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UN
NUOVO AMICO, FAUSTO, SI
E' AGGIUNTO AI CONTRIBUTI PER L'INIZIATIVA RICETTE DOVE LE
RI-TROVIAMO....
...ECCO COME SI PRESENTA
Memorabilie
“La
mia cucina è frutto di ricordi, di profumi, sapori ed immagini che
mi tornano alla mente e, spesso, vedere un cibo o assaggiarlo, evoca
sensazioni vissute e riposte in un angolo.
Il cibo non è fine a se stesso, il cibo del convivio intendo, non quello del quotidiano…
Esistono più livelli, uno che classifico “alimentazione” (ed è volto esclusivamente al sostentamento), poi si passa al “cibo” ed infine al “banchetto”.
Anche da ragazzo ricordo nitidamente i banchetti, le feste ed i momenti in cui la tavola diventava aggregazione e fratellanza, i riti e le tradizioni che si tramandavano affinchè “l’incantesimo” si rinnovasse la volta successiva.
Il cibo non è fine a se stesso, il cibo del convivio intendo, non quello del quotidiano…
Esistono più livelli, uno che classifico “alimentazione” (ed è volto esclusivamente al sostentamento), poi si passa al “cibo” ed infine al “banchetto”.
Anche da ragazzo ricordo nitidamente i banchetti, le feste ed i momenti in cui la tavola diventava aggregazione e fratellanza, i riti e le tradizioni che si tramandavano affinchè “l’incantesimo” si rinnovasse la volta successiva.
La
tavola ed il cibo intesi come momento aggregante, di confronto e di
scambio di opinioni … un naturale slow-food in cui anche il tempo
diventa componente essenziale per gustare ogni aspetto del
ritrovarsi. Ci sono immagini che hanno segnato momenti legati a
questa “filosofia”, talvolta ne ripesco qualcuna e, perchè no, è
bello riguardarla e rinnovare il ricordo.
...ECCO
IL SUO ORIGINALISSIMO E PERSONALE CONTRIBUTO DAL SUO SITO BLOG :
http://www.chezmoibyfausto.it/involtini-di-spada-chezmoi/
A
casa, da piccoli, si sentiva il rumore della “lambretta”
(l’Apecar era un mezzo molto usato per trasportare qualsiasi
merce), poi il classico grido: “Alici e pruppi!!!!” (alici e
polpi), o “custardeddi” (costardelle, che sono un pesce azzurro
locale).Ogni commerciante ambulante aveva il suo richiamo
riconoscibile e si passava dal “facitivi a provvista ri patati”
(fate la vostra provvista di patate) a “varechina la vibonese”
(candeggina di una marca di Vibo Valentia), e poi c’era don Paolo
(il lattaio), lui non gridava ma suonava il clacson e noi
uscivamo
a dargli la bottiglia vuota (rigorosamente di vetro) e ritiravamo
quella piena di
latte fresco, ma questo è un altro capitolo …Erano
i suoni che portavano il mercato in casa e quando la “treruote”
si fermava, si creava il classico capannello da bancarella …
vociare, contrattare, schernirsi, tutto contribuiva a creare
un’atmosfera unica.A volte, don Pepè, (un pescatore nato
pescatore, con la faccia da pescatore, la voce da pescatore, le
mani da pescatore ma i modi da “zio buono”) non si fermava
davanti casa nostra, a volte mio padre lo incontrava più avanti,
attorniato da quattro o cinque clienti e, se sollevava lo sguardo e
diceva:”Prussuri, pi vvui pisci non ndavi” (professore per voi
pesce non ce n’è), voleva dire che il pesce non era fresco di
giornata….
Se
arrivava con pesce spada appena catturato (preda di una spadara di
Bagnara), ecco che l’Apecar si fermava davanti casa nostra e “u
Prussuri” usciva per comprarne delle fette.A casa nostra si faceva
alla griglia, con l’immancabile “sarmurigghiu” (olio, limone,
aglio ed origano selvatico), oppure si facevano gli involtini … gli
involtini di spada che prendevo sempre al ristorante e che sono uno
dei sapori della mia infanzia, indelebili ricordi della mia famiglia
riunita attorno al tavolo….Se trovo pesce spada che abbia un colore
ed un’aspetto che mi piace, ecco che “u Prussuri” che c’è in
me non riesce a fare a meno di prenderne un bel trancio per ritornare
a gustare, non solo qualche involtino, ma anche il “gusto” del
rumore dell’Apecar, del vociare attorno a don Pepè e
dell’armeggiare di mio padre per preparare “u
sarmurigghiu”.Questa è una variante ai tradizionali involtini di
pesce spada , arricchita da elementi diversi dall’agrodolce
siciliano e dal “solo salato” reggino, serviti con contorno di
chips di patata (cotte a microonde) aromatizzate con erbe
provenzali.Gli aromi ed il sapore dei pomodorini confit bene si
sposano con mazzancolle, pesce spada ed origano selvatico,
esaltandone le “note” meridionali.
Involtini di spada “chezmoi”
Ingredienti:
pesce
spada -
pomodorini
confit -
mazzancolle -
radicchio -
lattughina -
parmigiano
reggiano -
pangrattato -
brandy -
olio
e. v. o. -
origano
selvatico -
Preparazione:
Tagliare
fette sottili di pesce spada (e "batterle" tra due fogli di
carta oleata per appiattirle ulteriormente), disporle sul piano di
lavoro e cominciare a distribuire gli ingredienti all'interno:Un mix
di sale, pangrattato, origano selvatico secco e parmigiano reggiano
su tutta la fettina, poi mettere all'inizio una coda di mazzancola
cruda, a seguire uno o due pomodorini confit ed un pugnetto di
radicchio e lattughina tagliati a striscioline sottili.Arrotolare
bene, passare nel mix (pangrattato, parmigiano, origano e sale),
metterne quattro o cinque accanto ed infilzarli con due o tre
spiedini lunghi.Scaldare bene una padella antiaderente, un filo
d'olio e procedere ad una buona rosolata da entrambi i lati,
sfiammare con il brandy e portare a fine cottura, coperti ed un
goccio d'acqua in padella.
....CARI FOLLOWERS, AL PROSSIMO CONTRIBUTO
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