Simo vi racconta un libro:"Ho avuto notizia di questa originale edizione da un'amica dell'amica Floriana ed ora voglio condividerlo con chi segue questo blog.
Costanza Miriano,
giornalista cattolica e con famiglia numerosa, nel suo secondo
libro, Sposala e muori per lei (Sonzogno), uscito da poco, ci dice:”
Vuoi un rapporto che funzioni? Dimentica senza rimpianti di avere corde vocali.
Se una donna vuole che un concetto arrivi alla testa, al cuore di un esemplare
maschile della specie al fine d’influenzarne anche minimamente la condotta, le
parole non solo non bastano, ma a volte possono anche essere controproducenti».
Seconda regola: non cercare di cambiarlo: «Aiutare l’uomo a migliorarsi ci
sembra automaticamente rientrare nei nostri doveri base, tipo rispettare i
semafori, medicare ginocchia sbucciate con cerotti a fiori, mettere la base
satinante prima del fondotinta. Ma la modalità mamma ci rende insopportabili».
ROMA, 7 dicembre 2012 per ZENIT.org, la recensione- intervista
La prima cosa che salta
agli occhi a guardare donne e uomini, è che esistono. E già è
una notizia, in questa epoca di annunci definitivi: fine degli
uomini, fine della distinzione tra i sessi, fine del lavoro e varie altre
fini ...
Uomini e donne lì rimarranno perché a
loro è affidata la sopravvivenza della specie umana. Rimarranno, uomini e
donne, con la loro irriducibilità, che ci rende profondamente
incompleti e alla ricerca gli uni delle altre.
Quello che manca, semmai – a parte il tempo, il parcheggio e la coca
light , sempre introvabili – sono uomini e donne adulti, capaci di giocarsi la vita seriamente. In questo c’è
parità indiscutibile.
Difficile trovare uomini e donne che non siano eterni
adolescenti che credono di avere sempre davanti a sé un bivio, quando tante volte tocca solo
stare al chiodo, a rispondere a chi ci ha tirato quella palla...
Una vita che dobbiamo imparare a spendere tutta, in modo profondamente diverso, maschile e femminile.
Con il libro Sposati e sii sottomessa afferma l'autrice, " ho cercato di diffondere tra le
mie amiche quello che ricordo per prima a me stessa (mio marito dice
sempre che la vorrebbe conoscere, quella meravigliosa autrice del
libro), e cioè che lo specifico della donna è l’accoglienza, la capacità
di smussare e mediare, di stare sotto, “con l’intuizione – come scrive
Joseph Ratzinger – che il meglio della sua vita è fatto di attività
orientate al risveglio dell’altro, alla sua crescita, alla sua
protezione”.
Riguardo all’uomo, il suo speciale modo di perdere la vita è morire
prendendo su di sé i colpi, a scudo di quelli che gli sono consegnati. A
volte morire tutto insieme, il più delle volte a fettine, a briciole
anche. “Sposala e muori per lei” voleva dire questo agli uomini, ai
mariti delle spose sottomesse.
Volevo scrivere un libro che dicesse agli uomini come li vogliamo.
Nobili, pronti a dare la vita, generosi ed eroici. Ho fissato a lungo lo
schermo del computer, trascorrendo notti insonni (anche grazie
all’aiuto di pocket coffee e pane e salame), cercando di trovare uno
straccio di ispirazione. Poi ho guardato mio marito. Siamo onesti. Ha
mai fatto qualcosa per una predica che gli abbia fatto io? Ma direi di
più, l’ha mai ascoltata una delle mie prediche? Alla fine quindi ho
scritto un libro diverso (anche se il titolo è rimasto quello che avevo
pensato all’inizio).
Noi donne quasi sempre questi uomini li vogliamo correggere,
plasmare, formattare: “mi vai abbastanza bene, ti prendo, poi però ti
miglioro io”. Credo che non ci sia niente che dia più fastidio all’uomo
che sentire la sua libertà costretta e minacciata.
Se c’è un modo per invitarlo all’eroismo che tanto desideriamo da
lui, è solo lasciandoci inseguire con la nostra bellezza, senza parlare
troppo, chiedere, rimbrottare, dirigere e correggere, ma aprendogli la
strada con l’esempio, “risvegliandolo”, come dice il Papa, con la
bellezza più sontuosa di cui i nostri gesti siano capaci. Solo così
potremo chiedergli, mutamente, di essere autorevole, coraggioso, onesto,
leale, generoso.
È la generosità, infatti, il tasto debole dell’uomo, è per questo che
san Paolo lo invita a morire, mentre la donna deve lavorare sul suo
desiderio di controllo e manipolazione, come dice chiaramente l’apostolo
nella Lettera agli Efesini.
Una volta capite le differenze – e certo ogni uomo e ogni donna
vivono con diversa intensità la loro specificità maschile e femminile
(non cominciamo con le donne che sanno cambiare le ruote e gli uomini
lavare i piatti, non è questo l’essenziale) – si può provare a costruire
la cattedrale di un amore stabile e fecondo, che non ha niente di
romantico, almeno come è volgarmente inteso qui in occidente, ma è più
simile a un’ascesi in cui due persone che lavorano ciascuna su di sé
incontrano e abbracciano le proprie povertà senza mai rinfacciarsele,
perché sanno che alla fine l’altro non è che un promemoria dell’unico
amore che veramente ci sazia, colma le voragini e mai ci delude, quello
di Dio.
3 commenti:
Mi sembra un libro originale e su un tema sempre più attuale con la crisi delle famiglie e delle coppie in genere: sicuramente dà spunti su cui riflettere!
Dimenticavo....che bella la foto del tuo compleanno :-)
condivido pienamente. un abbraccio
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