere la manualità è privarsi di una parte dell’intelletto e della creatività.
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