un classico, Zola e "Roma".
Autore: Émile Zola
INDICARE LA LETTURA DI UN CLASSICO VUOLE UNA PREMESSA...D'AUTORE
Il 28 giugno 1981, su l’Espresso, uscì un articolo di Italo Calvino: Italiani, vi esorto ai classici. In esso lo scrittore elencava dei punti a favore della lettura dei classici letterari cercando ANCHE di definirne la natura.
Il classico è nuovo che resta nuovo per sempre
1. I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: "Sto rileggendo ..." e mai "Sto leggendo ..."
2.
Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi
li ha letti e amati; ma una ricchezza non minore per chi
si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni
migliori per gustarli.
3.
I classici sono libri che esercitano un'influenza particolare sia
quando s'impongono come indimenticabili, sia quando restano nella memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o
individuale.
4. D'un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.
5. D'un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura.
6. Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
7.
I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia
delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia
che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato
(o più semplicemente nel linguaggio o nel costume).
8.
Un classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di
discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso.
9.
I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito
dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi,
inaspettati, inediti.
10. CLassico é un libro che si configura come equivalente dell'universo, al pari degli antichi talismani.Un livre de chevet, un libro per la vita.
"ROMA" DI E. ZOLA
E un libro per la vita puo' essere considerato quello che emerge dalle penetranti pagine del diario tenuto da Émile Zola durante le cinque settimane trascorse a Roma nell’autunno del 1894.
All'arrivo alla stazione Termini la mattina del 31 ottobre, il caposcuola
del Naturalismo si immerse anima e corpo, benché avesse numerosi impegni
ufficiali dovuti alla sua notorietà (tra cui un’udienza privata
presso il re Umberto I e la regina Margherita), nel “paesaggio locale”
della Città Eterna, cercando ispirazione per il suo nuovo attesissimo
romanzo: "Roma".
Questo
materiale, secondo la sua abitudine, Zola lo reperisce in sopralluoghi diretti
nella città, mentre cerca di ottenere udienza dal papa,
maldisposto verso di lui in particolare dal volume precedente
Trois villes, Lourdes, che, insieme a tutte le altre opere
dell’autore, era stato appena messo all’Indice.
Il Romanzo ROMA E' un
classico della letteratura europea e appartiene al ciclo delle Trois
Villes, assieme a Lourdes e Parigi. Dagli anni Venti mai
più pubblicato, ora di nuovo alla nostra attenzione con la prefazione di Emanuele
Trevi, autore nella cinquina dei finalisti del Premio Strega 2012 con
Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie).
E nella Prefazione scrive Trevi:"Roma rimane uno dei libri più ambiziosi ed enciclopedici dedicati alla
nostra città. Zola volle scrivere un'opera capace di
contenere in sé un'indagine sui misteri del Vaticano, una memorabile
storia d'amore e morte, e addirittura un'affidabile guida turistica alla
Roma antica e moderna, alla quale non manca una classica escursione
fuori porta alla volta di Frascati».
«Tante pagine […] quante basterebbero in tempi
ordinari a costruire tre romanzi ordinari»: afferma un Ugo
Ojetti atterrito nella sua recensione a Rome, uscita a puntate parallelamente in Francia sul “Journal”
e (in versione accorciata) in Italia sulla “Tribuna”.
L'autore francese sta di nuovo interessando l'ambito culturale con una eccellente edizione dei
principali romanzi di Zola curata da Pierluigi Pellini per i “Meridiani” Mondadori, evidenziando l’importanza di
rivedere l’autore con strumenti aggiornati. infatti si sente l'esigenza di inoltrarsi in un’opera anche in Francia dimenticata a
lungo, miscellanea di registri ma avvincente, anche se a tratti
stretta nella morsa dei cliché, più spesso aperta a un’acutissima
visione della contemporaneità.
"ROMA" inizia con l’arrivo nella capitale, nello stesso periodo della stesura, del protagonista, il giovane prete Pierre Froment,
pronto a difendere una sua opera ispirata alle tesi del
cattolicesimo sociale, La Rome nouvelle, sottoposta
all’esame della Congregazione dell’Indice. Il giovane INVITA la chiesa, diventata sostegno per ricchi e potenti, ad
impegnarsi nella trasformazione sociale in atto, affinché siano i più
umili e calpestati a ricevere il suo impegno, e quindi a Roma cercherà di opporsi alle decisioni della Congregazione .
Da questo spunto prendono le mosse due vicende basate su una doppia sfibrante attesa: quella di Pierre che, ospite dei Boccanera, antica famiglia della nobiltà papalina, aspetta sia il giudizio della Congregazione sia un sospirato incontro, poi concessogli, con Leone XIII, il papa le cui encicliche sembravano aver incoraggiato il rinnovamento della Chiesa; e quella di una dei Boccanera, Benedetta, che spera nell’annullamento di un infelice matrimonio non consumato per poter sposare il cugino Dario, suo amore d’infanzia.
Da questo spunto prendono le mosse due vicende basate su una doppia sfibrante attesa: quella di Pierre che, ospite dei Boccanera, antica famiglia della nobiltà papalina, aspetta sia il giudizio della Congregazione sia un sospirato incontro, poi concessogli, con Leone XIII, il papa le cui encicliche sembravano aver incoraggiato il rinnovamento della Chiesa; e quella di una dei Boccanera, Benedetta, che spera nell’annullamento di un infelice matrimonio non consumato per poter sposare il cugino Dario, suo amore d’infanzia.
...vicende diverse, una
dominata da tensioni concettuali, l’altra ricca di amori,
gelosie, colpi di pugnale e colpi di scena, ma tutte e due raccontate con dinamismo sia effettivo che psicologico. Gli stessi drammi
di coscienza di Pierre non hanno sviluppo, il personaggio, che ha
maggior consistenza, è, più che
protagonista, prospettiva dominante: ampio spazio a un ricco tessuto di scene, paesaggi e caratterizzazioni, il
vero protagonismo è lasciato alla città.
È un protagonismo che si snoda su livelli di
differente spessore: rievocazioni della sua storia, riportata a una secolare smania di dominio, appaiono un po' ridondanti; mentre le descrizioni del suo patrimonio monumentale
e artistico sono spesso messe in confronto con i molti modelli dalle relazioni di viaggio dal Grand Tour a Madame
Gervasais dei Goncourt; invece le inquadrature della sua
travagliata attualità amalgamano l’osservazione diretta con
fonti disparate costituendo il centro pulsante del racconto.
L’aspetto che MI HA COLPITO in questo ROMANZO (ANALIZZATO QUALE TESTO DI ESAME PER LETTERATURA FRANCESE COL PROF MACCHIA) risiede nel modo con
cui Pierre scopre ed osserva in che stato si trova la Roma della fine
dell’Ottocento, che lui visita ed esplora.
Mentre PRESO DALLA malinconia
contempla le rovine della Roma classica, sepolte
dalla polvere dei millenni, Pierre coglie una somiglianza tra la
sua città, Parigi, e la Roma che visita come giovane intellettuale. Infatti visitando i nuovi quartieri
di Prati, incompleti e costruiti in previsione
dell’arrivo di nuovi cittadini, scopre che il popolo
vive a Roma in quel periodo in condizioni di miseria e
abbandono.
Lucidamente comprende che, mentre
l’aristocrazia romana nera e bianca è avviata
verso un declino ineluttabile, nell'Italia della fine dell’Ottocento
non è ancora nata una borghesia illuminata, in grado di promuovere
lo sviluppo dell'industria e del commercio.
Nei lunghi capitoli in cui Zola
affronta il tema della questione sociale nella
Francia ed Italia dell’Ottocento, segue una
tendenza letteraria che è comune a tutta la poetica naturalistica,
rivolta a rappresentare la situazione economica e politica del
tempo, in modo che sia fedele al vero ed alla realtà
oggettiva.
Incontrando un patriota
risorgimentale di FAMIGLIA nobile, il nobile Orlando
paralizzato su di una sedia e che abita in una casa in via XX
Settembre, Pierre comprende la delusione dei patrioti che avevano
lottato per arrivare all'unità nazionale e restituire Roma agli
italiani, facendola diventare la capitale della nazione. Orlando gli
confessa , preso dal disincanto, che dovrà trascorrere molto tempo
prima che l’Italia possa divenire un Paese moderno ed Europeo.
ZOLA RITRATTO DA MANET |
Nella parte finale Pierre, dopo sofferenze e
delusioni, riuscirà ad avere l’incontro desiderato con il
Papa, il quale lo convincerà a ritirare il suo libro.
Una volta uscito dal Vaticano,
volgendo lo sguardo al cielo nella notte tenebrosa, sopraffatto dal
dolore, Pierre, che invano dinanzi al Papa aveva sostenuto la sua
idea di una nuova religione, si chiede dove si sia nascosto
Dio, che lui ha invocato invano, perché
sulla terra regni la giustizia e trionfi il bene.
L’amarezza irredimibile del quadro tracciato è
confermata in chiavi opposte dal doppio finale: quello della storia di Pierre, la cui buonafede rimane annientata
da intrighi vaticani di routine, e quello a tinte forti della storia
amorosa, casualmente inglobata in un fosco intrigo vaticano.
Infine , il romanzo mette in
risalto la pervicacia ma anche l’inabilità a
fronteggiare il nuovo stato di cose...come é sempre accaduti nella storie italiane
NEL SITO SOLO DE LIBROS, UNA INTERESSANTE ANALISI DEL ROMANZO
"Leggendo Roma SI HA L'OCCASIONE DI godere delle descrizioni dei monumenti e
la storia della città dei Cesari di Roma capitale dell'Italia unita. Ma soprattutto, si tratta di un ottimo modo per scoprire l'origine della società moderna e i passi fatti per raggiungere quegli obiettivi."
"Pierre sentit des larmes lui monter aux yeux, et d’un geste inconscient,
sans s’apercevoir qu’il étonnait les maigres Anglais et les Allemands
trapus, défilant sur la terrasse, il ouvrit les bras, il les tendit vers
la Rome réelle, baignée d’un si beau soleil, qui s’étendait à ses
pieds. Serait-elle douce à son rêve ? Allait-il comme il l’avait dit,
trouver chez elle le remède à nos impatiences et à nos inquiétudes ? Le
catholicisme pouvait-il se renouveler, revenir à l’esprit du
christianisme primitif, être la religion de la démocratie, la foi que le
monde moderne bouleversé, en danger de mort, attend pour s’apaiser et
vivre ?" Cap. 22, p. 50
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