La curatrice del Gruppo e dell'omonimo Blog, Eri, ci chiede:" Vi è piaciuto "Il velo dipinto" ? cosa ne pensate? E i vostri pareri, commenti e curiosità...?"
Dunque l'autore, William Somerset Maugham, ed il "Il velo
dipinto", da me ri-lettori nell'edizione Adelphi, 2007 (con la traduzione più moderna di Franco Salvatorelli), da sempre suscita curiosità e commenti particolari..
Dopo l’uscita nel 2006 nelle sale cinematografiche dell'omonimo film Il velo
dipinto e la proiezione da reti televisive,(film delicato che restituisce allo spettatore l'esperienza di una
lettura diretta del libro del romanziere britannico William Somerset
Maugham, a cui rimane fedele: girato prevalentemente
in Cina, a Guilin, un luogo fiabesco. Magnifica la regia di John Curran e
l'interpretazione di Edward Norton e di Naomi Watts, bella la colonna sonora di Alexandre Desplat, per la quale il film è stato
premiato con il Golden Globe nel 2006.).....
...mi è stato offerto, per così dire, lo spunto per
riprendere in mano il romanzo di William Somerset Maugham.
Maugham ebbe l’idea di scrivere questo
romanzo, Il velo dipinto, durante il suo primo soggiorno in Italia, nei pressi
di Firenze. Era giovane e in quel periodo della sua vita stava approfondendo la sua formazione letteraria, cercando anche di
affinare le sue doti di scrittore. Con l’aiuto di una giovane italiana leggeva
il Purgatorio e, arrivato al
Canto V, lesse i versi in cui Dante fa parlare Pia de’ Tolomei:
«Deh,
quando tu sarai tornato al mondo, / e riposato della lunga via», / seguitò ‘l
terzo spirito al secondo, / «ricorditi di me, che son la Pia, / Siena
mi fé, disfecemi Maremma: / salsi colui che ‘nnanellata pria / disposando
m’avea con la sua gemma».
Colpito dalla storia della donna che
colpevole d’adulterio viene portata in Maremma - luogo insalubre in cui era
forse non sarebbe sopravvissuta a lungo-, dopo molti anni Maugham rielaborò la
storia in chiave personale, anche se la
premessa dantesca è senz’altro l’avvio, poi la fantasia dello scrittore prese altre strade.
Siena, luogo dove soggiornò l’autore, ne
Il Velo dipinto diviene Hong Kong e Pia
stessa è Kitty, ragazza della buona società londinese che è alla ricerca di un
buon partito. In questo compito è incoraggiata da una madre invadente che instilla
nella figlia l’ansia del matrimonio spingendola a sposare Walter, un ordinario
dottore. Egli è un uomo di profondi sentimenti e poche parole, innamorato e
devoto, ma a Kitty appare un uomo banale e noioso se lo paragona a
Charlie, l’amante bello ed elegante; quando si renderà conto dell’errore di
valutazione commesso, sarà troppo tardi.
Alla scoperta del tradimento, Kitty
capisce che Walter è un uomo implacabile
e vendicativo, mentre Charlie si rivela solo un narcisista. Per punire Kitty, Walter mette a
punto una sottile vendetta: portarla con sé in una località dove come batteriologo
deve studiare l’andamento di un’epidemia
di colera e dedicarsi alla cura dei
malati, sperando che l’ambiente malsano provochi le sue conseguenze.
Certamente colonna portante del romanzo è il concetto d’incomunicabilità, tema molto
caro a Maugham, il quale sembra aver compreso che stia proprio nella difficoltà
del colmare le distanze fra le persone il male più grave da cui è afflitta
l’umanità. Un male per il quale sembra non vi sia cura, tutt’oggi!
Ma questa incomunicabilità è una distanza artificiosa, creata e alimentata
da una serie di convenzioni e regole sociali percepite come necessarie per sostenere
la normale vita in una comunità, qualunque essa sia.
La tematica
non è nuova per l’autore che la tratteggia soprattutto in racconti che con Il velo dipinto condividono anche l’ambientazione esotica, fattore
primario, secondo me. Ed è proprio
quando ogni aspetto di civiltà, pur
se ridicola e fittizia, si allontana
dall’orizzonte dei coniugi Fane, che l’estraneità dell’uno rispetto all’altro ha
il sopravvento con tutta la sua cruda
realtà e reclamando il diritto all’esistenza e al riconoscimento fino a quel
momento negato. Con l’arrivo a Mein-ta-fu la figura di Walter diventa il
simbolo dello scontro fra forma e
sostanza. Sotto la fredda compostezza insieme a un certo disincanto verso il mondo e i suoi
abitanti, Walter è un uomo divorato da “sconquassanti” passioni che finiranno
inevitabilmente per distruggerlo.
Il velo dipinto, romanzo che lessi e approfondii nell’ambito dell’analisi dei romanzi di formazione della cultura di oltreoceano nel percorso universitario (Letteratura Americana ), è il prototipo del romanzo di formazione.
Perché questo
titolo? Esso deriva dal sonetto di Percy Bisshe Shelley, poeta inglese della prima metà dell’Ottocento, che parla proprio
di realtà ed apparenza ed offre la
chiave di lettura del romanzo. Kitty
è convinta di vivere un mondo frivolo e leggero, proprio come lei, sarà quindi
molto duro scoprire la verità sotto il velo:
"Lift
not the painted veil which those who live / Call Life: though unreal shapes be
pictured there, / And it but mimic all we would believe / With colours
idly spread,—behind, lurk Fear / And Hope, twin Destinies; who ever weave
/ Their shadows, o’er the chasm, sightless and drear. / I knew one who had
lifted it—he sought, / For his lost heart was tender, things to love, / But found
them not, alas! nor was there aught / The world contains, the which he could
approve. / Through the unheeding many he did move, / A splendour among
shadows, a bright blot / Upon this gloomy scene, a Spirit that strove / For
truth, and like the Preacher found it not".
RITRATTO Percy Bysshe Shelley (1792-1822) |
“Non sollevare
quel velo dipinto, che quelli che vivono / chiamano Vita: per quanto forme
irreali vi siano / rappresentate, e tutto quello che vorremmo credere / vi sia
imitato a colori capricciosamente, / dietro stanno in agguato Paura e Speranza,
/ destini gemelli, che tessono l’ombre in eterno / sopra l’abisso cieco e
desolato. Un tempo / conobbi un uomo che aveva provato / a sollevarlo: cercava
/ con il suo cuore tenero e sperduto / cose da amare, ma ahimè non ne trovò, /
né trovò nulla di ciò che il mondo tiene / cui poter dare la propria
approvazione. / Passò in mezzo alla folla distratta, splendore / in mezzo
all’ombre, una macchia d luce / su questa lugubre scena, uno spirito in lotta /
per giungere a cogliere il Vero, / ma come accadde anche al Predicatore non
poté trovarlo”.
One of the major English Romantic poets and is critically regarded as among the finest lyric poets in the English language.
Il lento
sollevarsi del velo dagli occhi di Kitty avviene attraverso passaggi delicati e
un lungo e sinuoso percorso di espiazione, segnato soprattutto dal rapporto con
la grande antagonista (se per
antagonista si intende “ opposto”) della giovane: la Madre Superiora. Dopo aver
compreso, Kitty scivolerà ancora una volta nell’errore, ma è proprio attraverso
quest’ultima, inaspettata e bruciante caduta che l’espiazione si completa.
Il velo
dipinto non si può catalogare tra quei romanzi da esaminare sezionando e analizzando singolarmente le sue
diverse componenti. Il testo è contro questa logica né è possibile evidenziarne un livello per poi
passare al successivo secondo un
ragionamento causa-effetto. È tutto un groviglio di significati autonomi e allo stesso tempo
intrecciati fra loro e il lettore si
deve preparare a dipanarlo.
E secondo me sta proprio in questo il piacere più grande
nel leggere Maugham.
Nessun commento:
Posta un commento