IL CONTRIBUTO DA....
Il coniglio mannaro
... quella parte di ognuno di noi che si è persa in un posto magico e
guarda da lontano il nostro mondo e la sua luna. Continua a raccontare
storie fantastiche e frammenti di sogni, a volte fingendo di voler
tornare indietro.
Di Nonne, cipolle e....aldeidi leggere
Il breve racconto, oltre che partecipare al 34° Carnevale della Chimica da Leonardo Petrillo, è tratto da una storia vera. E saporita.
"La piccola cucina è inondata di sole.
E’ la luce dorata, discreta e soffusa, di una giornata gelida
d’inverno, in cui anche il sole si copre di soffici nuvole, come se persino lui
soffrisse il freddo.
Arriccio il naso, lo sguardo va ai fornelli dove borbotta un plotone di pignatte e tegami; quelli
grossi, da guerra, che raramente vedono il mondo fuori dal proprio ripostiglio.
Annuso gli effluvi che salgono lenti dalle mutevoli superfici
di cottura, dove interfacce di composite miscele organiche gorgogliano,
ribollono, gemmano in vescicole viscose, da cui traboccano con liquidi schiamazzi le vaporose risultanze
delle energie convettive sottostanti.
Il piccolo laboratorio biochimico del mio organo olfattivo
si dimostra all’altezza dei millenni di perfezionamenti a cui l’evoluzione l’ha
sottoposto, restituendomi l’ordinato rapporto analitico delle impronte odorose
di un vasto connubio di ortaggi."
Per 6 persone.
1/2 kg di fesa di maiale
3 scalogni2 noci di burro
Succo di 1 limone
80 gr di pangrattato
Una manciata di prezzemolo
Timo e rosmarino
Sale e pepe
3 scalogni2 noci di burro
Succo di 1 limone
80 gr di pangrattato
Una manciata di prezzemolo
Timo e rosmarino
Sale e pepe
PROCEDIMENTO
Tagliare gli scalogni e rosolarli nel burro per 10 minuti. Aggiungere il prezzemolo tritato, il succo del limone,
sale, pepe e pangrattato. Mescolare tutti gli ingredienti e
lasciar raffreddare. Incidere la carne internamente in modo da poterla farcire. Riempirla con il composto.Tritare insieme timo, rosmarino e un pò di sale e pepe. Massaggiare esternamente la carne con questo trito.Scaldare un grosso tegame con un filo d'olio e rosolare l'arrosto su tutti i lati.
Disporlo su una teglia da forno e cuocere a forno preriscaldato a 180° per un'ora circa.
Tagliare a fette non troppo sottili e servire.
Con l'omaggio a Fosco Maraini e la sua “Gnosi delle Fanfole”
Banate un tronfo di maiale grongo, di
grossa frammassa
Forbitelo di odorastre, gramitelo di
sale e maratelo col vino trefotto, finché è locchio.
In una casseruola strafossola, trimite
una cipollona in grighi piccoli. Fate sgrattevolare nell’olio,
gruvate di sale e fistrine.
Morate la carne borra, lasciando
sfrettolare da tutti i lati, finché stremola tutta e frungolisce
bene.
Poi remolate il fuoco, lemettate con il
vino e stipettate un coperchio grongo, lasciando recolare finché
sbollotta piano.
Ripollate per due ore, sollinando di
tanto in tanto finché il poppolo si sfella. Poi coffelate a tavola,
ben prunito e reguroso. Col vino trefotto.
APPROFONDIMENTO LETTERARIO DA POPINGA ...
"La Gnosi delle Fànfole di Fosco Maraini,
la straordinaria
raccolta di poesie scritte in una lingua “composta di termini privi di
senso se non per quello, obliquo, conferito ad essi dal loro stesso
suono”, è stato il primo esempio italiano di “poesia metasemantica”.
Maraini ha pubblicato questo piccolo capolavoro nel 1994, ma ci ha
lavorato per almeno due decenni, con il minuzioso metodo di continua
insoddisfazione, revisione, correzione, limatura e controllo che
caratterizza i grandi poeti, quasi mai “ispirati” al punto da scrivere
di getto versi immortali. In realtà, prima del 1994 sono comparsi qua e
là sulle riviste letterarie e nelle raccolte collettive ed individuali
alcuni esempi di poesie composte interamente o parzialmente con parole
inventate, per cui il mio giudizio iniziale andrebbe in parte rivisto:
Maraini ha portato a compimento artistico un’idea che era nell’aria in
quegli anni di grande sperimentazione e, ancor prima, dai tempi dello Zang Tumb Tuum di Marinetti e dei futuristi. La cosa non deve stupire: i poeti sono,
chi più chi meno, onomaturghi, inventori di parole, e, anche quando non
ne inventano di nuove, sanno conferire a quelle vecchie nuovi
significati e, attraverso il loro accostamento, aprire nuove prospettive
da cui guardare dentro il mondo e noi stessi".
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