OGGI SIAMO PROPRIO AL TEMPO BREVE ...
La società
post-industriale, dopo l’ostentazione del lusso, tipica degli anni
del boom economico, ha inventato in tempi di crisi un nuovo
status-symbol del lusso: il tempo breve
Così titola questo saggio di Marco Niada, Il
tempo breve. Nell’era della frenesia: la fine della memoria e la
morte dell’attenzione (Garzanti, Milano 2010), giornalista
economico milanese, da anni residente a Londra, con un
libro che merita una riflessione.
Un interessante analisi di un giornalista
per ventisei anni de “Il Sole 24 ore”, che lascia la redazione nel
momento più acuto della crisi finanziaria del 2008.
Così sottotitola il libro:
“Nell’era della frenesia: la fine della memoria e la morte
dell’attenzione”.
Propongo questo saggio che mi è stato consigliato da Matteo. La sua analisi
parte da lontano: pur senza pretendere una certa scientificità, si passano in rassegna le prime clessidre ad acqua dei
greci, la scansione del tempo nelle città-stato sumere, le meridiane
dei Romani. Strumenti ancora imprecisi e che, in certe condizioni
(cielo coperto per l’uso delle
meridiane), diventavano inutilizzabili.
Quando si comincia allora
ad avere fretta? Suggerisce l'autore:
"Più di uno studioso fa coincidere questo passaggio
con il Medioevo e con il tempo della Chiesa, per la precisione.
Quando Benedetto da Norcia fonda nel VI sec. d.C. le prime comunità
monastiche incentrate sull’ora et labora e quindi sulla rigida
programmazione delle giornate, si dà il via a una disciplina del
tempo di stampo pre-moderno."
Per la prima volta i
monasteri diventano vere e proprie isole il cui tempo, si regola sui principi della preghiera: “comunità-orologio” le definisce qualche
storico. Il passaggio ulteriore avviene con
l’invenzione
dell’orologio meccanico tra la fine del XIII e l’inizio del XIV
sec., periodo della nascita della borghesia europea e
dell’intensificarsi dei traffici e delle attività quotidiane. Il
tempo del mercante diventa un tempo prezioso: le città tardo-
medievali, animate dalla
laboriosità di operai e artigiani, seguono i tempi dettati
dagli orologi delle torri dei palazzi comunali.
“Attorno alla metà
del XV secolo, tutte le grandi città possiedono mediamente
cinque-sei orologi pubblici ben visibili, collocati agli angoli
strategici dell’abitato come sentinelle poste a orvegliare lo
svolgimento ordinato della vita sociale”.
Chi controlla il palazzo
e suona le campane, comanda sulla città. Al tempo del mercante si
aggiungono, tra il XVI e il XVII sec., altre novità tecniche: le
lancette dei minuti, l’orologio tascabile e il pendolo. Il tempo
diventa così sempre più preciso, ma una notizia impiega sempre due settimane per
arrivare da Parigi a Venezia. La ricerca dell’efficienza è figlia
della rivoluzione agricola del XVIII sec. e di quella industriale del
XIX sec. Il boom dei commerci, il
moltiplicarsi delle vie e dei mezzi di trasporto fanno compiere il
grande balzo verso l’accelerazione del Tempo. Sarà tuttavia la
comparsa del treno a vapore, nella prima metà
dell’Ottocento, a segnare il vero punto di non-ritorno: i tempi di
percorrenza vengono abbattuti e la locomotiva assurge a simbolo
dell’accelerazione moderna. Ad ogni periodo il proprio tempo, a
rimarcarne la sua natura convenzionale.
PERCHE' CONSIGLIO QUESTO TESTO...
Ad ogni periodo il proprio
tempo per rimarcarne la sua natura convenzionale. A denotare il
nostro, ci sarebbero, secondo l’autore
" le more e le mele. Il
Blackberry, con la sua tastiera un po’ a arcuata a ricordare le
drupe delle more, e l’iPhone della Apple,
strumenti di un nuovo e inedito rapporto con lo spazio e con il
tempo: abolendo le distanze e garantendoci una forma di onnipotenza dovuta
all’ubiquità, i “telefonini intelligenti” ci lanciano verso
un’era di continua emergenza e connessione, in cui diventa sempre
più difficile distinguere ciò che è urgente da ciò che è
importante".
‘Gran parte del senso
che diamo alla vita dipende dal rapporto che abbiamo con il tempo’,
scrive nell’Introduzione Niada.
E conclude:
‘Non solo l’eccesso
di impegni non ci permette più di mantenere un reale controllo del
tempo, come facevano i monaci con lo scopo di avvicinarsi a Dio, ma
sempre più la catena infernale di impegni e scadenze inizia a farci
perdere il controllo di noi stessi, la nostra capacità di osservare
e di creare, confondendo continuamente ciò che è urgente con ciò
che è importante’ (pp. 10.11).
QUI SI POSSONO LEGGERE I CONTRIBUTI DEGLI scorsi Venerdi’ del libro.
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CHI PARTECIPA A QUESTO VENERDI' DEL LIBRO -
8 AGOSTO
homemademamma
http://www.homemademamma.com/2014/08/08/venerdi-del-libro-mal-di-pietre/
1 commento:
Al giorno d'oggi facciamo tutti una vita frenetica. Scandita. Una scelta interessante leggere un saggio sul tempo!
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