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BUZZATI - STORIE DISEGNATE E DIPINTE
"Il fatto è questo: io mi trovo vittima di un crudele equivoco. Sono
un pittore il quale, per hobby, durante un periodo alquanto prolungato,
ha fatto anche lo scrittore e il giornalista. Il mondo invece crede che
sia viceversa e le mie pitture quindi non le “può” prendere sul serio.
La pittura per me non è un hobby, ma il mestiere; hobby per me è
scrivere. Ma dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa.
Che dipinga o che scriva, io perseguo il medesimo scopo, che è quello di
raccontare delle storie. Intervista a Dino Buzzati, 1967
Dino Buzzati è stato giornalista, scrittore, pittore, certo, e per
queste attività è ricordato come uno dei grandi del Novecento italiano, il suo Genio ha potuto trovare sfogo anche in ambiti creativi
all'apparenza secondari, ma che , con la sua lungimirante
intelligenza, ha saputo interpretare e nobilitare: illustrazione e fumetto.
Lo sperimentalismo di Buzzati e il suo amore incondizionato per la scrittura e per il disegno lo portano ben presto a creare racconti fatti di testi e immagini. Il primo esempio è la favola de La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1945), che egli scrive e soprattutto illustra con tavole a colori di grande forza espressiva, cosparse di personaggi e di architetture surreali. Le illustrazioni sono volutamente infantili (la bozza iniziale del racconto disegnato era stata concepita da Buzzati per le sue due nipotine) e si perfezionano con una prima pubblicazione a puntate sulle pagine del "Corriere dei Piccoli" (che in quell'anno, corretto per filo-fascismo in quanto supplemento del "Corriere della Sera, col nuovo nome di "Giornale dei Piccoli").
Lo sperimentalismo di Buzzati e il suo amore incondizionato per la scrittura e per il disegno lo portano ben presto a creare racconti fatti di testi e immagini. Il primo esempio è la favola de La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1945), che egli scrive e soprattutto illustra con tavole a colori di grande forza espressiva, cosparse di personaggi e di architetture surreali. Le illustrazioni sono volutamente infantili (la bozza iniziale del racconto disegnato era stata concepita da Buzzati per le sue due nipotine) e si perfezionano con una prima pubblicazione a puntate sulle pagine del "Corriere dei Piccoli" (che in quell'anno, corretto per filo-fascismo in quanto supplemento del "Corriere della Sera, col nuovo nome di "Giornale dei Piccoli").
EDIZIONE MONDADORI CON ILLUSTRAZIONI |
“NEL TEMPO DEI TEMPI
QUANDO LE BESTIE ERANO BUONE E GLI UOMINI EMPI...”
SPUNTI PER UN LABORATORIO
A suo tempo, nell'ambito del Laboratorio di Lettura e Scrittura Creativa, insieme ai colleghi di altre discipline (Arte, Tecnologia, Lingua 2) perfezionai , per dei giovani sudenti miei alunni riuniti in classi parallele, la possibilità di vivere l' esperienza di
un ' immersione del corpo e della mente nell' atmosfera epica e
avventurosa, fantastica e fiabesca di un capolavoro poco conosciuto della
Letteratura dell' infanzia del Novecento, “La famosa invasione
degli orsi in Sicilia” di Dino Buzzati, artista
poliedrico, giornalista e pittore.
Il percorso si è snodato intorno alla lettura integrale dell' opera, con esperienze ed
attività legate all' ascolto, alla lettura guidata e ad alta voce,
all' analisi in gruppo del testo che è stato esaminato e indagato da
vari punti di vista (senza però mai rompere l' incanto del
coinvolgimento narrativo): la fantasia, l' umorismo, la narrazione orale in prosa
e in versi nello stile della ballata popolare, le emozioni e i colpi
di scena, l' epica avventurosa, l' etica contrastante tra il mondo
degli uomini e quello degli orsi, lo spazio e il tempo sospesi tra
realtà e mito.
In particolar modo tutti noi Docenti abbiamo posto l' attenzione sulle
caratteristiche linguistico-letterarie del testo e alla sua tipologia
in relazione allo studio di vari generi letterari ai quali esso si
richiama: la fiaba, la favola classica, l' apologo, la ballata
popolare e il racconto fantastico.
Tra le attività, oltre
alle fantasie guidate per l' ascolto e la comprensione, si è proposta la redazione di testi particolari, lirico-espressivi, di fantasia e/o
di riflessione, indirizzati, per esempio, ai protagonisti del
racconto fantastico; inoltre si sono svolte letture animate di gruppo, con performance di tipo teatrale e con la realizzazione di
dipinti e di disegni di vario genere, ispirati anche ai dipinti
dell' autore che corredano il testo dell' opera. Tutto ciò sulla
base dell' estro e della fantasia inventiva ed espressiva dei ragazzi.
Le attività espressive
non hanno escluso affatto la discussione ragionata e riflessiva su
temi e contenuti, completando l' attività di studio in piccolo e
in grande gruppo in modo da acquisire precise conoscenze in ambito
linguistico-letterario e nell' arte didattica
della lettura e del racconto per adolescenti.
Scopo non secondario del
laboratorio è stato infatti quello di recuperare il
piacere e l'incanto della fantasia e della fiaba e il ricordo di
vissuti infantili ad essi correlati
RIFLESSIONI SULLA SCELTA DEL TESTO DI BUZZATI
Buzzati:
il fantastico e l’infanzia come ‘orizzonti’
La critica letteraria Mara
Formenti scrive: «ancor prima come protagonista, l’infanzia è
presente nell’opera di Buzzati come orizzonte, categoria essenziale
cui si riallacciano una certa visione del mondo e un certo modo di
approccio alle cose»
- M. Formenti,
L’infanzia nell’universo buzzatiano, in «Studi buzzatiani », 1,
1996, p. 45. Cfr. anche G. Bosetti, Dino Buzzati et l’enfance
mythopoiétique, in «Cahiers Dino Buzzati», 6, 1985, pp. 165-180
Infatti, benché Dino
Buzzati fosse prima di tutto giornalista e
si rivolgesse, coi suoi scritti e romanzi, prevalentemente ad un
lettore adulto, tutta la sua produzione letteraria, la sua poetica
sembra rivolgere all’infanzia un costante occhio di riguardo. Lo
stesso occhio che più volte indossa la lente del fantastico e
del meraviglioso per accostarsi al reale, riscriverlo,
reinterpretarlo. Una seconda "incursione" nel
mondo dell’infanzia avviene nel 1945. Buzzati è al «Corriere
della Sera» da ormai diciassette anni quando l’amico e collega
Radius, all’epoca direttore del «Corriere dei Piccoli», gli
chiede di scrivere una favola per ragazzi. Stavolta Buzzati può dare
libera espressione a parole e immagini, come da sempre gli è
consueto e naturale:il primo romanzo,
Bàrnabo delle montagne (1933)- (Bàrnabo delle montagne (1933) D.
Buzzati, Bàrnabo delle montagne, Milano-Roma,
Treves-Treccani-Tumminelli, 1933)
già conteneva piccole figure,
come dei capilettera, che l’editore Treves aveva rifiutato nel
timore di ‘svilire’ l’opera, destinata a un pubblico adulto. Nasce così dai disegni a matita
realizzati per allietare le nipotine, la storia che poi diverrà La
famosa invasione degli orsi in Sicilia
Così...:
"Ecco la storia dei
miei orsi. Tanti anni fa, ogni mercoledì, la famiglia di mia sorella
veniva a pranzo in casa nostra, cioè della mamma e di noi tre
fratelli. Siccome io mi sono sempre divertito a disegnare, una di
quelle sere, le nipotine Pupa e Lalla, che avranno avuto
undici-dodici anni, mi hanno chiesto:«Zio Dino, perché non ci fai
un bel disegno?».
Allora ho preso le matite colorate e, chissà
perché, mi sono messo a fare una battaglia di orsi e soldati, in un
paesaggio di neve. Il disegno, fatto in pochi minuti, era abbastanza
rozzo, ma piacque alle mie nipotine.
Il mercoledì dopo, naturalmente:
«Zio Dino, perché non ci fai un altro disegno?». E allora ho
immaginato che gli orsi della settimana prima avessero vinto la
battaglia e fossero entrati nella città di un sultano, o arciduca, o
tiranno che fosse. E ho fatto la scena del re degli orsi che entrava
nella camera da letto del satrapo, che balzava sbalordito dalle
coperte. Dopodiché, ogni settimana era un nuovo disegno. In tutto
saranno stati sette otto, fin che le nipotine pensarono ad altro e la
storia rimase lì.
Passarono gli anni e
proprio nell’ultimo anno di guerra, Emilio Radius, che dirigeva
allora il «Corriere dei Piccoli» mi disse: «Perché non mi scrivi
una storia per bambini coi disegni relativi? Dovresti saperci fare,
io penso». La proposta mi piacque, ma scrivere per bambini è molto
più difficile che scrivere per i grandi, i quali più o meno si sa
come la pensano"
- D. Buzzati in
M.T. Ferrari (a cura di), Buzzati racconta. Storie disegnate e
dipinte, Milano, Electa, 2006, p. 53. Dell’episodio, Buzzati
racconta anche in Y. Panafieu, Dino Buzzati, un autoritratto, Milano,
Mondadori, 1973
Il giornalista
d’esperienza, già corrispondente di guerra e autore de Il deserto
dei Tartari (1940), non sottovaluta
affatto l’incarico: sa che parlare ai piccoli non è semplice né
scontato, che il loro immaginario ha piena dignità e bisogno di
essere adeguatamente nutrito e stupito. Allora inventa la storia
degli orsi guerrieri che scendono a valle per conquistare il mondo
degli uomini. Dal gennaio all’aprile la favola esce a puntate,
diversa
rispetto all’opera che
oggi conosciamo e che vide la luce per Rizzoli, illustrata
dall’autore, nel dicembre ’45, con grande consenso di pubblico,
fino a diventare un classico della letteratura per l’infanzia del
Novecento.
La storia si conclude, infatti, con l’invito del re degli orsi
Leonzio, ormai morente dopo una strenua lotta con il Serpenton dei
mari, a tornare al regno di natura, lontano dalla
corruzione della città:
"Lasciate questa città
dove avete trovato la ricchezza, ma non la pace dell’animo. [...]
Gettate i cannoni, i fucili e tutte le altre diavolerie che gli
uomini vi hanno insegnato. Tornate quelli che eravate prima. Come si
viveva felici in quelle erme spelonche aperte ai venti, altro che in
questi malinconici palazzi pieni di scarafaggi e di polvere!"
- Il racconto esce in undici
puntate, dal 7 gennaio al 29 aprile, sul «Corriere dei Piccoli» e
si compone di due parti: La famosa invasione degli orsi e Vecchi
orsi addio! (quest’ultima rimasta incompleta a causa
dell’interruzione delle pubblicazioni del giornalino). Nel dicembre
del 1945 il romanzo esce per Rizzoli con notevoli modifiche: al posto
del Granducato di Maremma c’è quello di Sicilia, vengono aggiunte
le filastrocche, la versione risulta più ironica, meno cupa. Una
successiva ristampa è presso Aldo Martello (Vicenza, 1958): AlbertoMondadori,
alle insistenze dell’autore, risponde che gli «orsi mogi mogi »
lo commuovono, ma di fatto l’editore pubblicherà il romanzo solo
nel 1977 nella collana «Varia». Seguiranno numerosissime edizioni.
Cfr. L. Cavalmoretti, Le edizioni scolastiche dei titoli buzzatiani:
primi studi , in «Studi buzzatiani», n. 15, 2010, pp. 27-35.
- Cfr. D. Buzzati, La famosa invasione
degli orsi in Sicilia (1945), Milano, Mondadori, 2013, p. 19
- Cfr.
Ibidem, pp. 76 e 94.
Ibidem, p.
110.
L’ottica del mondo
animale, com’era avvenuto anche con La fattoria degli animali di
Orwell, uscito in Italia due anni dopo La famosa invasione, offre l'opportunità di una prospettiva rovesciata, capace di
mettere a nudo le contraddizioni di una società e di un’epoca:
come nella tradizione favolistica, gli animali antropomorfi invitano
alla riflessione sui comportamenti umani, senza perdere, nel caso di
Buzzati, i toni leggeri dell’ironia. Secondo Francesca Lazzarato,
che al romanzo per ragazzi dello scrittore bellunese ha dedicato studi e riflessioni, tuttavia " le collusioni del testo con la
drammatica realtà di quegli anni non sono l’aspetto prioritario di
un’opera che si pone come «uno dei più bei libri per l’infanzia
che siano mai stati scritti nel nostro paese»: a impreziosire
il racconto sono l’atmosfera fantastica, gli scenari tipici delle favole dei Grimm, le
categorie della fiaba (viaggio, prova, animali parlanti, premio),
tutti elementi che stabiliscono – come ha evidenziato Albertazzi
nell’introduzione a un’edizione per la scuola media – «un
ideale ‘ponte’ fra le fiabe e la letteratura fantastica»
- F. Lazzarato, Un libro
per tutti, postfazione a D. Buzzati, La famosa invasione degli orsi
in Sicilia, Milano, Mondadori, 2000, p. 151. Anche Bianca Pitzorno
aveva dichiarato: «il più bel libro per l’infanzia scritto in
Italia dopo Il giornalino di Gian Burrasca», in R. Denti, B.
Pitzorno, D. Ziliotto, 100 libri per navigare nel mare della
letteratura per ragazzi, Milano, Salani, 1999, p. 34.
- F. Albertazzi,
Introduzione a D. Buzzati, La famosa invasione degli orsi in Sicilia,
Milano, Mondadori, 1977, p. XII
Ma ai
fini della mia lunga riflessione, è interessante sottolineare il complesso sistema
linguistico-narrativo che costituisce un precedente particolare
nella letteratura per l’infanzia- adolescenza, come sottolinea
anche Denti:
«Buzzati e Munari, senza conoscersi, hanno iniziato la
letteratura per l’infanzia e per i ragazzi con la fine della II
Guerra Mondiale, un modo nuovo e diverso di rivolgersi a lettori in
grado di affrontare testi e immagini decisamente innovativi»
G. Vitali, R. Denti, I
precedenti: panoramica editoriale dal Dopoguerra al 1987, in Hamelin
Associazione Culturale (a cura di), Contare le stelle. Venti anni di
letteratura per ragazzi, Bologna, Clueb, 2007, p. 21. Cfr. anche
Hamelin (a cura di),I libri per ragazzi che hanno fatto l’Italia,
Bologna, Hamelin Associazione Culturale, 2011, p. 95.
Aperto alla contaminazione tra generi (fiaba, favola, poesia e
prosa, cronaca giornalistica), alla commistione di diversi codici
narrativi (verbale, iconico, musicale: fu anche librettista per
Chailly), all’incrocio di registri (alto, basso, colto, popolare) e
alla plurivocità (come poi vedremo bene nelle storie dipinte
), ne La famosa invasione degli orsi in Sicilia Buzzati dà prova
di non legarsi a ‘caselle’ e ‘classificazioni’: in una
cornice che sa di teatro tanto che la descrizione iniziale di
ciascun personaggio e delle scene, sembra preludere ad una
sceneggiatura),egli miscela filastrocche
e ballate, immagini e parole, con l’uso dell’icono-testo, non semplice didascalia: ha un suo stile che aggiunge,
arricchisce, narra qualcosa di più. Le immagini stesse non rappresentano il tradizionale corredo al testo verbale: lo potenziano, lo
dilatano. L’effetto prodotto è efficacissimo e ludico,
estremamente attuale, tanto da anticipare - se posso azzardare- un
moderno ipertesto, soprattutto se guardiamo a questo (quasi) unicum
di Buzzati in correlazione ai numerosi racconti fantastici e alle
storie dipinte, ricche di motivi e personaggi favolosi che
ritornano e si ripropongono nell’intera sua
produzione
Alla luce di quanto
detto, l’incursione di Buzzati nella narrativa per l’infanzia è
da considerare casuale? Senz’altro in linea con la
poetica e l’immaginario dell’autore stesso e avvalora una modalità che restituisce dignità alla letteratura infantile stessa, lo stesso
atteggiamento che hanno avuto Rodari e Calvino. Come nota Fracassa , che agli sconfinamenti nella letteratura
giovanile di scrittori ‘per grandi’ ha dedicato una ricerca,
Buzzati è un autore propenso
alla sperimentazione e dedito al favolistico: ciò
stabilisce l’individuazione di un lettore ideale «a un tempo
bambino e adulto», Buzzati è vivo perché continua ad
essere termine di confronto, anzi di colloquio necessario, anche
oggi»
U. Fracassa,
Dino Buzzati. L’iniziazione negata, in U. Fracassa, Sconfinamenti
d’autore. Episodi di letteratura giovanile tra gli scrittori
italiani contemporanei, Pisa, Giardini, 2002, p. 45
....oggi, più che mai, in tempi di
egemonia delle immagini, quando occorre educare al senso estetico,
insegnare a distinguere l’illustrazione di qualità, leggere
consapevolmente le figure.
... SU FB IL GRUPPO
«Dunque ascoltiamo senza batter ciglia La famosa invasione degli orsi in Sicilia»
3 commenti:
devo tornare a leggerti con calma per finire il tuo lungo post, però Buzzati è nelle prossime letture (e visioni) insieme a mia figlia, magari tornerò a prendere spunto da quanto hai generosamente condiviso. Ciao!
Che combinazione, quest'anno lo propongo come primo testo per le Giovani Marmotte, a scuola. Che buffa sincronia!
...caspita... un post più che completo!!!
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