lunedì 13 gennaio 2014

Rubrica Verde del Lunedì, 13 gennaio: nell’Inghilterra verde di Jane Austen


Nell’Inghilterra verde di Jane Austen

Elisabeth Bennet e Mr. Darcy hanno da poco compiuto 200 anni. Era  il 1813 quando il romanzo Orgoglio e pregiudizio venne pubblicato per la prima volta. Voglio proporvi un itinerario verde nei luoghi che ispirarono Jane Austen per il suo romanzo. Bath, nel Somerset, Patrimonio UNESCO e nota fin dall’epoca romana per le sue terme,
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Ecco  le  Primule schiera delle piante frettolose, anticipatrici del risveglio della natura e dell'arrivo imminente della bella stagione. Proprio per questa loro fretta, secondo Shakespeare, “muoiono zitelle” perché non riuscirebbero mai a sfruttare a pieno l’opera di pronubi ancora immersi nel lungo sonno invernale. Simboleggiano la prima giovinezza e l’insieme delle sue prerogative più preziose come si legge in tutto il romanzo della Austen

Le Primule hanno anche seguito gli alti e bassi delle mode, come è accaduto alla Primula auricula, 
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per tutto l’800 è stato il fiore preferito di intere classi sociali, dai modestissimi minatori, operai e manovali ai grandi ricchi dell'era vittoriana.
Alcune  credenze popolari accordavano loro la benefica potenzialità di allontanare gli spiriti del male,  le indicavano quale fiore prediletto dalle ninfe e dai folletti dei boschi. Come tutti i vegetali annunciatori della nuova stagione e del rinnovarsi della natura la Primula è diventata anche augurio di Buona fortuna


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La visione “sentimentale” della vita trova applicazione anche in campo vegetale; c’è  una specie rampicante Antigonon leptopus, di origine messicana spesso  ancora in fiore in  autunno, che arrampicandosi su ringhiere e graticci grazie a robusti viticci, forma ghirlande intrecciate di fiori di un rosa così delicato da essere chiamato  “catena d’amore”, come ci ricorda la Austen..


ecco ora  la  "brughiera" strettamente legata alla pianta più diffusa e caratteristica in questa tipologia di vegetazione: il Brugo (Calluna vulgaris), piccolo cespuglio sempreverde, non più alto di 50 cm.l'erica, una pianta così mite e semplice, il simbolo  di un grande amore.Che ci regali un momento di sogno.

                                   
                 La leggenda dell'erica bianca (Calluna Vulgaris), simbolo d'amore

L'erica  (Calluna Vulgaris) è uno dei simboli porta fortuna più famosi della Scozia. Essa, molto diffusa in tutto il Paese, nelle sue varie tonalità, viene donata alle persone care, soprattutto come augurio di felice matrimonio.
 La leggenda racconta che la figlia del bardo Ossian, Malvina, era una ragazza molto dolce e di indubbio fascino. La giovane donna era promessa sposa al nobile guerriero Oscar che fu costretto a partire, in cerca di fortuna. In un giorno d'autunno, Malvina intenta ad ascoltare il padre cantare, pensando all'amato partito per una battaglia, all'orizzonte vide una figura avvicinarsi tra l'erica. Era il messaggero di Oscar, ferito e sanguinante, venuto a portare notizie dell'amato a Malvina.
Oscar, durante un combattimento, era stato ferito a morte e non sarebbe mai più tornato a casa. Prima di morire, però, aveva raccolto un mazzetto di fiori da donare alla sua amata come segno di amore eterno. All'udire quelle parole, Malvina fuggì verso la collina scoppiando in un doloroso pianto. Una lacrima della giovane, scivolando sui petali dei fiori viola, li fece diventare improvvisamente bianchi. Malvina guardando i fiori allora esclamò "Che l'erica, simbolo del mio dolore, porti fortuna a chiunque la trovi".
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