sabato 21 dicembre 2013

UN CONTRIBUTO D'ECCELLENZA: FOSCO MARAINI PER RICETTE TRADIZIONALI E LIBRI E FILM IN CUI LE RI-TROVIAMO 8


IL CONTRIBUTO DA....

  Il coniglio mannaro 

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...  quella parte di ognuno di noi che si è persa in un posto magico e guarda da lontano il nostro mondo e la sua luna. Continua a raccontare storie fantastiche e frammenti di sogni, a volte fingendo di voler tornare indietro.

Di Nonne, cipolle e....aldeidi leggere

Il breve racconto, oltre che partecipare al 34° Carnevale della Chimica da Leonardo Petrillo, è tratto da una storia vera. E saporita.  

"La piccola cucina è inondata di sole.
E’ la luce dorata, discreta e soffusa, di una giornata gelida d’inverno, in cui anche il sole si copre di soffici nuvole, come se persino lui soffrisse il freddo.
Arriccio il naso, lo sguardo va ai fornelli dove borbotta  un plotone di pignatte e tegami; quelli grossi, da guerra, che raramente vedono il mondo fuori dal proprio ripostiglio.
Annuso gli effluvi che salgono lenti dalle mutevoli superfici di cottura, dove interfacce di composite miscele organiche gorgogliano, ribollono, gemmano in vescicole viscose, da cui  traboccano con liquidi schiamazzi le vaporose risultanze delle energie convettive sottostanti.
Il piccolo laboratorio biochimico del mio organo olfattivo si dimostra all’altezza dei millenni di perfezionamenti a cui l’evoluzione l’ha sottoposto, restituendomi l’ordinato rapporto analitico delle impronte odorose di un vasto connubio di ortaggi."
 

Trancio di Maialino  in casseruola

 Per 6 persone.
 
 1/2 kg di fesa di maiale
3 scalogni2 noci di burro
Succo di 1 limone
80 gr di pangrattato
Una manciata di prezzemolo
Timo e rosmarino
Sale e pepe

PROCEDIMENTO

Tagliare gli scalogni e rosolarli  nel burro per 10 minuti. Aggiungere il prezzemolo tritato, il succo del limone, sale, pepe e pangrattato. Mescolare  tutti gli ingredienti e lasciar  raffreddare. Incidere la carne internamente in modo da poterla farcire. Riempirla  con il composto.Tritare insieme timo, rosmarino e un pò di sale e pepe. Massaggiare esternamente la carne con questo trito.Scaldare un grosso tegame  con un filo d'olio e rosolare l'arrosto su tutti i lati.
Disporlo  su una teglia da forno e cuocere a forno preriscaldato a 180° per un'ora circa.
Tagliare a fette non troppo sottili e servire. 
 

Con l'omaggio a  Fosco Maraini e la sua “Gnosi delle Fanfole”

Banate un tronfo di maiale grongo, di grossa frammassa
Forbitelo di odorastre, gramitelo di sale e maratelo col vino trefotto, finché è locchio.
In una casseruola strafossola, trimite una cipollona in grighi piccoli. Fate sgrattevolare nell’olio, gruvate di sale e fistrine.
Morate la carne borra, lasciando sfrettolare da tutti i lati, finché stremola tutta e frungolisce bene.
Poi remolate il fuoco, lemettate con il vino e stipettate un coperchio grongo, lasciando recolare finché sbollotta piano.
Ripollate per due ore, sollinando di tanto in tanto finché il poppolo si sfella. Poi coffelate a tavola, ben prunito e reguroso. Col vino trefotto.


APPROFONDIMENTO LETTERARIO DA  POPINGA ...

"La Gnosi delle Fànfole di Fosco Maraini, 
 
 
http://keespopinga.blogspot.it/2011/04/parole-inventate-5-fanfole-prima-di.html
  
 
la straordinaria raccolta di poesie scritte in una lingua “composta di termini privi di senso se non per quello, obliquo, conferito ad essi dal loro stesso suono”, è stato il primo esempio italiano di “poesia metasemantica”. Maraini ha pubblicato questo piccolo capolavoro nel 1994, ma ci ha lavorato per almeno due decenni, con il minuzioso metodo di continua insoddisfazione, revisione, correzione, limatura e controllo che caratterizza i grandi poeti, quasi mai “ispirati” al punto da scrivere di getto versi immortali. In realtà, prima del 1994 sono comparsi qua e là sulle riviste letterarie e nelle raccolte collettive ed individuali alcuni esempi di poesie composte interamente o parzialmente con parole inventate, per cui il mio giudizio iniziale andrebbe in parte rivisto: Maraini ha portato a compimento artistico un’idea che era nell’aria in quegli anni di grande sperimentazione e, ancor prima, dai tempi dello Zang Tumb Tuum di Marinetti e dei futuristi. La cosa non deve stupire: i poeti sono, chi più chi meno, onomaturghi, inventori di parole, e, anche quando non ne inventano di nuove, sanno conferire a quelle vecchie nuovi significati e, attraverso il loro accostamento, aprire nuove prospettive da cui guardare dentro il mondo e noi stessi".

http://files.archinect.com/uploads/ai/aiu_zang_tumb_cover.jpg



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