TUTTE LE SFUMATURE DELL'AMORE, NEL ROMANZO DELLA SAGAN, MIO CONTRIBUTO PER......
Della scrittrice Françoise Saga, da poco meno di due
anni è di nuovo in libreria il romanzo “Le piace Brahms?“ (
Françoise Sagan - Titolo originale: Amez-vous Brahms?- Longanesi,
2010- Traduzione di M. Heller)
Uno spaccato importante sugli anni ’50
e una variazione del tema amoroso a sottolineare come i fantasmi
sentimentali delle donne non abbiano rughe.
Alla fine degli anni ’50 nel cuore di una “Parigi lucida di pioggia autunnale” in un pomeriggio come tanti altri la trentanovenne Paule, protagonista del romanzo, si osserva allo specchio “per ammazzare il tempo e scopriva che era il tempo ad ammazzare lei, piano piano…“.
Alla fine degli anni ’50 nel cuore di una “Parigi lucida di pioggia autunnale” in un pomeriggio come tanti altri la trentanovenne Paule, protagonista del romanzo, si osserva allo specchio “per ammazzare il tempo e scopriva che era il tempo ad ammazzare lei, piano piano…“.
Paule ha una relazione stabile da sei
anni con il coetaneo Roger Ferttet del quale conosce tutto, dai
minimi dettagli del viso al suo carattere di simpatica canaglia che
spesso e volentieri coglie altre occasioni, soprattutto ora che egli
intuisce che Paule “gli chiedeva qualcosa, qualcosa che lui non
poteva darle, che non aveva mai potuto dare a nessuno”, una vita
stabile con uno stabile sentimento
Paule alla soglia dei fatidici
quarant’anni, età dei primi bilanci, è stanca “della libertà
messa fra loro come una legge, quella libertà di cui solo lui si
serviva, mentre per lei non era altro che solitudine”. In questo
momento di confusione l’arredatrice incontra casualmente il giovane
venticinquenne Simon Van den Besh, ricco americano che resta colpito
dal suo fascino, il quale una domenica novembrina di sole le lascia
un poetico biglietto infilato sotto la porta con su scritto “c’è
un bellissimo concerto alle sei, alla sala Pleyel, Le piace Brahms?”.
“Adesso ci metteva sei giorni per leggere un libro, non ritrovava mai la pagina, dimenticava anche la musica. La sua attenzione, ormai, era polarizzata da campioni di tessuti e da un uomo che non c’era mai. Si stava perdendo, perdeva le proprie tracce, non si sarebbe ritrovata mai.”
Una breve domanda: “Le piace Brahms?”, un invito a un concerto, e la vita tranquilla e sbiadita di Paule ricomincia a sentire quella “piccola musica” del cuore, fatta di graffi e di sensualità, di tenerezza e di charme.
A trentanove anni con un legame occasionale con un uomo d’affari, che dei legami preferisce disfarsene, Paule accetta l’invito di Simon, giovane avvocato, appassionato amante “troppo bello per essere vero”, che il benessere se lo trova pret-à-porter in casa della madre.
Un’avventura, in cui tutto è più simile “a una serie di attenzioni che di obblighi”, capace di risvegliare nell’arredatrice parigina domande dimenticate, deliberatamente ignorate, sino a svelarle il piacere di “essere amata intensamente”, di “essere osservata” con tenerezza e amore, con forza e vulnerabilità perché Simon riesce sempre a portarle “qualche cosa di intero o almeno la metà intera di qualcosa”.
Eppure la vita, che non è mai “una rivista femminile” e nemmeno la ripetizione di vecchie esperienze, pare essere la commedia inconsapevole della sconfitta di una donna, vittima e carnefice del suo stesso destino, ammazzato dal tempo come se il verbo “conservare e non più prendere” ne fosse l’imperativo per eccellenza.
Un romanzo sentimentale che conferma a livello mondiale la leggenda di colei che Françoise Mauriac definì “un charmant petit mostre”, un delizioso piccolo mostro, una donna che di nulla si privò: “La letteratura mi ha costretto a restare sana di mente, a mantenere una certa coerenza di pensiero che forse avrei demolito allegramente e ancor più rapidamente a forza di bere e di fare altre cose del genere. Ho sempre amato la letteratura. Ed essa mi ha sempre aiutato. Io però non ho mai pensato che le stessi restituendo il servizio.”
L’autrice è particolarmente sapiente con il suo stile sofisticato, scorrevole, con significati esistenzialisti a porre in rilievo questo triangolo amoroso nel quale paradossalmente appare Simon il più maturo, sensibile e vulnerabile rispetto ai due vecchi amanti Roger e Paule al cui confronto essi sembrano due adolescenti che giocano a prendersi e lasciarsi.
Il libro, acuto ritratto della buona borghesia francese degli anni Cinquanta è sempre attuale, moderno, la patina del tempo non l’ha rovinato, rimane un classico e profondo romanzo sentimentale. La prolifica Sagan, dalla ultra quarantennale carriera, in poco più di 130 pagine scava nell’animo di Paule che trova il coraggio di rimettersi in gioco anche per paura della solitudine sua malinconica compagna.
Ma la sicurezza e perché no anche la
noia è sicuramente più rassicurante, “Roger era la sua vita, ma
lui se ne dimenticava e lei lo aiutava a dimenticarsene, con un
pudore che tornava a suo merito
Ma c’è una differenza fondamentale:
l’anima. I singoli avvenimenti di un’esistenza così comune sono
descritti con passione e con attenzione alla psicologia dei
personaggi, con capacità di analisi razionale e fortissimo
coinvolgimento emotivo.
Sagan illustra in questo libro uno dei problemi più comuni del nostro tempo eppure meno discussi.
Parla della solitudine latente, di quell’essere soli in due, dell’amore fra due persone ridotto a nulla per delle sciocchezze e della passione accettata come diversivo dalla sofferenza quotidiana.
Uno sguardo disincantato sul nostro tempo, un finale amaro che lascia il lettore fortemente colpito.
La scrittrice è riuscita nel suo
intento: far capire alle persone, uomini e donne, l’importanza del
sapersi sottrarre alle situazioni che conducono ad una “lenta morte
dell’animo”.
Sagan illustra in questo libro uno dei problemi più comuni del nostro tempo eppure meno discussi.
Parla della solitudine latente, di quell’essere soli in due, dell’amore fra due persone ridotto a nulla per delle sciocchezze e della passione accettata come diversivo dalla sofferenza quotidiana.
Uno sguardo disincantato sul nostro tempo, un finale amaro che lascia il lettore fortemente colpito.
Francoise Sagan, pseudonimo di
Francoise Quoirez nacque a Cajarc il 21 Giugno 1935. La scrittrice
scelse il suo nome d’arte traendo l’ispirazione dalla Principessa
Sagan personaggio di Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust.
Terza figlia di una famiglia di ricchi imprenditori, originaria del
sud-ovest della Francia ma trasferitasi a Parigi, esordì nel 1954, a
soli 19 anni con Bonjour tristesse romanzo – scandalo ripubblicato
da Longanesi nel 2009 con l’introduzione di Valeria Parrella.
Autrice di una cinquantina di titoli tra romanzi, raccolte di
racconti e pièces teatrali, deve la sua fama anche ad uno stile di
vita all’insegna della trasgressione. Francoise Sagan ha trascorso
i suoi ultimi anni nella solitudine e nell’indigenza, spegnendosi a
causa di una embolia polmonare in una clinica della bassa Normandia,
a Honfleur il 24 Settembre 2004.
Nessun commento:
Posta un commento