Nell’Inghilterra verde di Jane
Austen
Elisabeth Bennet e Mr. Darcy hanno da
poco compiuto 200 anni. Era il 1813 quando il romanzo Orgoglio e pregiudizio venne pubblicato per la prima volta. Voglio proporvi un itinerario verde nei luoghi che ispirarono Jane Austen
per il suo romanzo. Bath, nel Somerset, Patrimonio UNESCO
e nota fin dall’epoca romana per le sue terme,
Ecco le Primule schiera delle piante
frettolose, anticipatrici del risveglio della natura e dell'arrivo
imminente della bella stagione. Proprio per questa loro fretta,
secondo Shakespeare, “muoiono zitelle” perché non riuscirebbero mai a
sfruttare a pieno l’opera di pronubi ancora immersi nel lungo sonno
invernale. Simboleggiano la prima giovinezza e l’insieme delle
sue prerogative più preziose come si legge in tutto il romanzo della Austen
per
tutto l’800 è stato il fiore preferito di intere classi sociali, dai
modestissimi minatori, operai e manovali ai grandi ricchi dell'era
vittoriana.
La visione “sentimentale” della vita trova applicazione anche in campo vegetale; c’è una specie rampicante Antigonon leptopus, di origine messicana spesso
ancora in fiore in autunno, che arrampicandosi su
ringhiere e graticci grazie a robusti viticci, forma
ghirlande intrecciate di fiori di un rosa così delicato da essere
chiamato “catena d’amore”, come ci ricorda la Austen..
ecco ora la "brughiera"
strettamente legata alla pianta più diffusa e caratteristica in
questa tipologia di vegetazione: il Brugo (Calluna vulgaris), piccolo
cespuglio sempreverde, non più alto di 50 cm.l'erica, una pianta così mite e semplice, il
simbolo di un grande amore.Che
ci regali un momento di sogno.
L'erica (Calluna Vulgaris)
è uno dei simboli porta fortuna più famosi della Scozia. Essa,
molto diffusa in tutto il Paese, nelle sue varie tonalità, viene donata
alle persone care, soprattutto come augurio di felice matrimonio.
La leggenda racconta che la figlia del bardo Ossian, Malvina,
era una ragazza molto dolce e di indubbio fascino. La giovane donna era
promessa sposa al nobile guerriero Oscar che
fu costretto a partire, in cerca di fortuna. In un giorno
d'autunno, Malvina intenta ad ascoltare il padre cantare, pensando
all'amato partito per una battaglia, all'orizzonte vide una
figura avvicinarsi tra l'erica. Era il messaggero di Oscar, ferito e
sanguinante, venuto a portare notizie dell'amato a Malvina.
Oscar, durante un combattimento, era stato ferito a morte e non
sarebbe mai più tornato a casa. Prima di morire, però, aveva raccolto un
mazzetto di fiori da donare alla sua amata come segno di amore eterno.
All'udire quelle parole, Malvina fuggì verso la collina scoppiando in un
doloroso pianto. Una lacrima della giovane, scivolando sui petali dei
fiori viola, li fece diventare improvvisamente bianchi. Malvina
guardando i fiori allora esclamò "Che l'erica, simbolo del mio dolore, porti fortuna a chiunque la trovi".
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