INCONTRO CON LA POESIA DI PATRIZIA CAVALLI
Questo martedì è dedicato alla mia compagna di infanzia, Patrizia Cavalli; siamo nate a Todi ed insieme abbiamo trascorso il periodo dell'adolescenza ed i primi anni della giovinezza( le nostre madri sono state compagne di scuola).
Foto di Dino Ignani |
Poi la sua vita professionale si è indirizzata, subito dopo la laurea, "verso I VERSI" ; ha pubblicato per Einaudi alcune raccolte di successo: Le mie poesie non cambieranno il mondo (1974), Il cielo (1981), Poesie 1974-1992 (1992), L’io singolare proprio mio(1992) e Sempre aperto teatro (1999), Datura,
è la sua ultima raccolta, diario quotidiano in versi.
Con la raccolta Sempre aperto teatro, ha vinto il Premio Letterario Viareggio-Repaci. Pigre divinità e pigra sorte
è del 2006. Sempre per l’editore Einaudi ha tradotto il Sogno di una notte
di mezza estate di Shakespeare e dello stesso autore Otello, messo in scena dal regista e attore Arturo Cirillo nel 2009.
Vive a Roma.
La poesia di Patrizia Cavalli è caratterizzata da una particolare tecnica poetica. Il ritmo metrico che utilizza è quello classico , ma lessico e sintassi sono quelli della lingua contemporanea; non usa poeticismi e manierismi, il suo linguaggio è naturale e familiare.
Addirittura nel poemetto La Patria, composto per il festival dei Due Mondi (2008, pubblicato nel 2011 per Nottetempo), l'autrice denuncia le false e stereotipate rappresentazioni di patria a cui contrappone
La poesia di Patrizia Cavalli è caratterizzata da una particolare tecnica poetica. Il ritmo metrico che utilizza è quello classico , ma lessico e sintassi sono quelli della lingua contemporanea; non usa poeticismi e manierismi, il suo linguaggio è naturale e familiare.
Addirittura nel poemetto La Patria, composto per il festival dei Due Mondi (2008, pubblicato nel 2011 per Nottetempo), l'autrice denuncia le false e stereotipate rappresentazioni di patria a cui contrappone
«quel denso concentrato di esistenza/ sorpresa dentro un
tempo che ti assorbe/ in una proporzione originaria».
La vera patria per
lei è
«un’appartenenza/ elementare, semplice, già data» che scopre
incontrando persone “innocenti”, luoghi di antica memoria.
Su Nuovi Argomenti (qui la storia della Rivista), Luca Alvino recensisce in maniera magistrale "Datura" ( Einaudi, 2013) allorché afferma :"Esiste un talento
più nobile dell’interpretazione – l’umile ancella del sapere che
instancabilmente riconduce ogni effetto alla sua causa, tessendo la
rassicurante trama della storia e della comune consapevolezza: si tratta
della visione poetica, ovvero della facoltà di discernere la natura
nascosta delle cose e tracciare – tramite un uso esperto e articolato
del linguaggio – segrete corrispondenze tra di esse. Tale capacità va
largamente riconosciuta a Patrizia Cavalli, che nei versi finali di Datura,
la sua ultima raccolta, la descrive non come un semplice obiettivo
artistico, ma come una vera e propria missione di vita"
«Ma io non
voglio andarmene così, / lasciando tutto come ho trovato / in questa
scialba geografia che assegna / l’effetto alla sua causa e tutti e due
consegna / all’umile solerzia dell’interpretazione. / Un altro è il mio
progetto, la mia ambizione / è accogliere la lingua che mi è data / e,
oltre il dolore muto, oltre il loquace / suo significato, giocare alle
parole / immaginando, senza un’identità, / una visione».
L'autrice gioca con le parole, coglie una realtà non strettamente referenziale, realtà oltre l’esperienza
sensibile verso l'incontro cpn le zone aperte della metafora, dimensione più libera dilatata della vita non legata al concetto
limitativo di identità. Tutto percepito nella concretezza
fonetica dei versi, che comprende tutta l’intuizione poetica
entro i limiti dei propri sensi.
Questa ultima raccolta, secondo la critica, sembra essere il libro più compiuto e
maturo di Patrizia Cavalli, in cui la poetessa, con elaborazioni narrative allegoriche, ha trovato la misura più adatta alla propria ispirazione.
DATURA |
Conoscendo Patrizia Cavalli posso dire che il suo andare come la sua poesia, sono state sempre improntate a rigorosa esattezza del
pensiero e le due dimensioni sono legate indissolubilmente.
La Datura è un fiore
conosciuto fin dall'antichità; già gli Aztechi ne utilizzano le foglie e
i semi, dal forte potere narcotizzante, soprattutto durante i riti
religiosi, per i quali era richiesto grande coinvolgimento. L'uso della Datura si è presto
diffuso anche nel nostro continente. Da rilevare è la bellezza dei fiori di grandi dimensioni, bianchi e profumatissimi. Le foglie, che
possono avere un forte effetto calmante e tranquillizzante, utilizzate sottoforma di infuso. Nel
linguaggio dei fiori la Datura vuol dire incognita, magia e incantesimo per le sue proprietà si lega alla magia, incantesimo, chi la riceve dovrebbe aspettarsi grandi cambiamenti, chi la regala li
procurerà.
Come la Pianta, le poesie di Patrizia Cavalli ammaliano e, come ha saggiamente intuito
Alfonso Berardinelli: «Sempre di più col tempo si capisce che sono fatte
per illuminare e conoscere, perché in ogni ansia e ombra, in ogni
percezione e passione c’è un enigma da indagare.»
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