IN QUESTA RUBRICA OGGI VOGLIO SORPRENDERE CHI AMA IL VERDE L'AMBIENTE ED I GIARDINI, PARTENDO DAL GRANDE GIARDINIERE Paolo Pejrone, e dal suo
Diario, In giardino non si è mai soli
RACCONTARE ORA DI UN ALTRO "GIARDINIERE", Herbert Pinnegar: un giardino e il suo giardiniere sono complici e in qualche modo amici. Avranno sempre qualcosa di interessante e vivo da raccontarsi, trasmettere e discutere. Il mondo del giardino, i suoi orizzonti e l’ essenza dei suoi componenti immediatamente percepibili di quanto si pensi. Sostenuti da una necessaria dose di fatalismo e di pazienza, i giardinieri, quelli veri, combattono con le loro piante nel segno del giardino ideale. Per conquistarsi un giardino in pace e di pace, c’è bisogno di tantissime guerre.
"Che peccato che le persone non la smettessero di litigare e passassero invece più tempo nel proprio giardino... ripete spesso la Signora Charteris - e padrona del grande giardino della villa in cui Pinnegar lavorerà tutta la vita.
«Sapete, Pinnegar, la gente non ama veramente i giardini altrui; fingono che sia così e dicono ciò che è conveniente dire, ma si capisce, eccome! Per questo voglio che rimaniate qui il più a lungo possibile e che ogni tanto mi scriviate, per sapere come vi trovate e cosa fate. Siete stato molto gentile con me, Pinnegar, e vi ho sempre voluto bene... anche quando eravate un po' testardo. Non ho dimenticato quelle fragole precoci. Forse vi consentiranno di mandarmene un po' ogni anno... E le campanelle blu non me le potete mandare, naturalmente, ma fatemi sapere quando sbocciano e io farò di tutto per ricordare come mi apparvero la mattina in cui mi faceste quella deliziosa sorpresa. E non dimenticate, Pinnegar: comportatevi sempre da bravo ragazzo, ubbidite al signor Addis e ogni giorno imparate un nuovo nome latino...».
In giardino non si è mai soli. Diario di un giardiniere curioso, di Paolo Pejrone- Edizioni Feltrinelli (Varia) |
Paolo
Pejrone è stato allievo di Russell Page
l'architetto paesaggista più influente che abbia lavorato in Italia nel Novecento
(i suoi progetti per il giardino Agnelli di Villar Perosa, La
Landriana di Tor San Lorenzo, La Mortella ad Ischia) e di questo
rapporto fondamentale spesso parla nel libro, intraprende un viaggio tra piante e fiori guardandoli con
i suoi occhi, scoprendone aspetti e piaceri differenti dal modo abituale.
Pejrone racconta le sue impressioni "di viaggio" con la
curiosità di un esploratore che scopre angoli verdi e nuovi,
inaspettati giardini. Tratta delle piante che lo hanno accompagnato nella sua vita più di altre,
raccontandone caratteristiche della coltura, dei pregi e
difetti, del rapporto che con esse ha instaurato nel tempo. Ci
indica come si vive il giardino, l'orto (parte non superflua di molte sue realizzazioni) con spirito propositivo. Suggerisce come mantenerne la struttura originaria e
non snaturare l'anima della casa dei nonni che ha intorno una zona adibita a giardino. Se si è piantumato un
terreno "nuovo" consiglia come renderlo personale e vivo facendolo diventare il nostro angolino verde. E se un giardino
non l'abbiamo, con curiosità racconta sulle piante e si sofferma ad osservare i giardini
pubblici: dai parchi più grandi alle rotonde in mezzo al traffico.
"Certi giardini hanno un'anima viva, forte e facile da
individuare. In altri l'anima è più nascosta" ma comunque
visibile, sapendola cercare.
Tra le righe Pejrone denuncia
e sottolinea gli scempi naturalistici, le offese al gusto e alla logica attuate con povere piante mal potate, messe insiene senza senso estetico,
in luoghi inadeguati per clima e per esigenze colturali ed estetiche.
Saper scegliere e accostare le essenze è un modo per renderle
"felici": "gli alberi felici sono generosi, sani e
forti, non danno problemi e procurano tante, tantissime gioie!".
Old
Herbaceous. A
Novel of the Garden
Traduzione
dall’inglese di Franca Pece
I
edizione novembre 2011
©
2011 Elliot Edizioni
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RACCONTARE ORA DI UN ALTRO "GIARDINIERE", Herbert Pinnegar: un giardino e il suo giardiniere sono complici e in qualche modo amici. Avranno sempre qualcosa di interessante e vivo da raccontarsi, trasmettere e discutere. Il mondo del giardino, i suoi orizzonti e l’ essenza dei suoi componenti immediatamente percepibili di quanto si pensi. Sostenuti da una necessaria dose di fatalismo e di pazienza, i giardinieri, quelli veri, combattono con le loro piante nel segno del giardino ideale. Per conquistarsi un giardino in pace e di pace, c’è bisogno di tantissime guerre.
Storia
di un trovatello, Herbert Pinnegar, timido e impacciato. Sul finire dell' era vittoriana, adottato da una donna di
buon cuore e aiutato da una dolce insegnante, riesce a diventare capo
giardiniere della tenuta della vedova Charteris, dalla quale apprende
i nomi latini delle piante. Testardo e meticoloso, con le sue
innovative composizioni vince numerosi premi alle mostre floreali.
Lui, il «Vecchio Gramigna»,era capace di presentarsi, a metà
aprile, sbalordendo tutti, con un cesto di fragole precoci nelle
mani, ora deve affrontare la parte più dolorosa della sua vita,
nella grande villa che ha cambiato proprietà.
È tempo di bilanci, e
nel ricordare ecco i suoi ottant'
anni, gli insegnamenti di vita che ha ricavato dal suo lavoro. Molto
presto dovrà andarsene anche lui.
«Che cosa strana! Uno pianta un
albero, lo vede crescere, ne raccoglie i frutti e da vecchio siede
all' ombra dei suoi rami. Poi muore e ci si dimentica completamente
di lui, come se non fosse mai esistito... mentre l' albero continua a
crescere e nessuno se ne meraviglia: è sempre stato lì, in quel
posto, e sempre ci sarà. Tutti, prima o poi, dovrebbero piantare un
albero, fosse solo per conservarsi umili agli occhi del Signore».
Un
libro lieve come una foglia che offre pagine di struggente tenerezza, che fanno amare il giardinaggio com'
era una volta, con le regole dettate dal ritmo delle stagioni, con i
limiti imposti dal rispetto dovuto alla natura, con l' amore che il
giardiniere nutre per il suo giardino. Che è suo e di nessun altro.
"Che peccato che le persone non la smettessero di litigare e passassero invece più tempo nel proprio giardino... ripete spesso la Signora Charteris - e padrona del grande giardino della villa in cui Pinnegar lavorerà tutta la vita.
I
due, col comune progetto del giardino, hanno trascorso sessant'anni di rispetto e scambio. Ed alla fine la villa verrà venduta e la vecchia signora
Charteris, arrivata a quell'età in cui, forse, si è in grado di
vedere meglio da lontano che da vicino, partirà per la sua nuova
casa, più semplice da gestire di una grande dimora con un grande
giardino.
«Sapete, Pinnegar, la gente non ama veramente i giardini altrui; fingono che sia così e dicono ciò che è conveniente dire, ma si capisce, eccome! Per questo voglio che rimaniate qui il più a lungo possibile e che ogni tanto mi scriviate, per sapere come vi trovate e cosa fate. Siete stato molto gentile con me, Pinnegar, e vi ho sempre voluto bene... anche quando eravate un po' testardo. Non ho dimenticato quelle fragole precoci. Forse vi consentiranno di mandarmene un po' ogni anno... E le campanelle blu non me le potete mandare, naturalmente, ma fatemi sapere quando sbocciano e io farò di tutto per ricordare come mi apparvero la mattina in cui mi faceste quella deliziosa sorpresa. E non dimenticate, Pinnegar: comportatevi sempre da bravo ragazzo, ubbidite al signor Addis e ogni giorno imparate un nuovo nome latino...».
Ma il Signor Addis, capo giardiniere prima di Pinnegar,
non c'è più e Pinnegar è un ragazzo di settant'anni che, di fronte
alla possibilità di perdere il suo giardino, si chiede come poter
rinunciare a tutto dopo sessant'anni, e cosa ne sarebbe stato di lui,
se l'avesse fatto? Non era per i soldi: nella vecchia teiera sulla
mensola del caminetto ce n'erano abbastanza da durargli fino alla
fine, se solo gli avessero permesso di lavorare gratis...
In mezzo ai fiori, ai ricci pungenti del castagno e i piccoli pennacchi rossi sui cespugli di nocciolo, a parole scorrevoli e fresche come l'acqua per annaffiarli, ricche le considerazioni sull' epoca e sui giardini .
In mezzo ai fiori, ai ricci pungenti del castagno e i piccoli pennacchi rossi sui cespugli di nocciolo, a parole scorrevoli e fresche come l'acqua per annaffiarli, ricche le considerazioni sull' epoca e sui giardini .
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