venerdì 5 settembre 2014

APPUNTAMENTO - RUBRICA "Porta un libro con te": un classico, Zola e "Roma".


 
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SETTEMBRE, "Porta un libro con te": 
un classico, Zola e "Roma". 
Autore: Émile Zola
Titolo: Romaedizioni Bordeaux, Roma, 2012

  INDICARE LA LETTURA DI UN CLASSICO VUOLE UNA PREMESSA...D'AUTORE

Il 28 giugno 1981, su l’Espresso, uscì un articolo di Italo Calvino: Italiani, vi esorto ai classici. In esso lo scrittore elencava dei punti a favore della lettura dei classici letterari cercando ANCHE di definirne la natura.

Il classico è nuovo che resta nuovo per sempre

 1. I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: "Sto rileggendo ..." e mai "Sto leggendo ..." 
2. Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli. 
3. I classici sono libri che esercitano un'influenza particolare sia quando s'impongono come indimenticabili, sia quando restano nella  memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale. 
4. D'un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima. 
5. D'un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura. 
6. Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
7. I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o più semplicemente nel linguaggio o nel costume). 
8. Un classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso.
9. I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.
10. CLassico é un libro che si configura come equivalente dell'universo, al pari degli antichi talismani.Un livre de chevet, un libro per la vita. 
 
"ROMA" DI E. ZOLA

E un libro per la vita puo' essere considerato quello che emerge dalle  penetranti pagine del diario tenuto da Émile Zola durante le cinque settimane trascorse a Roma nell’autunno del 1894. All'arrivo alla stazione Termini la mattina del 31 ottobre, il caposcuola del Naturalismo si immerse anima e corpo, benché avesse numerosi impegni ufficiali dovuti alla sua notorietà (tra cui un’udienza privata presso il re Umberto I e la regina Margherita), nel “paesaggio locale” della Città Eterna, cercando ispirazione per il suo nuovo attesissimo romanzo: "Roma". 
Questo materiale, secondo la sua abitudine, Zola lo reperisce  in sopralluoghi diretti nella città,   mentre cerca  di ottenere udienza dal papa, maldisposto verso di lui in particolare dal volume precedente  Trois villes, Lourdes, che, insieme a tutte le altre opere dell’autore, era stato appena messo all’Indice. 
Il Romanzo ROMA E'  un classico della letteratura europea e appartiene al ciclo delle Trois Villes, assieme a Lourdes e Parigi. Dagli anni Venti mai più pubblicato, ora di nuovo alla nostra attenzione con la  prefazione di Emanuele Trevi, autore nella cinquina dei finalisti del Premio Strega 2012 con Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie).
zione libro "Roma" di Emile Zola
E nella Prefazione scrive Trevi:"Roma rimane uno dei libri più ambiziosi ed enciclopedici dedicati alla nostra città. Zola volle scrivere un'opera capace di contenere in sé un'indagine sui misteri del Vaticano, una memorabile storia d'amore e morte, e addirittura un'affidabile guida turistica alla Roma antica e moderna, alla quale non manca una classica escursione fuori porta alla volta di Frascati».
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«Tante pagine […] quante basterebbero in tempi ordinari a costruire tre romanzi ordinari»:  afferma un Ugo Ojetti atterrito nella sua recensione a Rome, uscita a puntate parallelamente in Francia sul “Journal” e (in versione accorciata) in Italia sulla “Tribuna”
L'autore francese sta di nuovo interessando l'ambito culturale con una eccellente edizione dei principali romanzi di Zola curata da Pierluigi Pellini per i “Meridiani” Mondadori, evidenziando l’importanza di rivedere  l’autore con strumenti aggiornati. infatti si sente l'esigenza di  inoltrarsi in un’opera anche in Francia  dimenticata a lungo, miscellanea di registri ma  avvincente, anche se a  tratti stretta nella morsa dei cliché, più spesso aperta a un’acutissima visione della contemporaneità.


"ROMA"  inizia con l’arrivo nella capitale, nello stesso periodo della stesura, del protagonista, il giovane prete Pierre Froment, pronto a difendere una sua opera ispirata alle tesi del cattolicesimo sociale, La Rome nouvelle, sottoposta all’esame della Congregazione dell’Indice. Il giovane INVITA  la chiesa, diventata sostegno per ricchi e potenti, ad impegnarsi nella trasformazione sociale in atto, affinché siano  i più umili e calpestati a ricevere il suo impegno, e quindi a  Roma cercherà di opporsi alle decisioni della  Congregazione .



Da questo spunto prendono le mosse due vicende basate su una doppia sfibrante attesa: quella di Pierre che, ospite dei Boccanera, antica famiglia della nobiltà papalina, aspetta sia il giudizio della Congregazione sia un sospirato incontro, poi concessogli, con Leone XIII, il papa le cui encicliche sembravano aver incoraggiato il rinnovamento della Chiesa; e quella di una dei Boccanera, Benedetta, che spera nell’annullamento di un infelice matrimonio non consumato per poter sposare il cugino Dario, suo amore d’infanzia.
  
...vicende diverse, una dominata da tensioni concettuali, l’altra ricca  di amori, gelosie, colpi di pugnale e colpi di scena, ma tutte e due raccontate con dinamismo sia effettivo che psicologico. Gli stessi drammi di coscienza di Pierre non hanno sviluppo, il personaggio, che ha maggior consistenza,  è, più che protagonista, prospettiva dominante: ampio spazio a un ricco tessuto di scene, paesaggi e caratterizzazioni,  il vero protagonismo è lasciato alla città.

È un protagonismo che si snoda su livelli di differente spessore: rievocazioni della sua storia, riportata  a una secolare smania di dominio, appaiono  un po'  ridondanti; mentre le descrizioni del suo patrimonio monumentale e artistico sono spesso messe in confronto con i molti modelli dalle relazioni di viaggio dal Grand Tour a Madame Gervasais dei Goncourt;  invece le inquadrature della sua travagliata attualità amalgamano l’osservazione diretta con fonti disparate costituendo  il centro pulsante del racconto.


L’aspetto che MI HA COLPITO  in questo ROMANZO (ANALIZZATO  QUALE TESTO DI ESAME PER LETTERATURA FRANCESE COL PROF MACCHIA) risiede nel modo con cui Pierre scopre ed osserva in che stato si trova la Roma della fine dell’Ottocento, che lui visita ed esplora.
Mentre PRESO DALLA  malinconia contempla le rovine della Roma classica, sepolte dalla  polvere dei millenni, Pierre coglie una somiglianza tra la sua città, Parigi, e la Roma che visita come  giovane intellettuale. Infatti visitando i nuovi quartieri di Prati, incompleti e costruiti in previsione dell’arrivo di nuovi cittadini, scopre che il popolo vive a Roma in quel periodo  in condizioni di miseria e abbandono.
Lucidamente comprende che, mentre l’aristocrazia romana nera e bianca è avviata verso un declino ineluttabile, nell'Italia della fine dell’Ottocento non è ancora nata una borghesia illuminata, in grado di promuovere lo sviluppo dell'industria e del commercio.
Nei lunghi capitoli in cui Zola affronta il tema della questione sociale nella Francia ed Italia dell’Ottocento, segue una tendenza letteraria che è comune a tutta la poetica naturalistica, rivolta a rappresentare la situazione  economica e politica del tempo, in modo che sia fedele al vero ed alla realtà oggettiva.
Incontrando un patriota risorgimentale di FAMIGLIA nobile,  il nobile Orlando paralizzato su di una sedia e che abita in una casa in via XX Settembre, Pierre comprende la delusione dei patrioti che avevano lottato per arrivare all'unità nazionale e restituire Roma agli italiani, facendola diventare la capitale della nazione. Orlando gli confessa , preso dal  disincanto,  che dovrà trascorrere molto tempo prima che l’Italia possa divenire un Paese moderno ed Europeo.
ZOLA  RITRATTO DA MANET
In questa parte del ROMANZO colpisce la lucidità intellettuale di Zola con cui sono  indicate le cause storiche che spiegano sia che cosa sia stato il Risorgimento sia i motivi dell'arretratezza del nostro paese rispetto a quelli europei. 
Nella parte finale Pierre, dopo  sofferenze e delusioni, riuscirà ad avere l’incontro desiderato con il Papa, il quale lo convincerà a ritirare il suo libro.
Una volta uscito dal Vaticano,  volgendo lo sguardo al cielo nella notte tenebrosa, sopraffatto dal dolore, Pierre, che invano dinanzi al Papa aveva sostenuto la sua idea di una nuova religione, si chiede dove si sia nascosto Dio, che lui ha invocato invano, perché sulla terra regni la giustizia e trionfi il bene. 
L’amarezza irredimibile del quadro tracciato è confermata in chiavi opposte dal doppio finale: quello della storia di Pierre, la cui buonafede rimane  annientata da intrighi vaticani di routine, e quello a tinte forti della storia amorosa, casualmente inglobata in un fosco intrigo vaticano. 
Infine , il romanzo mette in risalto   la  pervicacia ma anche l’inabilità a fronteggiare il  nuovo stato di cose...come é sempre accaduti nella storie italiane
NEL SITO SOLO DE LIBROS, UNA INTERESSANTE ANALISI DEL ROMANZO
"Leggendo Roma SI HA L'OCCASIONE DI godere delle descrizioni  dei monumenti e la storia della città dei  Cesari di Roma capitale dell'Italia unita. Ma soprattutto, si tratta di un ottimo modo per scoprire l'origine della società moderna e i passi fatti  per raggiungere quegli obiettivi."


"Pierre sentit des larmes lui monter aux yeux, et d’un geste inconscient, sans s’apercevoir qu’il étonnait les maigres Anglais et les Allemands trapus, défilant sur la terrasse, il ouvrit les bras, il les tendit vers la Rome réelle, baignée d’un si beau soleil, qui s’étendait à ses pieds. Serait-elle douce à son rêve ? Allait-il comme il l’avait dit, trouver chez elle le remède à nos impatiences et à nos inquiétudes ? Le catholicisme pouvait-il se renouveler, revenir à l’esprit du christianisme primitif, être la religion de la démocratie, la foi que le monde moderne bouleversé, en danger de mort, attend pour s’apaiser et vivre ?" Cap. 22, p. 50

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