venerdì 19 settembre 2014

Venerdì del libro 19 settembre, BUZZATI - STORIE DISEGNATE E DIPINTE: ANCHE UN LABORATORIO di Lettura e Scrittura Creativa,


... PER QUESTO VENERDI'...
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 BUZZATI - STORIE DISEGNATE E DIPINTE

 "Il fatto è questo: io mi trovo vittima di un crudele equivoco. Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo alquanto prolungato, ha fatto anche lo scrittore e il giornalista. Il mondo invece crede che sia viceversa e le mie pitture quindi non le “può” prendere sul serio. La pittura per me non è un hobby, ma il mestiere; hobby per me è scrivere. Ma dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa. Che dipinga o che scriva, io perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare delle storie. Intervista a  Dino Buzzati, 1967


Dino Buzzati è stato giornalista, scrittore, pittore, certo, e per queste attività è ricordato come uno dei grandi del Novecento italiano, il suo Genio ha potuto trovare sfogo anche in ambiti creativi all'apparenza secondari, ma che , con la sua lungimirante intelligenza, ha saputo interpretare e nobilitare: illustrazione e  fumetto.
Lo sperimentalismo di Buzzati e il suo amore incondizionato per la scrittura e per il disegno lo portano ben presto a creare racconti fatti di testi e immagini. Il primo esempio  è la favola de La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1945), che egli scrive e soprattutto illustra con tavole a colori di grande forza espressiva, cosparse di personaggi e di architetture surreali. Le illustrazioni sono volutamente infantili (la bozza iniziale del racconto disegnato era stata concepita da Buzzati per le sue  due nipotine) e si perfezionano con una prima pubblicazione a puntate sulle pagine del "Corriere dei Piccoli" (che in quell'anno, corretto per filo-fascismo in quanto supplemento del "Corriere della Sera, col  nuovo nome di "Giornale dei Piccoli").
EDIZIONE MONDADORI CON ILLUSTRAZIONI


“NEL TEMPO DEI TEMPI QUANDO LE BESTIE ERANO BUONE E GLI UOMINI EMPI...”

SPUNTI PER UN LABORATORIO
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A suo tempo, nell'ambito del Laboratorio di Lettura e Scrittura Creativa,  insieme ai  colleghi di altre discipline (Arte, Tecnologia, Lingua 2) perfezionai ,  per dei giovani sudenti miei alunni riuniti  in classi parallele,  la possibilità di vivere l' esperienza di un ' immersione del corpo e della mente nell' atmosfera epica e avventurosa, fantastica e fiabesca di un capolavoro poco conosciuto della Letteratura dell'  infanzia del Novecento,  “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” di  Dino Buzzati, artista poliedrico, giornalista e pittore.
Il percorso si è snodato intorno alla lettura integrale dell' opera, con esperienze ed attività legate all' ascolto, alla lettura guidata e ad alta voce, all' analisi in gruppo del testo che è stato esaminato  e indagato da vari punti di vista (senza però mai rompere l' incanto del coinvolgimento narrativo): la fantasia, l' umorismo, la narrazione orale in prosa e in versi nello stile della ballata popolare, le emozioni e i colpi di scena, l' epica avventurosa, l' etica contrastante tra il mondo degli uomini e quello degli orsi, lo spazio e il tempo sospesi tra realtà e mito.
In particolar modo tutti noi Docenti abbiamo posto l' attenzione sulle  caratteristiche linguistico-letterarie del testo e alla sua tipologia in relazione allo studio di vari generi letterari ai quali esso si richiama: la fiaba, la favola classica, l' apologo, la ballata popolare e il racconto fantastico.
Tra le attività, oltre alle fantasie guidate per l' ascolto e la comprensione, si è proposta  la redazione di testi particolari, lirico-espressivi, di fantasia e/o di riflessione, indirizzati, per esempio, ai protagonisti del racconto fantastico; inoltre si sono svolte letture animate di gruppo, con performance di tipo teatrale e con la realizzazione di dipinti e di disegni  di vario genere, ispirati anche ai dipinti dell' autore che corredano il testo dell' opera. Tutto ciò sulla base dell' estro e della fantasia inventiva ed espressiva dei ragazzi.
 
 Le attività espressive non hanno escluso  affatto la discussione ragionata e riflessiva su temi e contenuti, completando l' attività di studio in piccolo e in grande gruppo in modo da acquisire precise conoscenze in ambito linguistico-letterario e nell' arte didattica della lettura e del racconto per adolescenti.
Scopo non secondario del laboratorio è stato  infatti quello di recuperare  il piacere e l'incanto della fantasia e della fiaba e il ricordo di vissuti infantili ad essi correlati
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RIFLESSIONI  SULLA SCELTA DEL TESTO DI BUZZATI 

Buzzati: il fantastico e l’infanzia come ‘orizzonti’

La critica letteraria Mara Formenti scrive: «ancor prima come protagonista, l’infanzia è presente nell’opera di Buzzati come orizzonte, categoria essenziale cui si riallacciano una certa visione del mondo e un certo modo di approccio alle cose» 

-  M. Formenti, L’infanzia nell’universo buzzatiano, in «Studi buzzatiani », 1, 1996, p. 45. Cfr. anche G. Bosetti, Dino Buzzati et l’enfance mythopoiétique, in «Cahiers Dino Buzzati», 6, 1985, pp. 165-180

Infatti, benché Dino Buzzati fosse prima di tutto giornalista e si rivolgesse, coi suoi scritti e romanzi, prevalentemente ad un lettore adulto, tutta la sua produzione letteraria, la sua poetica sembra rivolgere all’infanzia un costante occhio di riguardo. Lo stesso occhio che più volte indossa la lente del fantastico e del meraviglioso per accostarsi al reale, riscriverlo, reinterpretarlo. Una seconda "incursione" nel mondo dell’infanzia avviene nel 1945. Buzzati è al «Corriere della Sera» da ormai diciassette anni quando l’amico e collega Radius, all’epoca direttore del «Corriere dei Piccoli», gli chiede di scrivere una favola per ragazzi. Stavolta Buzzati può dare libera espressione a parole e immagini, come da sempre gli è consueto e naturale:il primo romanzo, Bàrnabo delle montagne (1933)- (Bàrnabo delle montagne (1933) D. Buzzati, Bàrnabo delle montagne, Milano-Roma, Treves-Treccani-Tumminelli, 1933)    
già conteneva piccole figure, come dei capilettera, che l’editore Treves aveva rifiutato nel timore di ‘svilire’ l’opera, destinata  a un pubblico adulto. Nasce così dai disegni a matita realizzati per allietare le nipotine, la storia che poi diverrà La famosa invasione degli orsi in Sicilia
 
  Così...:

"Ecco la storia dei miei orsi. Tanti anni fa, ogni mercoledì, la famiglia di mia sorella veniva a pranzo in casa nostra, cioè della mamma e di noi tre fratelli. Siccome io mi sono sempre divertito a disegnare, una di quelle sere, le nipotine Pupa e Lalla, che avranno avuto undici-dodici anni, mi hanno chiesto:«Zio Dino, perché non ci fai un bel disegno?». 
Allora ho preso le matite colorate e, chissà perché, mi sono messo a fare una battaglia di orsi e soldati, in un paesaggio di neve. Il disegno, fatto in pochi minuti, era abbastanza rozzo, ma piacque alle mie nipotine.
Il mercoledì dopo, naturalmente: «Zio Dino, perché non ci fai un altro disegno?». E allora ho immaginato che gli orsi della settimana prima avessero vinto la battaglia e fossero entrati nella città di un sultano, o arciduca, o tiranno che fosse. E ho fatto la scena del re degli orsi che entrava nella camera da letto del satrapo, che balzava sbalordito dalle coperte. Dopodiché, ogni settimana era un nuovo disegno. In tutto saranno stati sette otto, fin che le nipotine pensarono ad altro e la storia rimase lì.
Passarono gli anni e proprio nell’ultimo anno di guerra, Emilio Radius, che dirigeva allora il «Corriere dei Piccoli» mi disse: «Perché non mi scrivi una storia per bambini coi disegni relativi? Dovresti saperci fare, io penso». La proposta mi piacque, ma scrivere per bambini è molto più difficile che scrivere per i grandi, i quali più o meno si sa come la pensano"

- D. Buzzati in M.T. Ferrari (a cura di), Buzzati racconta. Storie disegnate e dipinte, Milano, Electa, 2006, p. 53. Dell’episodio, Buzzati racconta anche in Y. Panafieu, Dino Buzzati, un autoritratto, Milano, Mondadori, 1973
 
Il giornalista d’esperienza, già corrispondente di guerra e autore de Il deserto dei Tartari (1940), non sottovaluta affatto l’incarico: sa che parlare ai piccoli non è semplice né scontato, che il loro immaginario ha piena dignità e bisogno di essere adeguatamente nutrito e stupito. Allora inventa la storia degli orsi guerrieri che scendono a valle per conquistare il mondo degli uomini. Dal gennaio all’aprile la favola esce a puntate, diversa
rispetto all’opera che oggi conosciamo e che vide la luce per Rizzoli, illustrata dall’autore, nel dicembre ’45, con grande consenso di pubblico, fino a diventare un classico della letteratura per l’infanzia del Novecento. 
 La storia si conclude, infatti, con l’invito del re degli orsi Leonzio, ormai morente dopo una strenua lotta con il Serpenton dei mari, a tornare al regno di natura, lontano dalla corruzione della città:

"Lasciate questa città dove avete trovato la ricchezza, ma non la pace dell’animo. [...] Gettate i cannoni, i fucili e tutte le altre diavolerie che gli uomini vi hanno insegnato. Tornate quelli che eravate prima. Come si viveva felici in quelle erme spelonche aperte ai venti, altro che in questi malinconici palazzi pieni di scarafaggi e di polvere!"


- Il racconto esce in undici puntate, dal 7 gennaio al 29 aprile, sul «Corriere dei Piccoli» e si compone di due parti: La famosa invasione degli orsi e Vecchi orsi addio! (quest’ultima rimasta incompleta a causa dell’interruzione delle pubblicazioni del giornalino). Nel dicembre del 1945 il romanzo esce per  Rizzoli con notevoli modifiche: al posto del Granducato di Maremma c’è quello di Sicilia, vengono aggiunte le filastrocche, la versione risulta più ironica, meno cupa. Una successiva ristampa è presso Aldo Martello (Vicenza, 1958): AlbertoMondadori, alle insistenze dell’autore, risponde che gli «orsi mogi mogi » lo commuovono, ma di fatto l’editore pubblicherà il romanzo solo nel 1977 nella collana «Varia». Seguiranno numerosissime edizioni. Cfr. L. Cavalmoretti, Le edizioni scolastiche dei titoli buzzatiani: primi studi , in «Studi buzzatiani», n. 15, 2010, pp. 27-35.


- Cfr. D. Buzzati, La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1945), Milano, Mondadori, 2013, p. 19 

- Cfr. Ibidem, pp. 76 e 94.
 Ibidem, p. 110.



L’ottica del mondo animale, com’era avvenuto anche con La fattoria degli animali di Orwell, uscito in Italia due anni dopo La famosa invasione, offre l'opportunità di una prospettiva  rovesciata, capace di mettere a nudo le contraddizioni di una società e di un’epoca: come nella tradizione favolistica, gli animali antropomorfi invitano alla riflessione sui comportamenti umani, senza perdere, nel caso di Buzzati, i toni leggeri dell’ironia. Secondo Francesca Lazzarato, che al romanzo per ragazzi dello scrittore bellunese ha dedicato studi e riflessioni, tuttavia " le collusioni del testo con la drammatica realtà di quegli anni non sono l’aspetto prioritario di un’opera che si pone come «uno dei più bei libri per l’infanzia che siano mai stati scritti nel nostro paese»: a impreziosire il racconto sono l’atmosfera fantastica, gli scenari tipici delle favole dei Grimm, le categorie della fiaba (viaggio, prova, animali parlanti, premio), tutti elementi che stabiliscono – come ha evidenziato  Albertazzi nell’introduzione a un’edizione per la scuola media – «un ideale ‘ponte’ fra le fiabe e la letteratura fantastica»  

- F. Lazzarato, Un libro per tutti, postfazione a D. Buzzati, La famosa invasione degli orsi in Sicilia, Milano, Mondadori, 2000, p. 151. Anche Bianca Pitzorno aveva dichiarato: «il più bel libro per l’infanzia scritto in Italia dopo Il giornalino di Gian Burrasca», in R. Denti, B. Pitzorno, D. Ziliotto, 100 libri per navigare nel mare della letteratura per ragazzi, Milano, Salani, 1999, p. 34.

- F. Albertazzi, Introduzione a D. Buzzati, La famosa invasione degli orsi in Sicilia, Milano, Mondadori, 1977, p. XII



Ma ai fini della mia lunga riflessione, è interessante  sottolineare il complesso sistema linguistico-narrativo che costituisce un precedente particolare nella letteratura per l’infanzia- adolescenza, come sottolinea anche Denti: 

«Buzzati e Munari, senza conoscersi, hanno iniziato la letteratura per l’infanzia e per i ragazzi con la fine della II Guerra Mondiale, un modo nuovo e diverso di rivolgersi a lettori in grado di affrontare testi e immagini decisamente innovativi»    

 
G. Vitali, R. Denti, I precedenti: panoramica editoriale dal Dopoguerra al 1987, in Hamelin Associazione Culturale (a cura di), Contare le stelle. Venti anni di letteratura per ragazzi, Bologna, Clueb, 2007, p. 21. Cfr. anche Hamelin (a cura di),I libri per ragazzi che hanno fatto l’Italia, Bologna, Hamelin Associazione Culturale, 2011, p. 95.

Aperto alla contaminazione tra generi (fiaba, favola, poesia e prosa, cronaca giornalistica), alla commistione di diversi codici narrativi (verbale, iconico, musicale: fu anche librettista per Chailly), all’incrocio di registri (alto, basso, colto, popolare) e alla plurivocità (come poi vedremo bene nelle storie dipinte ), ne La famosa invasione degli orsi in Sicilia Buzzati dà prova di non legarsi a  ‘caselle’ e ‘classificazioni’: in una cornice che sa di teatro  tanto che  la descrizione iniziale di ciascun personaggio e delle scene, sembra preludere ad una sceneggiatura),egli miscela filastrocche e ballate, immagini e parole, con l’uso dell’icono-testo, non semplice didascalia: ha un suo stile  che aggiunge, arricchisce, narra qualcosa di più. Le immagini stesse non rappresentano il tradizionale corredo al testo verbale: lo potenziano, lo dilatano. L’effetto prodotto è  efficacissimo e ludico, estremamente attuale, tanto da anticipare - se posso azzardare-  un moderno ipertesto, soprattutto se guardiamo a questo (quasi) unicum di Buzzati in correlazione ai numerosi racconti fantastici e alle storie dipinte, ricche di motivi e personaggi favolosi che ritornano e si ripropongono  nell’intera sua produzione


 
Alla luce di quanto detto, l’incursione di Buzzati nella narrativa per l’infanzia è da considerare casuale? Senz’altro in linea con la poetica e l’immaginario dell’autore stesso  e avvalora una modalità che restituisce dignità alla letteratura infantile stessa, lo stesso atteggiamento che hanno avuto  Rodari e Calvino. Come  nota Fracassa , che agli sconfinamenti nella letteratura giovanile di scrittori ‘per grandi’ ha dedicato  una ricerca, Buzzati è un autore  propenso alla sperimentazione e dedito al favolistico: ciò stabilisce l’individuazione di un lettore ideale «a un tempo bambino e adulto», Buzzati è vivo perché continua ad essere termine di confronto, anzi di colloquio necessario, anche oggi» 

 U. Fracassa, Dino Buzzati. L’iniziazione negata, in U. Fracassa, Sconfinamenti d’autore. Episodi di letteratura giovanile tra gli scrittori italiani contemporanei, Pisa, Giardini, 2002, p. 45

 ....oggi, più che mai, in tempi di egemonia delle immagini, quando occorre educare al senso estetico, insegnare a distinguere l’illustrazione di qualità, leggere consapevolmente le figure.
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 «Dunque ascoltiamo senza batter ciglia La famosa invasione degli orsi in Sicilia»



3 commenti:

ha detto...

devo tornare a leggerti con calma per finire il tuo lungo post, però Buzzati è nelle prossime letture (e visioni) insieme a mia figlia, magari tornerò a prendere spunto da quanto hai generosamente condiviso. Ciao!

la povna ha detto...

Che combinazione, quest'anno lo propongo come primo testo per le Giovani Marmotte, a scuola. Che buffa sincronia!

Stefania ha detto...

...caspita... un post più che completo!!!