sabato 4 maggio 2013

MONTALE E LA SUA PRODUZIONE DEDICATA A PIANTE E FIORI

Salta  all’occhio a chi ama la poesia quella di Montale   è ricchissima di elementi o riferimenti botanici d’ogni genere.
Sfogliando poi la bibliografia riguardante il tema ci si  imbatte nell’esauriente opera di Marcella Pozzi e Luca Notari “Fiori e piante nella poesia di Pascoli e di Montale dove si evidenzia che  il poeta stesso ammette la sua passione per le piante,  come in una sua lettera al traduttore iugoslavo Mladen Machiedo su chiarimenti per la traduzione dell’“erbaspada”:

“So poco di botanica e di zoologia, eppure le mie poesie sono
piene di animali e di piante.”   

  Le sue denominazioni di piante e fiori sono tratte solo in parte dall’erbario della tradizione letteraria, provengono  dall’uso familiare di questo o quell’altro termine botanico. La predilezione del poeta per termini non troppo sofisticati lo capiamo dai primi versi della bella e nota poesia 

I limoni

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.



da Montale Eugenio, L’opera in versi, ed. critica di Rosanna Bettarini e Gianfranco Contini, Torino, Einaudi, 1980.

In questi versi Montale si distanzia dai luoghi letterari in cui si muovono i poeti laureati quei luoghi letterari che definisce attraverso l’elencazione d’una serie  di piante che fanno parte  d’una certa tradizione letteraria.
Montale manterrà un rapporto difficile con le piante umanistiche, così come ci testimonia un passaggio tratto da una prosa di genere fantastico della raccolta La farfalla di Dinard:

"La natura mi dice qualcosa quando è incolta e negletta [...] A un campo di spighe dorate preferisco un prato pieno di gramigna e spine. [...] Preferisco l‘orto al podere, il bosco al seminato.

Roma core de stà città...


Palazzo Spada a Roma


FACCIATA DI PALAZZO SPADA - ROMA

                               LA CASA PARLANTE



Affreschi, decorazioni in stucco, sculture: le sue pareti raccontano un periodo d'oro della nostra cultura, tra arte e religione, scienza e mitologia. Dalla fine dell'Ottocento ospita il Consiglio di Stato. Da visitare ..




VISITIAMOLO: dalle finestre penetra una luce meridiana che a fatica si diffonde su una quantità enorme di dipinti, affreschi, decori, stucchi, statue, volte, lunette, che  ornano i grandi saloni e  si perdono in meandri, stanzini, spazi remoti.




COLLAGE


venerdì 3 maggio 2013

VENERDI' DEL LIBRO: RODARI E LE RISPOSTE AI PERCHE' DEI BAMBINI E NON SOLO



...9 modi per insegnare ai bambini ad odiare la lettura
Presentare il libro come una alternativa alla Tv;
Presentare il libro come una alternativa al fumetto;
Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più;
Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni;
Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura;
Trasformare il libro in uno strumento di tortura;
Rifiutarsi di leggere ai bambini;
Non offrire una scelta sufficiente;
Ordinare di leggere.
[Gianni Rodari - “Giornale dei genitori” 10 ottobre 1964]


Chi scrive per ragazzi deve dunque conoscere il mondo del bambino e quello dell’adolescente.Per questo venerd' 3 maggio propongo un libro che ho usato molto nel mio quotidiano impegno professionale di Docente di Lettere: il libro dei perché

Il libro dei perché
IL LIBRO



Gianni Rodari è  stato uno scrittore  e un pedagogista italiano. I suoi  testi per ragazzi  hanno contribuito a rinnovare la letteratura per gli adolescenti ed anche  per me, per alcuni decenni Docente di Lettere, è stato  un riferimento importante, indirizzandomi ad educare alla creatività e alla partecipazione attiva dei ragazzi,  alla creazione di storie per grandi e meno grandi con consigli operativi su come divertirsi giocando con le parole.

 Rodari dedicò alle domande che i bambini gli inviavano,  una simpatica  rubrica settimanale su "l'Unità", nella quale ogni perché, invece di venire "liquidato" con risposte sensate e "adulte", diventava il pretesto per filastrocche, raccontini, invenzioni fantastiche. Nel 1984 le risposte di Gianni Rodari vennero raccolte per la prima volta da Marcella Argilli in un volume che si aggiunse alla copiosa bibliografia del maestro di Omegna.

giovedì 2 maggio 2013

Il Dottor Živago: dal romanzo al film


IL DIRITTO DI RI-LEGGERE: SEGUIAMO I CONSIGLI DI PENNAC

- Rileggere quel che una prima volta ci aveva respinti, rileggere senza saltare nessun passaggio, rileggere da un’altra angolazione, rileggere per verificare […] Ma rileggiamo soprattutto in modo gratuito, per il piacere della ripetizione, la gioia di un nuovo incontro […] “Ancora, ancora”, diceva il bambino che eravamo un tempo. Le nostre riletture di adulti nascono dallo stesso desiderio: incantarci di una permanenza e trovarla ogni volta così ricca di nuovi incanti.




 


 Bisognerebbe tenere in conto quello che troviamo in  Come un romanzo che fa riflettere sul passaggio da una lettura imposta al piacere di una lettura consapevole.

 “… a ben vedere nessuno ha mai tempo per leggere… E perché questa donna, che lavora, fa la spesa, si occupa dei bambini, guida la macchina, ama tre uomini, frequenta il dentista, trasloca la settimana prossima, trova tempo per leggere e quel casto scapolo che vive di rendita, no?”

Buona lettura a tutti e...abbiamo il diritto di non leggere, di saltare le pagine, di non finire un libro, di ri-leggere….


 



 "...preferenze condivise popolano l'invisibile cittadella della nostra liberta'. Noi siamo abitati da libri e da amici.

Con questo intento condivido l'avventura-sfida del  Blog  STORIE DENTRO STORIE: avere  il tempo per ri-leggere o leggere i classici.




 ECCO ALLORA UN CLASSICO DEI CLASSICI DELLA LETTERATURA  CONTEMPORANEA RESO SCENEGGIATURA PER IL FILM OMONIMO

Il Dottor Živago ( До́ктор Жива́ro) è un romanzo di Boris Leonidovič Pasternak, pubblicato in anteprima mondiale in Italia nel 1957 dalla Casa Editrice Feltrinelli. Si  narra la vita di un medico e poeta, Jùrij Andrèevič Živàgo, diviso dall'amore per due donne e coinvolto negli eventi della rivoluzione di ottobre.
Il romanzo ha una trama che si snoda nell’arco di mezzo secolo, comincia alla vigilia della prima rivoluzione del 1905 e si conclude con la fine della seconda guerra mondiale: inevitabilmente tutta la vita dell’autore vi si rispecchia, anche se Pasternak negò sempre che Zivago fosse lui stesso. Certamente il romanzo rappresentava la realtà del suo tempo:  una piccola folla di  personaggi ben inserita nel quotidiano, con  incontri e scontri, una realtà complicata che comprende la prima guerra mondiale, la rivoluzione, la guerra civile. Proprio per queste sue caratteristiche è quasi impossibile riassumere la complessa trama dl romanzo, ma ci si proverà !!!
Jury Zivago, figlio di un ricco industriale, perduta la madre a dieci anni cresce, come era cresciuto Pasternak, in un ambiente di intellettuali. Come il suo autore, Zivago studia filosofia, ama la poesia, pur esercitando la professione di medico. Nel romanzo è descritta l’adolescenza di Pasternak e quella di Tonja Gromiko, la sua futura moglie.

Durante la guerra Zivago si sposa e a causa della rivoluzione è costretto a fuggire in Siberia con la moglie. Durante questo forzato soggiorno Zivago reincontra Lara. L’aveva vista per la prima volta nel 1905: era entrato per caso nella stanza dell’albergo dove la madre di Lara aveva tentato di suicidarsi. Ora - 1917 – è infermiera in un ospedale e sta cercando il marito Antipov disperso dopo un attacco. Due anni dopo la ritrova “per caso” in una biblioteca di Juratin. Il caso!  Sia come sia, con quanta maestria Pasternak sa manovrare questo “caso”!

mercoledì 1 maggio 2013

Un poeta-scrittore-dolce: Erri De Luca lettura condivisa con il GDL




Gruppo di Lettura Bryce's House
IL ROMANZO CONDIVISO

 
UN ROMANZO IN CUI SI RACCONTANO ESPERIENZE DI VITA .

 Come mi sono vista riflessa in Erri-bambino!!
Il rievocare il proprio Io bambino. Lo stupore nel riscoprire la semplicità di un'estate al mare, la spontaneità dell'infanzia, la naturalezza dei sentimenti. Il primo incontro con l'Amore, il rapporto con il corpo che cambia e cresce rapidamente, un'interiorità  pura anche se  troppo acerba nella quale inizia a farsi strada l'autocoscienza 

 

Il romanzo di Erri De Luca, “I pesci non chiudono gli occhi” del 2011, è il risultato di una reminiscenza profonda e delicata di un periodo breve, circoscritto in un tempo antico, isolato, ma ricco di significato ( ed in questo mi sono ritrovata avendo ora raggiunto una età giusta, secondo me, per  rimembrare, cioè riunire le membra, le parti di ricordi lontani ma vividi nella memoria anche visiva; ricordare affidandosi al cuore; rammentare affidandosi  alla mente).