sabato 9 agosto 2014

VENERDI' DEL LIBRO...Il tempo breve. Nell’era della frenesia...



OGGI SIAMO PROPRIO AL TEMPO BREVE ...

La società post-industriale, dopo l’ostentazione del lusso, tipica degli anni del boom economico, ha  inventato in tempi di crisi un nuovo status-symbol del lusso: il tempo breve

Così titola questo saggio di Marco Niada, Il tempo breve. Nell’era della frenesia: la fine della memoria e la morte dell’attenzione (Garzanti, Milano 2010), giornalista economico milanese, da anni residente a Londra, con un libro che merita una riflessione.
Un interessante  analisi di un  giornalista per ventisei anni de “Il Sole 24 ore”,  che lascia la redazione nel momento più acuto della crisi finanziaria del 2008. 
Così sottotitola il libro: “Nell’era della frenesia: la fine della memoria e la morte dell’attenzione”. 

Propongo questo saggio che mi è stato consigliato da Matteo.  La sua analisi parte da lontano: pur senza pretendere una certa scientificità,  si passano  in rassegna le prime clessidre ad acqua dei greci, la scansione del tempo nelle città-stato sumere, le meridiane dei Romani. Strumenti ancora imprecisi e che, in certe condizioni (cielo coperto per l’uso delle meridiane), diventavano inutilizzabili.
Quando si comincia allora ad avere fretta? Suggerisce l'autore:

"Più di uno studioso fa coincidere questo passaggio con il Medioevo e con il tempo della Chiesa, per la precisione. Quando Benedetto da Norcia fonda nel VI sec. d.C. le prime comunità monastiche incentrate sull’ora et labora e quindi sulla rigida programmazione delle giornate, si dà il via a una disciplina del tempo di stampo pre-moderno."

Per la prima volta i monasteri diventano vere e proprie isole il cui tempo,  si regola sui principi della preghiera: “comunità-orologio” le definisce qualche storico. Il passaggio ulteriore avviene con
l’invenzione dell’orologio meccanico tra la fine del XIII e l’inizio del XIV sec., periodo della nascita della borghesia europea e dell’intensificarsi dei traffici e delle attività quotidiane. Il tempo del mercante diventa un tempo prezioso: le città tardo-
medievali, animate dalla laboriosità di operai e artigiani, seguono i tempi dettati dagli orologi delle torri dei palazzi comunali. 

“Attorno alla metà del XV secolo, tutte le grandi città possiedono mediamente cinque-sei orologi pubblici ben visibili, collocati agli angoli strategici dell’abitato come sentinelle poste a orvegliare lo svolgimento ordinato della vita sociale”.


Chi controlla il palazzo e suona le campane, comanda sulla città. Al tempo del mercante si aggiungono, tra il XVI e il XVII sec., altre novità tecniche: le lancette dei minuti, l’orologio tascabile e il pendolo. Il tempo diventa così sempre più preciso, ma una notizia impiega sempre due settimane per arrivare da Parigi a Venezia. La ricerca dell’efficienza è figlia della rivoluzione agricola del XVIII sec. e di quella industriale del XIX sec. Il  boom dei commerci, il moltiplicarsi delle vie e dei mezzi di trasporto fanno compiere il grande balzo verso l’accelerazione del Tempo. Sarà tuttavia la comparsa del treno a vapore, nella prima metà dell’Ottocento, a segnare il vero punto di non-ritorno: i tempi di percorrenza vengono abbattuti e la locomotiva assurge a simbolo dell’accelerazione moderna. Ad ogni periodo il proprio tempo, a rimarcarne la sua natura convenzionale.
 
PERCHE'  CONSIGLIO  QUESTO TESTO...

Ad ogni periodo il proprio tempo per  rimarcarne la sua natura convenzionale. A denotare il nostro, ci sarebbero, secondo l’autore 

 " le more e le mele. Il Blackberry, con la sua tastiera un po’ a arcuata a ricordare le drupe delle more, e l’iPhone della Apple,  strumenti di un nuovo e inedito rapporto con lo spazio e con il tempo: abolendo le distanze e garantendoci una forma di onnipotenza dovuta all’ubiquità, i “telefonini intelligenti” ci lanciano verso un’era di continua emergenza e connessione, in cui diventa sempre più difficile distinguere ciò che è urgente da ciò che è importante". 

‘Gran parte del senso che diamo alla vita dipende dal rapporto che abbiamo con il tempo’, scrive nell’Introduzione Niada.


E  conclude: 

‘Non solo l’eccesso di impegni non ci permette più di mantenere un reale controllo del tempo, come facevano i monaci con lo scopo di avvicinarsi a Dio, ma sempre più la catena infernale di impegni e scadenze inizia a farci perdere il controllo di noi stessi, la nostra capacità di osservare e di creare, confondendo continuamente ciò che è urgente con ciò che è importante’ (pp. 10.11).


 QUI SI POSSONO LEGGERE I CONTRIBUTI DEGLI  scorsi Venerdi’ del libro.


 

 CHI PARTECIPA A QUESTO VENERDI' DEL LIBRO -
8 AGOSTO


 homemademamma
http://www.homemademamma.com/2014/08/08/venerdi-del-libro-mal-di-pietre/













 Manu

 
 

1 commento:

Unknown ha detto...

Al giorno d'oggi facciamo tutti una vita frenetica. Scandita. Una scelta interessante leggere un saggio sul tempo!