Cinque aggettivi per descrivere " Mo te lo spiego a papà" da parte dell'autore Francesco Uccello
1. Checazz assaje che sarebbe una cosa tipo divertente o simpatico.
2. Leggero, ma di quella leggerezza che Calvino descrive nelle sue Lezioni Americane.
3. Profondo perché parla di sentimenti contrastanti, di cose che non ci dicono e di cose che abbiamo paura di dire ad alta voce.
4. Amoroso perché come descrivo nell'ultimo capitolo anche i papà amano.
5. Emozionante, ma di quelle emozioni che i genitori a volte faticano a ricordare e a osservare ogni giorno."
Il libro nasce dal blog omonimo, dove l’autore offre il punto di vista di un papà con grande senso dell’ironia. perché spesso succede di fronte a una domanda molto concreta o molto filosofica dei nostri bambini di rimanere senza parole e cadere nel panico perché non si sa cosa o come rispondere.
La trama:
Francesco di mestiere fa l’educatore, e di esperienza con bambini e ragazzi ne ha tanta, ma quando diventa papà di DA1 (il primogenito) e DA2 (il secondogenito, a soli sedici mesi di distanza) scopre che essere genitore è un lavoro completamente diverso ma meraviglioso, sfiancante, entusiasmante, e soprattutto a tempo pieno e orario continuato.
DA1 e DA2 sono vivacissimi , curiosi e bombardano i genitori di domande complicate, stravaganti, ridicole o profondissime su ogni argomento possibile. Mamma Stefania ha trovato una soluzione geniale: «Andate da papà, che ve lo spiega lui». E a Francesco si è armato di pazienza di una sana dose di ironia e si è preparato i a rispondere.
l’inconfondibile sense of humour napoletano, questo libro tenero e divertente ci fa entrare nella vita quotidiana di una famiglia Dopo
i racconti di tante mamme, finalmente arriva una voce maschile a
esporre la «versione del papà», rivelandoci che anche i padri amano in
modo «materno», e vivono intensamente tutte le emozioni e la
complessità del diventare genitori. Senza nascondere i pensieri
negativi, o i momenti di paura e debolezza, ma senza mai dimenticare i oggi, in cui tante mamme e tanti papà si possono risonoscere e magari troveranno qualche spunto per rispondere con il sorriso sulle labbra alle domande impossibili dei propri figli.
Francesco Uccello, laureato in lettere moderne ed esperto in comunicazione per ragazzi, si definisce un «educAutore». È educatore dal 1998 con la cooperativa sociale Terra e Libertà, che si occupa di infanzia e adolescenza a Napoli e in provincia, ed è autore del blog "Mo te lo spiego a papà".
Ama le immersioni subacquee, specie quelle tra i fondali della sua amata Ustica. Il suo animale preferito è il polpo. Vive a Napoli con la moglie Stefania e i loro due figli.
NEL LIBRO
PAPA’ Età: 40- Segni particolari: Bello, simpatico e intelligente. Capriccio tipico: vuole quella cosa o andare in quel posto. Meno male che MPS (Stefania) lo accontenta. La domanda più intelligente: Mi perdoni?
Soprannome: Chiattone per il fisico da sempre è un po’ robusto
Superpotere: Raccontare e conoscere il linguaggio dei bambini e ragazzi.
I BAMBINI
Nome: DA1 Età: 5 anni e mezzo. Segni particolari: Occhi attenti e profondi. Capriccio tipico: di qualsiasi tipo, con durata che va dai 35 ai 90 minuti, con ripetizione costante del motivo del capriccio. Gioco preferito: I Lego. Qualità: Sensibile, osservatore, preciso, servizievole. Insopportabile perché: logorroico, ansioso e poco affettuoso.Superpotere: Resistenza al sonno
Nome: DA2. Età: 4 anni e qualche mese. Segni particolari: gigante dal viso furbetto e il sorriso che inganna. Capriccio tipico: vuole il contrario di ciò che vuole il fratello. Gioco preferito: Rompere i Lego del fratello. Qualità: Affettuoso, premuroso, furbo. Insopportabile perché: Mammadipendente, bugiardo.
MAMMANome: MPS (Mia Principessa Stefania)- Età: mmmtto… e mezzo-. segni particolari: Bella. Capriccio tipico: È brava! Mania:crema per il corpo. Sport preferito: Dopo 3 addominali chiede se si vedono ... Il sogno nel cassetto: vacanza da sola in una beauty farm senza mai sentire la parola «Mamma»
1 commento:
In effetti sono sempre le mamme che parlano di questi argomenti e una voce maschile non è affatto fuori luogo. Ne prendo nota.
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