venerdì 24 gennaio 2014

DI NUOVO I VENERDI' DEL LIBRO...CON NATALIA GINZBUR ED IL SUO TEATRO

Da I Venerdì del libro  25 ottobre  a I  Venerdì del libro 24 gennaio.....
Molto tempo per i 108 "seguaci che seguono, nel mio Blog, questa Rubrica settimanale  che oggi apre il post con un'affermazione intensa

"Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi.  No, leggete per vivere."

Gustave Flaubert

...e fa proprio al caso mio !!!

La lunga assenza dall'organizzare un articoletto per i Venerdì, che vedono molta partecipazione, è dovuta al fatto che mi sono dedicata non solo alla lettura ( per me  la scelta del libro  non deve dimostrare prova di cultura ma deve attrarmi per le tematiche e per l'autore - non necessariamente attuale)  ma soprattutto a "turista-faccio-da-me"  alla riscoperta del centro storico di Roma con le fascinose architetture barocche (1) .
http://img4.libreriauniversitaria.it/BIT/240/538/9788837085384.jpg

 ....grazie al  notevole livello artistico di  Francesco Borromini, Gian Lorenzo Bernini e Pietro da Cortona.

...e poi

Il libro che mi attrae deve avere personaggi che mi facciano venir voglia di conoscerli, deve avere una trama che non mi faccia pensare “maccheccavolodici “ ogni pochi minuti, deve essere sensato, credibile, emozionante …


Ho ripreso in mano  un libro sul Teatro  che comprende anche la prima commedia di NataliaGinzburg, Ti ho sposato per allegria, ( le altre si rifanno in parte ad essa) dai  temi e dalla  struttura, interessanti
Ginzburg ha cominciato a scrivere commedie in seguito alla domanda provocatoria di una rivista, rivolta a lei e ad altri scrittori contemporanei (“Perché non scrivete commedie?),anche se è sempre stata piuttosto perplessa a proposito delle proprie potenzialità teatrali. Per scrivere Ti ho sposato per allegria, Ginzburg dice di essersi ispirata alla prima opera a cui ha assistito in un teatro a Torino, quando aveva solo otto anni: Peg del mio cuore, la cui protagonista era una ragazzina “con un gran cappello di paglia” e di cui non ricorda, però, l’autore. Forse non è una coincidenza che il protagonista de Ti ho sposato per allegria esordisca proprio così: “Il mio cappello dov’è?”
Anche in una delle scene finali ritorna un cappello, quello della madre di Pietro: “PIETRO: Che lusso di cappello!
GINESTRA: La mamma appena ha  saputo che ti sposavi, è corsa subito a comprarsi quel cappello!”
Ginzburg aggiunge di aver scritto questa prima commedia in fretta, "senza piegarmi a respirare malinconie, o fermandomi a respirare solo per brevi istanti. La scrivevo in fretta nel timore di non riuscire a concluderla. In fretta e per noia. [...] Però via via che la scrivevo la noia spariva. L’ho finita in una settimana"

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Ginzburg non si è fatta influenzare dall’opinione negativa dell’amica e scrittrice Elsa Morante, a cui l’aveva fatta leggere e che la trovava “fatua, sciocca, zuccherata, leziosa e falsa,” e quindi l’opera è andata in scena, e interpretata dalla Asti, come previsto. In Ti ho sposato per allegria, come poi in altre commedie, Ginzburg raggiunge la comicità giocando sui valori cari alla nostra società. 
Infatti, per esempio, fa sposare subito Giuliana e Pietro, che si sono conosciuti ubriachi ad una festa, solo perché per lei era l’unica possibilità rimasta:
“GIULIANA: Ma ero disposta a sposare chiunque, hai capito, quando ti ho incontrato.”
Il titolo, come succede in altre commedie, in Ti ho sposato per allegria è ripreso più volte nelle battute di Pietro, quando spiega a Giuliana i motivi per cui l’ha sposata: “Ho sempre sentito, guardandoti, una grande allegria. E non ti ho sposato perché mi facevi pietà. [...] Ti ho sposato per allegria. Non lo sai, che ti ho sposato per allegria? Ma sì. Lo sai benissimo.”
Ginzburg inoltre banalizza il divorzio, non ancora legale in Italia (lo sarà infatti solo nel 1970), come facile soluzione a un eventuale matrimonio sbagliato: “PIETRO: In Italia il divorzio non c’è.



GIULIANA: Sarebbe andato all’estero” e più avanti: “GIULIANA:Meno male che hai un po’ di soldi, così almeno potremo andare all’estero a divorziare!”
E Ginzburg affronta con disinvoltura anche il tema dell’aborto, legalizzato in Italia più tardi, nel 1978: “GIULIANA: Io non mi sento di averlo questo bambino! Non ho casa, non ho lavoro, non ho soldi, non ho niente! [...] E mi ha portato da un medico ungherese, suo amico, e questo mi ha fatto abortire.”


Stile e tecniche narrative

La comicità delle commedie di Ginzburg, più che ai personaggi, si deve al linguaggio, alle parole con cui l’autrice muove in modo leggero i destini dei rapporti fra uomini e donne, fra individuo e individuo.
Questa attenzione linguistica e l’invenzione di un italiano parlato musicalmente, inconsueto nel nostro teatro, rendono Natalia Ginzburg un autore non troppo distante da maestri europei del dialogo come Beckett,Pinter, e Compton-Burnett. 
Come la lunga tradizione della commedia italiana insegna, anche Ginzburg ricorre spesso a giochi sull’identità, confusione di persona, creando nel pubblico, una certa ilarità. Leggiamo in Ti ho sposato per allegria:
“PIETRO: Quale? La tua Elena? O la mia Elena?
GIULIANA: Perché, qual è la tua Elena? Abbiamo anche una Elena per uno?
PIETRO: Mia cugina Elena? O la tua amica Elena?.”
Mettete un curioso matrimonio tra un avvocato di solida estrazione borghese ed una giovane e spiantata donna di bassa estrazione sociale la cui travagliata storia di vita costituisce la trama principale dell’intera vicenda. Mettete poi, tra i due protagonisti, un lungo ed interessante scambio di opinioni  su temi di importanza fondamentale: il rapporto con i genitori, il lavoro, la disoccupazione, la solitudine. E’ così che nasce “Ti ho sposato per allegria”, una pièce firmata Natalia Ginzburg
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La lingua del teatro di Natalia Ginzburg

Questa prima  commedia  Ti ho sposato per allegria (1964), nasce appena dopo l’uscita di Lessico famigliare, 
Lessico famigliare dove sono messi a fuoco la centralità del linguaggio e il dialogato abituale di una famiglia, spesso con sfumature umoristiche. Le abitudini linguistiche del clan familiare, salvate dal naufragio del tempo, insegnano all’autrice a stilizzare il discorso orale nella sua informalità ( ripetizioni e monotonie della presa di parola, qualche regionalismo, caratteristiche  del discorso informale). 
Nelle prime commedie (1964-1966) loquaci sono soprattutto le donne; nelle ultime (1968-1988) invece sono soprattutto gli uomini a discorrere incessantemente, per insicurezza o velleitarismo ???.

 http://www.megghy.com/gif_animate/categorie_varie/teatro/6.gif
Quasi prive di indicazioni sulla regia, queste commedie mettono in scena un “brulichio di dialoghi” sui  mutamenti della società, un parlato-scritto la cui modulazione usa mezzi semplici adatti per essere eseguiti oralmente. Il periodare ha frasi brevi,  punteggiatura adatta alle pause della recitazione, si imitano approssimazioni e incertezze del parlato. In conclusione, le scelte stilistiche dell’autrice si basano  sull’ascolto della realtà linguistica pragmaticamente intesa.
Il comico nasce dalla frizione tra una battuta e l’altra, dall’ambiguità e dal malinteso, dalla ripetizione di frasi-tipo,  dal gioco di parole.
Un commento fatto nel 1989 dalla stessa scrittrice, che ripensava a questo testo effettivamente anomalo per le sue inclinazioni, è molto interessante:
«In tutto ho scritto, fino a oggi, dieci commedie, e la prima, Ti ho sposato per allegria, dato il carattere della donna attorno a cui gira l'idea, è la più randagia, la più gaia. Come mai fosse allegra, non lo so. Io non ero allegra - confessò la Ginzburg - Ma forse veniva fuori allegra per quell'ilare stupore che uno prova quando fa una cosa che aveva comandato a se stesso di non fare mai. O forse aveva un'apparenza allegra perché la concepivo in fretta senza respirare malinconia. In fretta e per noia. Però via via che la buttavo giù la noia spariva. L'ho finita in una settimana». Grande, anche nell'autoironia,  rara scrittrice.
 http://www.francociccio.altervista.org/Immagini/Gifanimate/tende.gif
La cosa che più mi ha colpito  è la sua nota iniziale. In cui parla di come sia nata quasi per caso questa sua avventura nel teatro, di come  alla fine in un bilancio da scrittrice, la commedia abbia invece avuto un ruolo importante nella sua vita:
Your image is loading...“Pensavo ora alle commedie come pensavo ai romanzi, ai racconti. Il punto di partenza era uguale. Diverso era il dopo. Scrivi un romanzo e quando l’hai finito lo offri a un editore. Se l’editore lo pubblica tutto scorre abbastanza liscio. Non detesti nessuno. (…)I libri possono sgattaiolare via quieti e chiotti. Le commedie generano in chi le ha scritte forti ramificazioni di amore e di odio, e procedono in mezzo al rumore.”
Tra le parole che si scambiano i protagonisti  c’è un sottile filo di tristezza, di solitudine, di angoscia, tanta vita quotidiana. Personaggi che non sono a proprio agio, mariti e mogli che si odiano e continuano a stare insieme, donne disordinate e “randage”, come le descrive la stessa Natalia, uomini chiacchieroni e incapaci di portare avanti la vita. Immagini di vita quotidiana, sì. Ridicole, comiche spesso.Il nostro quotidiano pensare, i fatti e gli accadimenti di tutti noi. Tradotti in dialoghi che – quando ci si trova dalla parte del lettore – fanno pensare, e molto, alle nostre vite








1- Il Barocco a Roma si sviluppa intorno agli anni 30 del Seicento e in poco tempo diventa lo stile preferito della Chiesa Cattolica e delle monarchie per la necessità di progettare chiese barocche, monasteri e palazzi sontuosi. Questo stile  fa la sua prima comparsa dopo la fine del Manierismo, da cui eredita alcune delle tecniche e risulta semplice ma allo stesso tempo pieno di effetti. Le caratteristiche fondamentali dell'architettura barocca sono rappresentate da linee curve e sinuose - come ellissi e spirali che si intrecciano- .  Uno degli aspetti distintivi del barocco è senza dubbio la decorazione che, insieme con la pittura, la scultura e l'uso degli stucchi, ha dato vita ai monumenti e opere uniche e davvero suggestive.

giovedì 23 gennaio 2014

CON UN PIZZICO DI IDEE, RICETTA E TRADIZIONI 16

ECCOMI A PRESENTARVI IL CONTRIBUTO DI 
 BLOG CURATO DA  CHIARA PER LA RASSEGNA ...  RICETTE   LIBRI  FILM  TRADIZIONI IN CUI LE RI-TROVIAMO



CHIARA  si presenta:"... passione, curiosità e voglia di sperimentare sono le cose che insegno ai miei figli condivise da mio marito. Amo tutte le arti manuali, sono affascinata da tutto ciò che mi circonda. Immagino, elaboro e creo con il cuore, con l'animo di una bambina scopro e mi stupisco delle mie piccole conquiste.  Amo la vita in tutte le sue sfacettature. Prima di assaggiare un piatto lo annuso ad occhi chiusi per captarne le emozioni e per capire se riesco a trasmetterle ad altri!" 
E proprio l'espressione "Prima di assaggiare un piatto lo annuso ad occhi chiusi per captarne le emozioni "mi ha colpito per la sua semplice immediatezza


Questo ortaggio ricco di proprietà Chiara lo usa   per ogni squisitezza di moltissimi piatti. Ottimi fritti, spadellato per un sugo veloce, ripieno... e chi più ne ha ne metta!
Ed ora  passo passo ci indica l'  appetitosa ricetta per la sua FOCACCIA AI FIORI DI ZUCCHINA 
Questa meravigliosa squisitezza si presta per moltissimi piatti.Ottimi fritti,spadellati per un sugo veloce,ripieni e chi più ne ha ne metta!
Come promesso tempo fa oggi vi posto la ricetta passo passo della focaccia. - See more at: http://unpizzicodiidee.blogspot.it/2013/07/focaccia-con-fiori-di-zucchina.html#sthash.9nRTinxp.dpuf

INGREDIENTI:

500gr di farina manitoba
50gr di lievito madre secco(alternativa 1 bustina di lievito mastrofornaio)
300gr circa di acqua a temperatura ambiente
1 cucchiaino raso di sale aromatico(nel blog trovate la ricetta)
2 cucchiaini rasi di zucchero
olio extra vergine di oliva
2 mozzarelle tagliate a cubetti

 MATERIALE NECESSARIO:

pirofila 28 per 36 circa
carta da forno
pellicola
tela o canovaccio

COME SI PROCEDE..

Mettere la farina,lo zucchero, il lievito nell'impastatrice (io ho il kitchen Aid ma penso che per gli altri modelli sia lo stesso) accendete e fate andare a bassa velocita (2),aggiungete l'acqua,poca alla volta, il sale, 2 cucchiai di olio. Per chi non usa l'impastatrice, mettere in una boulle nello stesso ordine gli ingredienti. L'impasto deve essere morbido e appiccicoso,raccogliete a palla e mettetela nella vostra pirofila rivestita con la carta da forno -
stendete un filo di olio sopra l'impasto
e iniziate a stenderla con le dita fino a coprire tutto il fondo della pirofila 

coprite con pellicola e canovaccio,lasciatela lievitare per circa 2 ore lontano dall'aria.Trascorso questo tempo  la nostra focaccia sarà bella alta,così -

togliete la pellicola,date una spolverata di sale(facoltativo)e infornate a 200°,con forno pre riscaldato per circa 20 minuti,trascorso questo tempo aprite il forno adagiate i fiori di zucchina e spolverate con la mozzarella
nfornate per altri 10/15 minuti
infornate per altri 10/15 minuti
ecco qua, pancia mia fatti capanna!
Chiara  termina così i suoi consigli per un piatto deliziosamente invitante:”In questa ricetta ho usato la  mozzarella ma si usa spesso il formaggio tipo asiago dolce e d'altronde va bene qualsiasi formaggio che avete in casa.Volevo provarla con il certosino ma i miei figli si sono stizziti e ho optato per la mozzarella se per caso qualcuna di voi la sperimenta me lo fa sapere? Poi, se ne avanzate,il giorno dopo si può tagliare a mo' di panino e “sbaffarcela” con un affettato!mmmm...ah....noi avevavo del lardo d'arnard..UN PARADISO DI SAPORE!!!!"""




http://orestecarlini.it/Myfilesin/storia%20animata.gifLa ricetta di CHIARA  mi riporta indietro di qualche anno quando ai miei giovani studenti cercavo di istillare le curiosità della ricerca storica  che intraprendevano con entusiasmo recandoci insieme nella Aula Computer e tramite Internet, guidati dall'esperienza di noi docenti, facevano a gara nel trovare riferimenti immagini storie particolari.

 Ecco allora  emergeva anche l’ origine del  nome di questo ortaggio -forse dal latino cocutia ,  testa- e con grande ilarità collegavano i vari modi di dire legati alla cucuzza, cocuzza,  termine  utilizzato nelle lingue dialettali di alcune regioni meridionali.

IL SEGNALIBRO DI SIMONETTA
https://plus.google.com/u/0/events/c3brri4mruqs88cf5d66ui6c260
SEGNALIBRO DI SIMONETTA
L’origine è controversa e un po’ incerta. Quest’ortaggio era conosciuto e coltivato, in varietà diverse, dai popoli più antichi, Egizi, Romani, Arabi e Greci; questi popoli la importarono con molta probabilità dall’Asia Meridionale, più precisamente dall’India. La sua coltivazione non era solo scopo alimentare, tanto che gli antichi Romani una volta svuotata la polpa e fatta essiccare la zucca , la utilizzavano come contenitore per il sale, latte o cereali o addirittura nericavavano piatti, ciotole, cucchiai, mentre i popoli più fantasiosi uno strumento musicale, le maracas sudamericane.
SEGNALIBRO DI SIMONETTA
La zucca fu conosciuta dagli europei solo dopo la conquista delle Americhe quando Cristoforo Colombo portò in Europa diverse varietà di zucca e di tutti i tipi: bislunga o rotonda, grande o piccola, verde, gialla, striata, rossa. Subito non godette affatto di ottimo prestigio e venne comunemente ritenuto un cibo della bassa plebe.
La zucca inizialmente fu usata per sfamare il popolo contadino che col passare del tempo ne ricavò  ricette prelibate.
 
http://i7.photobucket.com/albums/y266/luciap955/icone%20forum/gif_animate_cucina_0666.gif 

Le lunghe carestie fecero cadere i pregidizi sulle zucche e iniziarono a essere apprezzate anche dalle classi sociali più abbienti. Anche se inizialmente di quest’ortaggio colpì per la sua strana forma, finalmente aveva attirato l’attenzione del palato. Ci si accorse, infatti, che la sua polpa, diventava ottima se preparata con condimenti e aromi giusti. Tant' è che oggi si cucina in svariati modi, si può utilizzare per realizzare un primo o un secondo piatto e perché no anche per un dolce.

Fede, passione, curiosità e voglia di sperimentare sono le cose che insegno ai miei figli condivise da mio marito.
Amo tutte le arti manuali, sono affascinata da tutto ciò che mi circonda. Immagino, elaboro e creo con il cuore, con l'animo di una bambina scopro e mi stupisco delle mie piccole conquiste.
Amo la vita in tutte le sue sfacettature. Prima di assaggiare un piatto lo annuso ad occhi chiusi per captarne le emozioni e per capire se riesco a trasmetterle ad altri. Benvuti nel mio piccolo mondo - See more at: http://unpizzicodiidee.blogspot.it/#sthash.MRAhjoVY.dpuf
Fede, passione, curiosità e voglia di sperimentare sono le cose che insegno ai miei figli condivise da mio marito.
Amo tutte le arti manuali, sono affascinata da tutto ciò che mi circonda. Immagino, elaboro e creo con il cuore, con l'animo di una bambina scopro e mi stupisco delle mie piccole conquiste.
Amo la vita in tutte le sue sfacettature. Prima di assaggiare un piatto lo annuso ad occhi chiusi per captarne le emozioni e per capire se riesco a trasmetterle ad altri. Benvuti nel mio piccolo mondo - See more at: http://unpizzicodiidee.blogspot.it/#sthash.MRAhjoVY.dpuf
ede, passione, curiosità e voglia di sperimentare sono le cose che insegno ai miei figli condivise da mio marito.
Amo tutte le arti manuali, sono affascinata da tutto ciò che mi circonda. Immagino, elaboro e creo con il cuore, con l'animo di una bambina scopro e mi stupisco delle mie piccole conquiste.
Amo la vita in tutte le sue sfacettature. Prima di assaggiare un piatto lo annuso ad occhi chiusi per captarne le emozioni e per capire se riesco a trasmetterle ad altri. Benvuti nel mio piccolo mondo - See more at: http://unpizzicodiidee.blogspot.it/#sthash.MRAhjoVY.dpuf

http://design-flute.com/wp-content/uploads/2009/01/thanks-final10.gif...CHIARA

martedì 21 gennaio 2014

RICETTE LIBRI FILM TRADIZIONI IN CUI LE RI-TROVIAMO 15


TRA DIECI GIORNI TERMINA QUESTA RASSEGNA - RACCOLTA DI RICETTE CHE HA RIUNITO 
I CONTRIBUTI DI SIMPATICI/CHE CURATORI/TRICI DI BLOG


Questa settimana dapprima con Costanza ed il suo blog 


che mi fa ricordare il periodo bello e spensierato in cui si frequentavano le scuole elementari e si attendevano le festività natalizie con la preparazione , in casa, di dolci tradizionali
Nel suo caso il rammentare quel periodo è legato a dei biscotti...ma facciamolo raccontare a lei stessa......

Lebkuchen a modo mio


"Ero in prima elementare e in un giorno di dicembre, all' ora di ricreazione, tirai fuori dalla cartella il mio Lebkuchen al cioccolato. Era la prima volta che lo mangiavo in pubblico, il Lidl era ancora di là da venire e nessuno in classe mia aveva mai visto qualcosa che assomigliasse anche solo lontanamente a questi biscottoni natalizi.

Ovviamente attirai all'istante l'attenzione di tutti i bimbetti e siccome all'epoca abitavo a Firenze fu tutto un susseguirsi di "o icchè l'è?!!"......"ma icchè tu mangi??!"...... 
http://www.zingarate.com/network/amburgo/files/2013/12/spekulatius_0.jpgCosì mentre quelli addentavano le loro focacce io spiegai che avevo appena ricevuto il mio pacco di Natale da Norimberga,  me lo avevano spedito i miei nonni materni come tutti gli anni, e mica c'erano solo i Lebkuchen dentro, ma anche gli Spekulatius 
(i biscotti alla cannella),i Bratwurst 

http://us.cdn1.123rf.com/168nwm/tribalium123/tribalium1231210/tribalium123121000195/15867599-salsicce-salsiccia-segno-etichetta-simbolo-salsiccia-salsiccia-di-design.jpg

 http://www.baeckerei-tamke.de/bilder/christstollen_geschenk.gif
............. Da come fissavano il mio Lebkuchen capì che erano più interessati a scoprire che sapore avesse piuttosto che ad ascoltare il mio resoconto! Così mi allontanai prima che qualcuno si azzardasse a chiedere un assaggio, di certo non avrei scambiato il mio Lebkuchen con le loro focacce!"

"Oggi- ci ricorda Costanza- basta andare sul sito del produttore ufficiale e  con un click possiamo farceli spedire direttamente a casa in pochi giorni. Se poi si fa  la spesa al Lidl probabilmente vi sarà capitato di vederli durante il periodo natalizio, magari li avrete anche acquistati, ma sappiate che se anche vi sono piaciuti quella roba ha solo l'aspetto dei Lebkuchen, non certo il sapore e men che meno il profumo!! "
Ma per Costanza, anche se per antonomasia il vero Lebkuchen è quello di Norimberga, questi biscotti  da secoli vengono fatti in diverse regioni della Germania e ogni regione ha una sua ricetta particolare.

IL NOME...CHE ORIGINE HA ?

L'etimologia del nome è incerta, kuchen significa dolce, mentre leb potrebbe derivare dal latino libum (focaccia), oppure dalle parole tedesche laib (pagnotta)leb-honigh (il tipo di miele utilizzato), leben (vita).
Con sicurezza, ribadisce Costanza, "i Lebkuchen sono stati inventati nel 13° secolo dai monaci in Franconia. Ci sono documenti che attestano l'esistenza dei Lebkuchen a Ulm (Baviera)nel 1296 e a Norimberga nel 1395. Sebbene esistano molte varianti nella preparazione di questi biscotti, generalmente gli ingredienti più utilizzati sono miele,  nocciole,  mandorle,  noci,  frutta candita e un mix di spezie tra cui semi di anice, coriandolo, chiodi di garofano, zenzero, cardamomo, pimento, cannella, noce moscata...
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/69/Karlsbader-Oblate.jpgTradizionalmente viene usato come agente lievitante l'ammoniaca per dolci e l'impasto ottenuto viene messo su ostie chiamate Oblaten  che possono essere circolari o rettangolari. I Lebkuchen possono essere rivestiti da una glassa di cioccolato, di zucchero a velo oppure lasciati al naturale.
I Lebkuchen di Norimberga sono piuttosto grandi (quelli rotondi hanno un diametro di 10 cm) e sono morbidi all'interno. In altre zone della Germania sono invece dei veri e propri biscotti, più piccoli e croccanti.

Costanza, la nostra amica, Per fare i suoi Lebkuchen si è basata su una ricetta trovata tantissimi anni fa su una rivista tedesca e, a giudicare da quello che ha letto in rete, non è la ricetta per fare i classici Lebkuchen morbidi di Norimberga, ma quella per fare i Lebkuchen in versione biscotto.
Costanza riporta le modalità per preparare  quelli grandi e morbidi, quelli della sua  infanzia:"...ho ridotto il tempo di cottura indicato nella ricetta, ho steso l'impasto piuttosto alto e ho usato un coppapasta di 10 cm invece della classiche formine per biscotti. Non ho usato l'ammoniaca per dolci nè le ostie perché non le avevo, ma posso dire con soddisfazione che il risultato è stato comunque molto simile all'originale!!


BRAVA COSTANZA ....ED ECCO LA TUA RICETTA  
  
"Con queste quantità ho ottenuto 9 Lebkuchen da 10 cm (50 biscotti secondo la ricetta originale)

INGREDIENTI E MODALITA' SONO ALLA BASE DELLA PREPARAZIONE

1 uovo più  2 tuorli
220 g di zucchero di canna
75 g di burro
50 g di mandorle in polvere
30 g di cedro candito
330 g di farina bianca
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaino di zenzero grattugiato
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di scorza di limone grattugiata
1 pizzico di noce moscata
1 pizzico di chiodi di garofano in polvere
Per la glassa: cioccolato fondente e zucchero a velo

Sciogliete il burro. Mescolatelo con lo zucchero, il cedro candito (tritato) e le spezie, l'uovo intero sbattuto con i tuorli. Mescolate la farina con il lievito e unite alla pastella, mescolando con una forchetta.Lavorate la pasta e stendete una sfoglia piuttosto alta, diciamo da 1/2 cm a 1 cm. Ritagliate i biscotti con un coppapasta di 10 cm. Se volete fare dei normali biscotti stendete la pasta più bassa e usate le formine per biscotti.Mettete i biscotti nella teglia coperta da carta da forno e cuocete a 160° per 10 minuti se volete fare i Lebkuchen morbidi come ho fatto io (in pratica vanno sfornati prima che comincino a dorare ed è indispensabile la prova stecchino) oppure a 170° per 12 minuti (o comunque fino a doratura) se volete fare i classici biscotti.In ogni caso tenete presente che induriranno raffreddando.
Quando sono freddi potete rivestirli con la glassa di zucchero a velo preparata mescolando 50 g di zucchero a velo con un cucchiaio di acqua. Oppure potete decorarli con la glassa di cioccolato facendo fondere il cioccolato fondente ( mi sono dimenticata di pesarlo!) con un po' di acqua.
Ho poi cercato tra vari blog e ne IL FOGOLAR ho trovato altre notizie interessanti
http://ilfogolar.blogspot.it/2008/12/lebkuchen-di-alda.html
Lebkuchen è un termine generico che indica un impasto a base di miele e spezie, tradizionale nei paesi di lingua tedesca, ma non solo: si tratta di dolci di antiche origini, e sono stretti parenti dei nostri panforte o panpepati. Passati in America con l'immigrazione centroeuropa, sono anche chiamati gingerbread.
Nei paesi di lingua tedesca, i Lebkuchen sono  biscotti asciutti, da appendere sull'albero, ma anche impasti più morbidi, tipo i BaslerLeckerli (di Basilea) o quelli di Norimberga.
È un impasto morbido, che NON si stende per poi ritagliarlo con le formine, ma si mette a mucchietti sulle ostie, come del resto dice espressamente
  Fausto Fracalini nel suo blog




 Una storia antica nel tempo
 
http://www.torreggiani.com/news/intra/immagini/miele1.jpgIl Lebkuchen ci riporta alla preparazione di dolci simili già nell'antico Egitto con un valore religioso, per allontanare i demoni, come offerta. Ma Focacce al miele (DA DIETE STORICHE ,cosa mangiavano i popoli antichi?) ne avevano anche Greci e Romani.  Nell'alto Medioevo ne preparavano i monaci e vi attribuivano proprietà curative per via delle spezie, le consumavano anche in quaresima o nei periodi di digiuno. Ecco perché si consumavano proprio sotto Natale, visto che a quei tempi l'Avvento era tempo penitenziale! 
http://www.fondazionestoriaeconomicabergamo.it/images/tomi/122-5.jpg
CORPORAZIONI
Poi la preparazione fu affidata ad apposite corporazioni artigiane, e nel '500 si sviluppò molto il commercio dei Lebkuchen, soprattutto  in alcune città come Braunschweig e Norimberga, che anche oggi è la loro patria par excellence, sia perché questa città era un centro importante per l'apicoltura, per ragioni climatiche e territoriali; sia perché in quel periodo ebbe una forte ascesa economica come centro di scambio per il commercio delle spezie. Fu allora che senz'altro l'impasto semplice della focaccia speziata venne arricchito con altri ingredienti
(frutta secca,con  valore simbolico di  morte e resurrezione).

UNO DEI SEGNALIBRO IN PALIO



UNO DEI SEGNALIBRO IN PALIO

lunedì 20 gennaio 2014

Lunedì la RUBRICA SU Ambiente e Paesaggi @ 3, IL F.A.I. E I LUOGHI DI FOGAZZARO

CARI LETTORI ECCOCI  ALL 'APPUNTAMENTO  DEL LUNEDI' CON LA  RUBRICA SULL'AMBIENTE...
http://letturesenzatempo.blogspot.it/2013/10/rubrica-verde-del-lunedi-lambiente.html

HA RIAPERTO Villa Fogazzaro: riemerge dall’oblio il piccolo mondo antico

A dire la verità, di Antonio Fogazzaro si ricorda poco e niente, si sa poco e niente. Io ricordo, come stretta da una morsa, gli anni del Liceo classico dove al quarto anno ecco entrare con i moti il romanzo Piccolo mondo antico ambientato sulle rive del lago di Lugano sullo sfondo dell’Italia risorgimentale, tra la prima e la seconda guerra di indipendenza, con il dissidio amoroso e ideale tra Franco Maironi, un giovane di idee liberali, e Luisa Rigey, una ragazza di modeste condizioni economiche. 
  
La preparazione della lezione sul Fogazzaro ed il suo romanzo era impegnativa perchè prima si doveva analizzare il testo partendo dalla fabula intreccio poi collegare i fatti storici anche nel contesto gegrafico.
Ed ecco come la storia ti poneva di fronte Franco, il protagonista che viveva con la nonna, una marchesa che parteggiava per il governo austriaco, la quale si opponeva al suo matrimonio con Luisa sotto la minaccia di diseredarlo. Franco la sposa ugualmente e dopo il matrimonio i due vanno a vivere a Oria sul lago di Como, dallo zio di Luisa, Piero Ribera.
 
http://www.parks.it/riserva.valsolda/mapl.php


 Presto emerge tra i due un profondo dissidio a causa della loro diversità di carattere. Neanche la nascita di  Maria, che lo zio ama chiamare Ombretta Pipì, riesce a salvare il loro rapporto. Tutto precipita quando si viene a conoscenza di un testamento che toglie denari alla nonna di Franco in favore dello stesso. Egli per carità cristiana, non vuole agire, mentre Luisa vorrebbe andare contro la marchesa. La morte della piccola Maria, che affoga nel lago di Lugano, segna tragicamente la fine del loro matrimonio.
Il carattere deciso e pratico di Luisa contrasta con l’animo contemplativo di Franco. I due si separano. Ma dopo tre anni, Franco e Luisa si rincontreranno sull’isola Bella, alla presenza dello zio, e alla vigilia della partenza di Franco per la guerra.
 
Pubblicato a Milano nel 1895 — benché l’autore avesse cominciato a scriverlo dieci anni prima, nell’agosto del 1884 — Piccolo mondo antico divenne in breve tempo un grande successo come romanzo di impronta realista con evidenti richiami manzoniani. I protagonisti trovano serenità nel loro conflitto ideale grazie al contatto con la quotidianità delle persone semplici, portatrici di un modello autentico di valori spirituali e l'ambiente naturale circostante.
A questo punto entra in gioco il Fai, Fondo italiano per l’Ambiente, ente che si dedica alla tutela e valorizzazione del patrimonio nazionale e che ha come obiettivo proteggere, restituire alla collettività beni monumentali, ambientali e paesaggistici. 

 Il FAI  mi ha offerto lo spunto in questa RUBRICA DEL LUNEDI' dedicata all'ambiente ed ai luoghi verdi, per ricordare lo scrittore in occasione della riapertura dei luoghi come villa Fogazzaro Roi, sulla sponda italiana del lago di Lugano - Oria di Valsolda (provincia di Como), non lontano da Milano. Villa donata al FAI dal pronipote dello scrittore, il marchese Giuseppe Roi,( QUI NOTIZIE SUL cammino Fogazzaro – Roi  dedicato anche al pronipote del famoso scrittore: il marchese Giuseppe, detto Boso, Roi (1924-2009), grande mecenate della cultura vicentina ed ultimo erede delle famiglie Fogazzaro e Roi). 

Trattare di questi luoghi e del romanzo oltre ad esercitare la memoria nazionale o rianimarla e rendere pubblico un bene che fu di uno scrittore trascurato, è un atto di consapevole attenzione per il nostro patrimonio culturale comune.
Il visitare la villa e le località teatro delle vicende, ha una duplice valenza: scoprire un paesaggio tipico dell’Italia, e incuriosirsi di Fogazzaro. Anche perché c’è una piena corrispondenza tra i luoghi geografici e quelli letterari: il piccolo mondo antico davvero esiste, il paesaggio lombardo lacustre e montano, carico di suggestioni romantiche è lì come nelle pagine di Fogazzaro.
 Il vecchio viottolo che costeggia il lago. Le terrazze, che fecero da sfondo alla vita reale di Fogazzaro , luoghi del romanzo  ambientato nella fase del risorgimento lombardo, rimasti intatti da allora e ricordarli significa attenzione al paesaggio e alla sua storia.
  

 Rammentare è parte della nostra identità, nella complessità geografic0-ambientale che ci contraddistingue. Anche un piccolo mondo antico ha il suo perché. Non infeltrisce a qualunque latitudine si trovi. Anche nel profondo Nord.




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E' un angolo appartato d’Italia, tanto appartato che molti pensano sia in Svizzera, ma la Valsolda, affacciata su quel tratto del lago di Lugano , appartiene alla provincia di Como e che qui si chiama preferibilmente Ceresio dove affascinanti sono le passeggiate in collina verso le riserve naturali (QUI NOTIZIE) oppure  particolari le tranquille gite in barca sulle acque del lago. 
Questo è il “Piccolo Mondo Antico”. Con Oria, Albogasio, San Mamete, Cressogno, legati alle atmosfere malinconiche e affettuose del romanzo di Fogazzaro qui sono ancora riconoscibili.