"Grazie al Gruppo di Lettura di Bryce's House ho avuto la fortuna di conoscere amiche meravigliose, grazie di cuore a tutte voi!" così si congeda da noi la curatrice di questo Blog Gruppo di lettura on line: un angolo per fare delle esperienze di lettura condivise, stare in compagnia mese per mese e spesso colmare anche dei momenti tristi e melanconici che nella quotidianità esistono. A me personalmente mancherà questo appuntamento ma spero che tra qualche tempo ci si possa riunire ancora nel salotto …di Bryce's House.
Il mese di Ottobre è appena iniziato e il libro di Settembre, "La signora Harris", l'ho già riposto nello scaffale dedicato ai libri letti insieme al Gdl.
Paul Gallico (1), l'autore, è uno scrittore americano scomparso nel 1976,
famoso soprattutto per il suo romanzo The Snow Goose (La principessa smarrita) e per la serie dedicata alla
signora Harris (o 'Arris, come pronuncia lei stessa il proprio cognome,
con l'accento cockney, l'accento di Londra). La signora Harris fu pubblicato
originariamente nel 1958 come il primo di quattro romanzi: Mrs
Arris Goes to New York, Mrs Arris Goes to Parliament e
Mrs Arris Goes to Moscow, nessuno di questi tradotto in
italiano e quasi tutti fuori catalogo anche in lingua
originale, mentre il primo e il secondo volume sono stati ristampati
insieme dalla casa editrice Bloomsbury.
COME SI ENTRA NELLA STORIA DELLA SIGNORA HARRIS?
La signora Harris, vedova da venti anni è una matura domestica a ore, Ada,
londinese, veste con un cappottino spelacchiato, un cappello di paglia verde
ornato con una simpatica rosa che ciondola da un lato. La sua è una vita semplice da non potersi togliere mai un capriccio se non quelli tipicamente inglesi del tè delle cinque e
della schedina su cui punta tre pennies alla settimana. Cosa mai
può succedere a questa donna attempata e senza molti mezzi?
Ma un giorno, rimettendo a posto la stanza della raffinata ed elegante Lady Dant, una
delle tante persone facoltose per cui lavora, la signora Harris vede...
"Uno era un lembo di cielo di pizzi e chiffon color crema e
avorio, mentre l’altro era una specie di fuoco d’artificio di
raso e taffetas cremisi. Mrs Harris non aveva mai visto niente di
così bello. [...] In quel preciso momento era nata in lei la smania
di possedere un vestito così. [...] Assolutamente soggiogata , se ne
stava lì a fissarlo appoggiata alla scopa, colle ciabatte ai piedi,
la polvere tutt’intorno e i capelli pochi e radi che le cadevano
sugli orecchi".
Da quel momento i
pensieri della signora Harris sono esclusivamente per l'abito
di Dior che ha deciso di acquistare non appena riuscirà a mettere da parte l'incredibilmente alta cifra che le serve per
acquistarlo.
Nella realtà con il buon senso che taglia ogni
desiderio, Ada Harris richiuderebbe l’armadio e non ci penserebbe
più. Ma il romanzo deve evidenziare il fatto che è ordinariamente bello cullare un desiderio anche quando
questo sia palesemente futile e folle.
Ada Harris perde letteralmente la testa per quel sontuoso e regale abito Dior (2) e se ne innamora cosi tanto che risparmierà per anni, persino sulle tazze
da tè, per potersi permettere di andare a Parigi (la signora Harris in
vita sua non è mai andata nemmeno a Liverpool) e, con i soldi che
avrebbe messo da parte nella borsetta, presentarsi alla Maison Dior.
Erano gli anni del dopoguerra in cui non esistevano le settimane della moda ( Fashion week), gli abiti si ammiravano veramente, e solo su invito negli atelier, e venivano cuciti su misura. Eppure, in un modo o nell'altro, la signora Harris riuscirà a portarsi a casa l'abito, e anche qualcosa in più: un nuovo, dolce e romantico sguardo sulla sua vita, pur rimettendoci i risparmi.
Come la signora Harris, anche per noi, uomini o donne che sia, il sogno moda è e resterà irrinunciabile e si può coniugare benissimo con gli abiti dei più grandi e noti stilisti del mondo
Erano gli anni del dopoguerra in cui non esistevano le settimane della moda ( Fashion week), gli abiti si ammiravano veramente, e solo su invito negli atelier, e venivano cuciti su misura. Eppure, in un modo o nell'altro, la signora Harris riuscirà a portarsi a casa l'abito, e anche qualcosa in più: un nuovo, dolce e romantico sguardo sulla sua vita, pur rimettendoci i risparmi.
Come la signora Harris, anche per noi, uomini o donne che sia, il sogno moda è e resterà irrinunciabile e si può coniugare benissimo con gli abiti dei più grandi e noti stilisti del mondo
La signora Harris è un romanzo leggero, adatto a
chi si diverte con le piccole cose quotidiane. Anche se per una buona
parte è ambientato a Parigi, è comunque un romanzo che esalta i piccoli piaceri della vita.
Certamente il vestito di Dior non è esattamente un "piccolo"
piacere, ed il libro non tratta di tematiche sociali
ma solo di una piccola signora e di un suo grande grandissimo sogno.
Chiunque abbia desiderato con grandissima foga qualcosa (non
per forza alta sartoria!!!) si potrà immedesimare nella signora
Harris.
Quando ho finito di leggere questo romanzo fresco e accattivante, la signora Harris (a Parigi, destinazione Avenue Montaigne, Maison Dior, la
britannicissima signora che ha superato i pregiudizi e lo
snobismo) mi teneva sottobraccio, mi rimproverava dolcemente
scuotendo la testa (con la rosa sul suo cappellino), per rammentarmi la
più banale delle verità: in un mondo
concreto e crudele, forse non sarà consentito spesso di realizzare
assurdi sogni di bellezza vanità e poesia ma continuare a
coltivarli si deve, sempre.
1- Paul Gallico(1897-1976) era nato a New York da un immigrato italiano e da un'austriaca. È stato uno scrittore di successo, autore di romanzi, racconti e giornalista sportivo. Da molti dei suoi lavori sono stati tratti film famosi. La sua prima pubblicazione, negli anni Sessanta, La signora Harris
è stato un grande bestseller: per 61 settimane in classifica, 70.000
copie vendute negli Stati Uniti, tradotto in Francia, Germania, Italia. Ne sono stati tratti un film e un musical
(2) Dior aveva
una strabiliante vena creativa e un intuitivo senso degli affari:
essere uno dei più grandi couturier del XX secolo era forse il suo
pregio minore. Nato a Granville, in Normandia, nel 1905, il giovane Dior
interruppe gli studi in Scienze Politiche per collaborare con l’amico
Jean Bonjean nella sua galleria d’arte parigina. Lavorò poi per Le Figaro Illustré,
occupandosi delle pagine di moda e, in seguito, come disegnatore,
vendeva i suoi schizzi a diverse maison. Nel 1938, venne assunto da Piguet e,
successivamente, dall’atelier di Lucien Lelong, dove, primo
figurinista, iniziò a far emergere alcuni elementi fulcro del suo
stile. Persona chiave, nella costruzione del sui successo, fu Marcel Boussac, imprenditore tessile, che finanziò l’apertura della casa di moda nel 1946, in Avenue Montaigne. Pierre Cardin era
il suo primo tagliatore. L’austerità nel dopoguerra e la penuria di
materia prima stridevano con la voluttuosità della figura femminile
immaginata dal sarto.
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