mercoledì 26 aprile 2023

LE MODELLE DI MICHELANGELO MERISI

 

LE DONNE DI CARAVAGGIO



A sinistra) Caravaggio, Madonna di Loreto, Roma, Basilica di Sant'Agostino. 
(Al centro) Riposo durante la Fuga in Egitto, Roma, Galleria Doria Pamphilj. 
(A destra) Giuditta che taglia la testa a Oloferne, 
Roma, Gallerie Nazionali d'Arte Antica di Roma, Palazzo Barberini


Alle donne di Caravaggio sono stati dedicati studi, libri e romanzi. Non finisce di stupire  il fatto che l’artista – per ritrarre le sue Vergini e le sue sante - abbia impiegato come modelle alcune cortigiane note nella Roma a cavallo tra il XVI e il XVII secolo.
Una scelta che già a quel tempo aveva destato non poco scandalo, e più di un rifiuto da parte dei committenti di lavori già portati a termine dall’artista. cosi si legge su Arte.it.
 pittura realistica quella di Michelangelo Merisi, improntata alla resa del “vero”, e questo spiega il necessario ricorso alle modelle.
Di alcune di loro conosciamo i nomi, che compaiono nei documenti dell’epoca e nelle biografie del pittore. Alcune erano donne che i bandi papali escludevano dalla vita sociale o confinavano in alcuni quartieri, e comparivano sugli altari delle più importanti chiese della città prestando il volto alla Vergine nel Riposo dalla fuga in Egitto, alla Madonna dei Pellegrini, alla Giuditta che uccide Oloferne. Una scelta provocatoria che doveva risultare assai intollerabile per gran parte della gerarchia ecclesiastica romana, di una Roma controriformata peraltro.
A tutte le Donne di Caravaggio è stato dedicato l'omonimo volume di Francesca Santucci, in cui trovano spazio anche quelle ancora non rintracciate nei dipinti, ma citate dalle fonti, come ad esempio Monica Calvi detta Menicuccia, che frequentava personaggi d'altro lignaggio come il cardinale d'Este.


Donne nobili e plebee, benefattrici e di malaffare, composte e rissose, sobrie e dissolute, di potere o sfortunate, queste le donne "reali" importanti nella vita di Caravaggio. Altre figure femminili, fra mito, storia, leggenda e religione, ugualmente importanti, ritroviamo nella vita del celeberrimus pictor, quelle che nutrirono il suo immaginario e gli ispirarono la composizione dei capolavori che, ancora oggi, lasciano stupefatti i nostri occhi.

Il romanzo “Lena, che è donna di Caravaggio di Alessandra Masu, invece, ruota tutto intorno alla figura di Maddalena Antognetti e alla vita nel rione Campo Marzio, tra taverne, osterie e odore di pittura.

MADDALENA ANTOGNETTI, LA DONNA DI MICHELANGELO


«In nome dell'altissimo Dio e gloriosa Vergine Maria e di tutti li Santi della corte del Cielo che ce fanno la grazia di vivere bene et honestamente in questo mondo. Questo sarà un libro de memoria delle cose che sono occorse a me, Lena, scritto nell'anno 1610, adì diciotto di luglio». 
Così inizia il diario di Lena, la modella delle più belle e famose Madonne caravaggesche. È la vigilia del 18 luglio 1610 e Lena aspetta da un momento all'altro il ritorno di Michelangelo da Caravaggio. Lena è stata la sua donna e modella preferita finché l'artista non ha dovuto lasciare Roma per aver commesso un omicidio, nel maggio del 1606. Ma l'esilio del pittore e la loro separazione stanno, forse, per finire. In una notte e una mattina di veglia scandite dalle ore canoniche, Lena

  furono molto vicine a Caravaggio e attraverso l’analisi delle loro apparizioni nei dipinti è possibile collocarle in ordine cronologico all’interno della biografia del pittore.
 descritta in alcune cronache come "donna di Michelangelo": compare negli ultimi quadri romani. Proviene da una famiglia di cortigiane: sua sorella Amabilia era una prostituta bellissima e un documento la mostra di notte su un cavallo, con le chiome sciolte, mentre torna a casa dopo una notte passata con il bargello del Campidoglio



Madonna dei Pellegrini, 1606olio su tela, 260 cm × 150 cm, Roma, Chiesa di Sant'Agostino

 la Madonna vestita da popolana con Gesù in braccio e due pellegrini. Oltre al riconoscibile volto di Lena, col suo bimbo, fecero scalpore i piedi nudi e gonfi,in primissimo piano, dei pellegrini. Il Baglioni racconta che, per questo, non appena il quadro fu messo sull'altare: 

"ne fu fatto dai preti e da' popolani estremo schiamazzo".
Altro scandalo fu il modo in cui era stravolto il racconto biblico. Secondo la leggenda, infatti, la casa di Maria venne portata in volo a Loreto dagli angeli (fatto che non risulta nel quadro), la casa inoltre è cadente, con l'intonaco scrostato e i mattoni a vista. Qualcuno pensa che il Caravaggio volesse ribadire l'adesione alla povertà assoluta della Sacra Famiglia, che la Chiesa dovrebbe osservare .
Lena, giovanissima era stata amante prima del «giovane morbido», cardinale Montalto poi di monsignor Melchiorre Crescenzi e del cardinal Peretti, nipote di Sisto V. Faceva parte di un gruppo di prostitute d’alto bordo con Fillide Melandroni, Menica Calvi e Tella Brunori.
Fare di Lena la "Madonna dei Pellegrini" era una mossa rischiosa, qualcosa di ben diverso dal ritrarre Anna Bianchini o Fillide Melandroni nei panni della Maddalena per una collezione privata. La giovane, infatti, era un volto conosciutissimo in città. Il concilio di Trento aveva specificamente bandito “tutte le lascivie di una sfacciata bellezza nelle figure” e un volto noto, soprattutto quello di una prostituta, costituiva un pericolo, specie quando si avevano molti nemici .


Madonna dei palafrenieri (o della serpe), 1604olio su tela, 292 cm × 211 cmRoma, Galleria Borghese.

Il quadro mostra Maria ed il Bambino mentre schiacciano il serpente del peccato originale, alla presenza di Anna.  L'opera era destinata all'altare maggiore della chiesa di Sant'Anna dei Palafrenieri presso San Pietro in Vaticano. Il dipinto però rimase nella chiesa meno di un mese, venne rifiutato dai committenti, perché fece scandalo il Bambino, troppo cresciuto per essere ritratto completamente nudo, la scollatura abbondante della Madonna e il fatto che in lei si riconoscesse facilmente Lena, nota donna di malaffare. 
Il quadro venne prima trasferito nella chiesa della Confraternita di S.Anna, poi venduta per cento scudi al cardinale Borghese.
Ancora una volta autorità che pubblicamente condannavano i suoi lavori, si affrettavano poi ad acquistarli (sotto costo) per le loro collezioni private
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Maria Maddalena in estasi, 1606olio su tela, 106,5 × 91 cm, Roma, collezione privata.

Di quest'opera esistono almeno otto copie (fu uno tra i dipinti più copiati di Caravaggio).Si pensa che il pittore si sia ispirato al volto di Lena per raffigurare la Maddalena.Questa versione conservata nella collezione privata di Roma, presentata nel Caravaggio di John Gash nel 2003, sembra essere la più vicina all'originale.Un'altra variante, altrettanto fedele all'originale, è conservata nel Musèe des Beaux-Arts di Marsiglia.

Lena morì ancora prima di Caravaggio L'anno dopo la fuga dell'artista da Roma, tornò a vivere con la madre e la sorella in via dei Greci, dove spirò nel 1610. Aveva solo ventotto' anni.