domenica 5 maggio 2013

Gruppo di lettura per "Never sky" di Veronica Rossi -



INIZIATIVA DA CONDIVIDERE
Questo post è dedicato  al terzo GdL del blog per Never sky di Veronica Rossi, titolo stato scelto dai lettori del blog tramite un sondaggio.

Voglio partire da un'affermazione di Neil Gaiman (fumettista, scrittore, giornalista e sceneggiatore televisivo e radiofonico britannico)  il quale sostiene  che “la fantascienza, così come ogni altra forma d’arte, è un prodotto della sua epoca, che riflette o reagisce o illumina i pregiudizi, le paure e i presupposti del periodo in cui è stata scritta.




Ed il senso di questa affermazione appare più che evidente leggendo Never Sky, quando fin dai primi capitoli ho avuto l'impressione costante di scorrere pagine di  un libro  solo in parte distopico, un libro che si divide a metà tra il futuro e la storia.

Ma prima di iniziare la lettura – che subito mi ha coinvolto per molti motivi che nel prosieguo  spiegherò- ho voluto approfondire cos’è un romanzo distopico e come nasce: romanzo distopico (o antiutopico, o pseudoutopico) è caratterizzato dalla presenza nella storia di una società che è la peggiore possibile. Il termine distopia nasce nel 1868 ad opera del filosofo John Stuart Mill, anche se un termine diverso ma dallo stesso significato (cacotopia) era già stato usato nel 1818 da Jeremy Benthan. Si contrappone, naturalmente, al termine utopia, il quale identifica un non-luogo socialmente perfetto, reale o metaforico.



L’ambientazione del romanzo distopico è  un lontano futuro, o un presente che si è evoluto in modo diverso/ peggiore    da quello reale. E  già nel primo Novecento si trovano narrazioni di genere come quelle di  H.G. Wells, che nel 1895, nel suo romanzo La macchina del tempo, aveva immaginato un futuro in cui i discendenti della classe dirigente vittoriana, gli Eloi, venissero allevati come carne da macello dai Morlocchi, discendenti della classe operaia.

 

Dalla rete un intervento che può portare  ad un confronto:” Sarebbe interessante un confronto tra Utopia, Distopia e Ucronia, sono cose che affascinano. Sono tre elementi da cui non possiamo prescindere. Tutti vorremmo una società "ideale", senza capire che si sconfinerebbe nell'utopia, tutti crediamo di vivere nella distopia più sfrenata e tutti siamo abituati a dire: ah, però se, ah però se io avessi fatto" (ossia ucronia)"


TESTO IN LINGUA





I PRIMI CAPITOLI

L’avvicinarmi ai primi capitoli di Never Sky, dedicati alla condivisione per Gdl di Never Sky , inizialmente  mi hanno un po’ disorientata perché l'autrice ti porta in modo troppo  diretto nel suo mondo futuristico. L'alternanza dei capitoli di Perry ed Aria non hanno reso la lettura molto facile e perciò  mi sono dovuta abituare a due stili e concezioni di vita completamente opposte, tenendo presente  da un lato la freddezza e l'astrattezza del mondo virtuale di Aria, dall'altro una fantastica  esplosione di colori, suoni e odori che la tribù e Perry stesso portavano con sé.


TESTO EPICO-FANTASCIENTIFICO


Conciliare aspetti talmente diversi non è stato semplice, ma l’autrice americana  lentamente fa prendere forma alla  storia riuscendo a “catapultarti” nella Fucina della Morte, nella foresta e in terre dall'aspetto inspiegabile.
I capitoli brevi e la terza persona  mi hanno poi conquistata mettendo in luce  le abilità dell'autrice che pur con una trama così  complessa, ha reso il tessuto narrativo fluido e scorrevole. Passo dopo passo, i personaggi e le situazioni hanno dipanato quella matassa indefinita di informazioni ed eventi, riuscendo a collocare giusti pezzi al posto a loro adatto.







sabato 4 maggio 2013

MONTALE E LA SUA PRODUZIONE DEDICATA A PIANTE E FIORI

Salta  all’occhio a chi ama la poesia quella di Montale   è ricchissima di elementi o riferimenti botanici d’ogni genere.
Sfogliando poi la bibliografia riguardante il tema ci si  imbatte nell’esauriente opera di Marcella Pozzi e Luca Notari “Fiori e piante nella poesia di Pascoli e di Montale dove si evidenzia che  il poeta stesso ammette la sua passione per le piante,  come in una sua lettera al traduttore iugoslavo Mladen Machiedo su chiarimenti per la traduzione dell’“erbaspada”:

“So poco di botanica e di zoologia, eppure le mie poesie sono
piene di animali e di piante.”   

  Le sue denominazioni di piante e fiori sono tratte solo in parte dall’erbario della tradizione letteraria, provengono  dall’uso familiare di questo o quell’altro termine botanico. La predilezione del poeta per termini non troppo sofisticati lo capiamo dai primi versi della bella e nota poesia 

I limoni

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.



da Montale Eugenio, L’opera in versi, ed. critica di Rosanna Bettarini e Gianfranco Contini, Torino, Einaudi, 1980.

In questi versi Montale si distanzia dai luoghi letterari in cui si muovono i poeti laureati quei luoghi letterari che definisce attraverso l’elencazione d’una serie  di piante che fanno parte  d’una certa tradizione letteraria.
Montale manterrà un rapporto difficile con le piante umanistiche, così come ci testimonia un passaggio tratto da una prosa di genere fantastico della raccolta La farfalla di Dinard:

"La natura mi dice qualcosa quando è incolta e negletta [...] A un campo di spighe dorate preferisco un prato pieno di gramigna e spine. [...] Preferisco l‘orto al podere, il bosco al seminato.

Roma core de stà città...


Palazzo Spada a Roma


FACCIATA DI PALAZZO SPADA - ROMA

                               LA CASA PARLANTE



Affreschi, decorazioni in stucco, sculture: le sue pareti raccontano un periodo d'oro della nostra cultura, tra arte e religione, scienza e mitologia. Dalla fine dell'Ottocento ospita il Consiglio di Stato. Da visitare ..




VISITIAMOLO: dalle finestre penetra una luce meridiana che a fatica si diffonde su una quantità enorme di dipinti, affreschi, decori, stucchi, statue, volte, lunette, che  ornano i grandi saloni e  si perdono in meandri, stanzini, spazi remoti.




COLLAGE


venerdì 3 maggio 2013

VENERDI' DEL LIBRO: RODARI E LE RISPOSTE AI PERCHE' DEI BAMBINI E NON SOLO



...9 modi per insegnare ai bambini ad odiare la lettura
Presentare il libro come una alternativa alla Tv;
Presentare il libro come una alternativa al fumetto;
Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più;
Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni;
Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura;
Trasformare il libro in uno strumento di tortura;
Rifiutarsi di leggere ai bambini;
Non offrire una scelta sufficiente;
Ordinare di leggere.
[Gianni Rodari - “Giornale dei genitori” 10 ottobre 1964]


Chi scrive per ragazzi deve dunque conoscere il mondo del bambino e quello dell’adolescente.Per questo venerd' 3 maggio propongo un libro che ho usato molto nel mio quotidiano impegno professionale di Docente di Lettere: il libro dei perché

Il libro dei perché
IL LIBRO



Gianni Rodari è  stato uno scrittore  e un pedagogista italiano. I suoi  testi per ragazzi  hanno contribuito a rinnovare la letteratura per gli adolescenti ed anche  per me, per alcuni decenni Docente di Lettere, è stato  un riferimento importante, indirizzandomi ad educare alla creatività e alla partecipazione attiva dei ragazzi,  alla creazione di storie per grandi e meno grandi con consigli operativi su come divertirsi giocando con le parole.

 Rodari dedicò alle domande che i bambini gli inviavano,  una simpatica  rubrica settimanale su "l'Unità", nella quale ogni perché, invece di venire "liquidato" con risposte sensate e "adulte", diventava il pretesto per filastrocche, raccontini, invenzioni fantastiche. Nel 1984 le risposte di Gianni Rodari vennero raccolte per la prima volta da Marcella Argilli in un volume che si aggiunse alla copiosa bibliografia del maestro di Omegna.

giovedì 2 maggio 2013

Il Dottor Živago: dal romanzo al film


IL DIRITTO DI RI-LEGGERE: SEGUIAMO I CONSIGLI DI PENNAC

- Rileggere quel che una prima volta ci aveva respinti, rileggere senza saltare nessun passaggio, rileggere da un’altra angolazione, rileggere per verificare […] Ma rileggiamo soprattutto in modo gratuito, per il piacere della ripetizione, la gioia di un nuovo incontro […] “Ancora, ancora”, diceva il bambino che eravamo un tempo. Le nostre riletture di adulti nascono dallo stesso desiderio: incantarci di una permanenza e trovarla ogni volta così ricca di nuovi incanti.




 


 Bisognerebbe tenere in conto quello che troviamo in  Come un romanzo che fa riflettere sul passaggio da una lettura imposta al piacere di una lettura consapevole.

 “… a ben vedere nessuno ha mai tempo per leggere… E perché questa donna, che lavora, fa la spesa, si occupa dei bambini, guida la macchina, ama tre uomini, frequenta il dentista, trasloca la settimana prossima, trova tempo per leggere e quel casto scapolo che vive di rendita, no?”

Buona lettura a tutti e...abbiamo il diritto di non leggere, di saltare le pagine, di non finire un libro, di ri-leggere….


 



 "...preferenze condivise popolano l'invisibile cittadella della nostra liberta'. Noi siamo abitati da libri e da amici.

Con questo intento condivido l'avventura-sfida del  Blog  STORIE DENTRO STORIE: avere  il tempo per ri-leggere o leggere i classici.




 ECCO ALLORA UN CLASSICO DEI CLASSICI DELLA LETTERATURA  CONTEMPORANEA RESO SCENEGGIATURA PER IL FILM OMONIMO

Il Dottor Živago ( До́ктор Жива́ro) è un romanzo di Boris Leonidovič Pasternak, pubblicato in anteprima mondiale in Italia nel 1957 dalla Casa Editrice Feltrinelli. Si  narra la vita di un medico e poeta, Jùrij Andrèevič Živàgo, diviso dall'amore per due donne e coinvolto negli eventi della rivoluzione di ottobre.
Il romanzo ha una trama che si snoda nell’arco di mezzo secolo, comincia alla vigilia della prima rivoluzione del 1905 e si conclude con la fine della seconda guerra mondiale: inevitabilmente tutta la vita dell’autore vi si rispecchia, anche se Pasternak negò sempre che Zivago fosse lui stesso. Certamente il romanzo rappresentava la realtà del suo tempo:  una piccola folla di  personaggi ben inserita nel quotidiano, con  incontri e scontri, una realtà complicata che comprende la prima guerra mondiale, la rivoluzione, la guerra civile. Proprio per queste sue caratteristiche è quasi impossibile riassumere la complessa trama dl romanzo, ma ci si proverà !!!
Jury Zivago, figlio di un ricco industriale, perduta la madre a dieci anni cresce, come era cresciuto Pasternak, in un ambiente di intellettuali. Come il suo autore, Zivago studia filosofia, ama la poesia, pur esercitando la professione di medico. Nel romanzo è descritta l’adolescenza di Pasternak e quella di Tonja Gromiko, la sua futura moglie.

Durante la guerra Zivago si sposa e a causa della rivoluzione è costretto a fuggire in Siberia con la moglie. Durante questo forzato soggiorno Zivago reincontra Lara. L’aveva vista per la prima volta nel 1905: era entrato per caso nella stanza dell’albergo dove la madre di Lara aveva tentato di suicidarsi. Ora - 1917 – è infermiera in un ospedale e sta cercando il marito Antipov disperso dopo un attacco. Due anni dopo la ritrova “per caso” in una biblioteca di Juratin. Il caso!  Sia come sia, con quanta maestria Pasternak sa manovrare questo “caso”!

mercoledì 1 maggio 2013

Un poeta-scrittore-dolce: Erri De Luca lettura condivisa con il GDL




Gruppo di Lettura Bryce's House
IL ROMANZO CONDIVISO

 
UN ROMANZO IN CUI SI RACCONTANO ESPERIENZE DI VITA .

 Come mi sono vista riflessa in Erri-bambino!!
Il rievocare il proprio Io bambino. Lo stupore nel riscoprire la semplicità di un'estate al mare, la spontaneità dell'infanzia, la naturalezza dei sentimenti. Il primo incontro con l'Amore, il rapporto con il corpo che cambia e cresce rapidamente, un'interiorità  pura anche se  troppo acerba nella quale inizia a farsi strada l'autocoscienza 

 

Il romanzo di Erri De Luca, “I pesci non chiudono gli occhi” del 2011, è il risultato di una reminiscenza profonda e delicata di un periodo breve, circoscritto in un tempo antico, isolato, ma ricco di significato ( ed in questo mi sono ritrovata avendo ora raggiunto una età giusta, secondo me, per  rimembrare, cioè riunire le membra, le parti di ricordi lontani ma vividi nella memoria anche visiva; ricordare affidandosi al cuore; rammentare affidandosi  alla mente).

mercoledì 24 aprile 2013

W IL LIBRO...L'UNESCO CE LO RICORDA OGNI ANNO

Ho messo in evidenza su WORDPRESS - LEGGERE PER - LEGGERE E' IL CIBO DELLA MENTE/ (QUI L'ARTICOLO) che sia ebook o libro cartaceo: è bene leggere anche per gli OVER 60 come  me ...che sono parecchi!!!

Qual è il significato di questa manifestazione?  
E'  un evento sostenuto dall’Unesco per promuovere la lettura e la pubblicazione dei libri, ma anche la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright, cioè il diritto d’autore. L’obiettivo è incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e valorizzare il contributo che gli autori forniscono al progresso sociale e culturale dell’umanità.  

Giornata mondiale del libro
COME NASCE...

 La prima edizione si è tenuta nel 1996 secondo  una risoluzione dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) del 1995. Da allora viene istituita ogni anno il 23 aprile con numerose manifestazioni che si tengono in tutto il mondo. Con questa giornata l’Unesco vuole rendere omaggio al libro come strumento di educazione e confronto, ma anche far riflettere sulla situazione degli autori e dell’editoria, evidenziandone prospettive (difficili) e problemi (tanti). 

Il 23 aprile è il giorno nel quale sono morti tre importanti scrittori e tutti nello stesso anno: il 1616. Miguel Cervantes, Garcilaso del la Vega e William Shakespeare sono gli autori ai quali è dedicata la Giornata Mondiale del Libro e “padrini” di ogni autore abbia lasciato sé stesso tra le pagine di un libro.

Al 23 aprile è legata anche una significativa  usanza catalana che sta cominciando a prendere piede in altri Paesi compresa l'Italia.

domenica 21 aprile 2013

UNA DOMENICA CON UNA RICETTA SPECIALE

Faccio una premessa: la cucina della nonna, ormai quasi sparita, sarebbe ciò che manca di più agli italiani; è il dato che emerge da uno studio pubblicato sul mensile “Le vie del gusto” (aprile 2010)
I numeri che portano a questa conclusione sono i seguenti: 1800 italiani intervistati sulla  cucina casalinga tradizionale, i pranzi familiari e la differenza fra le grandi riunioni a tavola del passato e la realtà attuale rispetto a cucina,  sapori,  piatti,  ingredienti.
Questi i dati: il 93% ha nella nonna il punto di riferimento dei propri ricordi gastronomici. Il 54% oggi  si riunisce con i familiari andando al ristorante. Il  77% non si fanno più grandi pranzi in famiglia perché nessuno sa cucinare come un tempo anche perché non si trovano più gli stessi ingredienti di allora (57%).

La differenza con i pranzi del passato sta proprio nel diverso sapore di cibi ed alimenti (66%). Il ricordo è focalizzato sui piatti tradizionali (79%), su  pasta fatta a mano (61%), sui sughi robusti (55%). Oggi di rado capita (42%) o mai (40%) di ritrovare quegli aromi del passato nella cucina di casa o dei ristoranti; gli alimenti non sono più genuini come un tempo (72%) e non ci si preoccupa di tramandare i "sapori" della cucina(51%).

Non ci stupiamo: ciascuno di noi – per chi ha più degli anta – sa benissimo che ciò che comunemente può essere identificato come  cucina della nonna sta sparendo dalla circolazione. 
VECCHI UTENSILI DELLE NONNE

La nonna La cucina La vita, Libro scritto e illustrato da Larissa Bertonasco


                                                       


Si chiama “alla cacciatora” per “nobilitare” preparazioni sprovviste di un nome ben preciso ritenendo degno di “eccellenza” tutto ciò che proveniva dalle mani del cacciatore>>.

LA CUCINA DELLA NONNA

venerdì 19 aprile 2013

"Mo te lo spiego a papà": manuale semiserio per educare ....







 1.    Checazz assaje che sarebbe una cosa tipo divertente o simpatico.
2.   Leggero, ma di quella leggerezza che Calvino descrive nelle sue Lezioni Americane.
3.    Profondo perché parla di sentimenti contrastanti, di cose che non ci dicono e di cose che abbiamo paura di dire ad alta voce.
4.   Amoroso perché come descrivo nell'ultimo capitolo anche i papà amano.
5.    Emozionante, ma di quelle emozioni che i genitori a volte faticano a ricordare e a osservare ogni giorno."



Il libro nasce dal blog omonimo, dove l’autore offre il punto di vista di un papà con grande senso dell’ironia. perché spesso succede di fronte a una domanda molto concreta o molto filosofica dei nostri  bambini di rimanere senza parole e cadere nel panico perché non si sa  cosa o come rispondere.


La trama:

Francesco di mestiere fa l’educatore, e di esperienza con bambini e ragazzi ne ha tanta, ma quando diventa papà di DA1 (il primogenito) e DA2 (il secondogenito, a soli sedici mesi di distanza) scopre che essere genitore è un lavoro completamente diverso ma  meraviglioso, sfiancante, entusiasmante, e soprattutto a tempo pieno e orario continuato.

martedì 16 aprile 2013

OGNI ANNO SI FESTEGGIA IL PI GRECO...UN NUMERO AFFASCINANTE


Eulero, un Google doodle animato per il matematico del pi greco
 14 marzo, il 5 aprile, il 26 aprile, il 22 luglio e il 10 novembre si festeggia una delle costanti più famose della storia della matematica. 


Il Pi Day è iniziato alle Exploratorium di San Francisco nel 1988, quando il fisico  Larry Shaw ha notato che il 14 marzo corrisponde  ai primi numeri del pi greco – 3.14 – e ha proclamato ‘il giorno del Pi Greco. Shaw organizzò una sfilata con i suoi compagni di lavoro intorno a uno degli spazi circolari del locale, dopo di che tutti mangiarono dolci alla frutta. Certo  sembra tutto un po’ pazzo, ma quale modo migliore per riconoscere un numero irrazionale?
BUON COMPLEANNO
        
 Era anche il compleanno di Einstein – nato in questo giorno nel 1879 – ma questo è solo una delle coincidenze strane e meravigliose associate con la Giornata Pi. Un’ altra? Scrivi 3,14 su un pezzo di carta e tienilo di fronte a uno specchio per vedere quello che accade!
TORTA PI GRECO

Dalle sue origini nel 1988, il Pi Day cominciò ad attirare l’attenzione di altri scienziati e matematici, e fu ben presto celebrato in scuole e università. Nel 2009, la Camera dei Rappresentanti ha approvato una risoluzione per riconoscere ufficialmente il 14 marzo come la Giornata Nazionale del Pi Greco. 
Il monumento al pi greco a Seattle

venerdì 5 aprile 2013

PER IL GDL A MARZO HO RISPOLVERATO "ALTA FEDELTA’ "


Gruppo di Lettura Bryce's House
GRUPPO DI LETTURA


Rileggere un libro fa bene, anche se se ne conoscono già la trama e il finale. In fondo, quanti di noi hanno rivisto un film? Forse tutti. Il bello della rilettura è trascorrere ore di piacevole lettura.
Insomma: i libri si rileggono? 
Due opzioni
A: Sicuramente si può rileggere,  e non mi sembra affatto un spreco di tempo  nemmeno guardare un tramonto due volte lo è. I libri non sono mai gli stessi, se io, come persona, sono cambiato, anche il libro che rileggo lo sarà, dunque è come leggere tutte le volte una cosa diversa.
B: Alcuni, sì, si possono rileggere, ma forse si ruba tempo all’esplorazione. Per me si rileggono quei libri a cui ci si è appassionati dopo aver visionato il film

Nel mio caso, per il GDL il mese di Marzo ha avuto la variante di leggere un proprio libro ed io ho "rispolverato" un romanzo che ho gustato poco a poco dopo aver visto il film: ALTA FEDELTA’ di Nick Hornby il cui titolo originale è High Fidelity- First published by Victor Gollancz, London, 1996 (traduzione di Laura Noulian)

IL ROMANZO

Questo romanzo è diviso in due parti: “Una volta”, top five delle più memorabili fregature sentimentali vissute da Rob (a partire dall’adolescenza, ovviamente), e “Adesso…”, in cui si narrano le vicende di Rob e Laura a partire dall’addio di lei. Nella prima parte, cinque capitoli relativi a ciascuna delle delusioni amorose, il protagonista racconta la sua educazione sentimentale: segnata, sin dal principio, dall’incomprensione e dall’abbandono.

giovedì 4 aprile 2013

UN CLASSICO AL MESE...SPUNTI E STIMOLI PER "RI-LEGGERE" ED APPREZZARE - DAL ROMANZO AL FILM


UNA SFIDA CHE SI PUO' SOSTENERE...


IL CONTESTO

 Sullo sfondo di una Firenze bellissima, la storia dell´emancipazione di una donna dalla morale vittoriana

E M Forster
EM Forster. Photograph: Edward Gooch/Hulton Archive
La Lucy di "Camera con vista"di Edward Morgan Forster viene  in vacanza in Italia, a Firenze, ed è letteralmente travolta dalla bellezza e dalla vitalità del paese, tanto  in contrasto con la pacatezza della "sua" Inghilterra.
 Qui inizia a vedere tutto con occhi nuovi e si fa coinvolgere  dall'esuberanza di George, che tramuterà ogni parte  del suo essere dando una svolta alla sua vita.
In breve questa è la trama ma la caratteristica di questo romanzo, secondo me,  è nei significati e nei tanti simbolismi che anche  il lettore più inesperto  riesce a  cogliere.

Uno degli aspetti che mi ha colpito   è la descrizione di un'Italia assai  magica che appare come uno specchio in cui ognuno può scorgere la propria reale immagine e la scoperta può risultare sconcertante e inaspettata, tutto è se si accetta  o meno. Abituata al perbenismo inglese e condizionata dall'educazione puritana  datale, per Lucy sarà difficile e dovrà  arrendersi all'evidenza: ormai è cambiata e non potrà più tornare a essere come prima. 



DOVE HO SCOVATO LE NOTIZIE?
Edward Morgan Forster (Londra, 1879 – Coventry, 1970), giornalista, saggista e scrittore inglese. Studiò a Cambridge (Lettere Antiche e Storia).
Edward Morgan Forster, “Camera con vista”, Mondadori, Milano 1986. Traduzione di Marisa Caramella. In appendice, “Vista senza camera”, a cura dell'autore.
Prima edizione: “  A Room with a View”, 1908.
Prima edizione IT: “La finestra sull'Arno”, SAIE, Torino 1954; quindi, “Camera con vista”, Rizzoli, Milano 1958.

COVER

I protagonisti,  Lucy Honeychurch e George Emerson e la loro contrastata vicenda sentimentale,  sono “immersi” nei temi preferiti dall’autore  quello del cuore non “maturo” e dello scontro  tra perbenismo ed emotività. “Lottano”  l'anima stessa dell'Inghilterra, anima nordica, gotica, puritana, e  lo spigliato spirito mediterraneo, gioioso, pagano e rinascimentale che i due protagonisti " volutamente"  respirano proprio a Firenze, dove si svolge la prima parte del libro


Forster, autore-voce narrante, ci spiega, dopo che  la protagonista è tornata a casa: "Forse Lucy stava dimenticando la sua Italia, ma di certo stava imparando molte cose della sua Inghilterra.." ... cose che non aveva mai notato o che riteneva scontate, cose che non le piacciono più. E da qui inizia la  rinascita della “nuova Lucy”, che si accetterà per quello che è: un essere che vuole amare, che desidera esternare e che si rifiuta di diventare una signora bigotta, vecchia di spirito e arida di cuore. Finalmente ha deciso di "vivere". 
COVER

Non tutti ritengono che il romanzo sia una storia  d’amore in cui si evidenzia la lotta alla repressione dei sentimenti tipicamente vittoriana ma con uno  happy end.
Si sostiene che il valore del romanzo breve sia  nella capacità dell’autore di catturare tutte le gradazioni, di idee e linguaggio, necessarie alla costruzione del plot   meccanismo narrativo da utilizzare nella stesura di una sceneggiatura cinematografica e anche alla esplorazione psicologica del personaggio femminile principale (se ne farà infatti un film, ma questa è un'altra storia). 

Forster la chiama Lucy, ma è di lui stesso che scrive, della sua repressione, e della sua speranza di superarla.
Quanto a MODELLO E  RITMO   secondo Forster il modello è quella forma generale sottesa all'impalcatura del romanzo che ci consente di "vederlo"  nel suo insieme.
 Il ritmo,  quell'andamento lento  o turbinoso  impresso alla narrazione, è assimilabile a quanto avviene in musica. Spesso si intuisce che ad un "presto"  succede un "adagio" calmo. Forster ritiene che esso deve emergere dall'interno dell'opera e che difficilmente si ottiene se si pianifica in anticipo il proprio libro: è la sua cadenza segreta proprio come un brano musicale.
Sulla necessità che un racconto sia lo sviluppo di una "storia",  Forster ci ricorda:”«Sì...oh dio, Dio, sì il romanzo racconta una storia. Questo è l'aspetto fondamentale di un romanzo senza di cui non potrebbe esistere.  Essa è elemento consustanziale all'arte del narrare ed ubbidisce a un'istanza primordiale,  ha un effetto narcotico e dilatorio (come sperimentava Sherazade nelle "Mille e una notte"), dunque l'unico strumento letterario che abbia un effetto sui tiranni e i selvaggi».

Per Forster   “la storia è l'unico strumento attraverso cui un significato tocca terra”.



“Era piacevole svegliarsi a Firenze, aprire gli occhi su una camera nuda e luminosa, con il pavimento di piastrelle rosse che parevano pulite e non lo erano, con il soffitto dipinto, dove grifoni rosa e amorini azzurri si svagavano in una foresta di violini e fagotti gialli. Era piacevole anche spalancare le finestre, ferendosi le dita con chiavistelli non familiari, affacciarsi nel sole con le colline, gli alberi e le chiese di marmo di fronte, e sotto, non lontano, l'Arno, che gorgogliava contro il terrapieno della strada” (FORSTER, “Camera con vista”; p. 18).

 Commentare l’ autore inglese protagonista di  "Camera con vista" , E.M. Forster, ricercatore,  collezionista e romanziere tra i  più raffinati  osservatori alla ricerca di stati d’animo e modi espressivi,  è impresa ardua.
Il romanzo ( 1908) ha una travagliata elaborazione: cambi di personaggi,  variazioni dei punti di vista che nella  stesura definitiva evidenzierà una ottima prova tecnico-stilistica con trama scritta con sensibilità e personaggi  tipici dell’inizio dell’Ottocento come   gentildonne di campagna alla ricerca dell’approvazione sociale ( “la caccia al buon matrimonio”). 
 Lucy, la più classica delle protagoniste, vissuta in campagna, sogna la vita di città, cerca  di adeguarsi a quella società non vi riesce e rinuncia. Non sopporta le convenzioni sociali e ce lo mostra a Firenze, apertura del romanzo:  cambia il punto di vista che Lucy ha del mondo e di se stessa. Al suo ritorno in Inghilterra vorrebbe essere la moglie che il promesso sposo Cecil esige (raffinata, colta), ma alla fine sarà se stessa per  George, l’uomo che la ama per quella che è (approvo totalmente questa posizione!!)


TAV. XVIII: F. Fort, La "valigia" postale. Tratto da: Il Postiglione nella storia e nell'arte. COLL: 1.A.42

 L’Italia, la Toscana sono luoghi eletti per ricchi, colti-eleganti-avventurosi giramondo, alla scoperta del pianeta, si fermano lasciando tracce importanti di questo percorso nei loro libri. I protagonisti dei Grand Tour tradizionali/piccoli tour, scrittori H.James, E.Wharton, E.M.Forster. Firenze in particolare luogo eletto da quando qualcuno (1887) raccontò a H.James un episodio della vita di Shelley cui il grande americano si era  ispirato per “Il carteggio Aspern” (scritto a Firenze,Bellosguardo), fino al 1908, l'anno del Nostro romanzo, spiritoso Baedeker di comportamenti e di pregiudizi per turisti ricchi.

martedì 2 aprile 2013

La risata e l’umorismo: una strada facile


Per ridere non serve passare dal dottore. Basta una dose massiccia di umorismo al giorno per vedere la vita da un‘angolazione diversa e senz’altro migliore.
La risata- linkati per saperne di più-, è (scientificamente provato) uno dei farmaci più facili da reperire e più a
buon mercato: allenta la tensione di una giornata ricca di impegni e smorza l’ansia
dovuta a diversi fattori, meglio di un ansiolitico.
SPIKE GIOIOSO
E’ la spinta a cercare sempre un altro modo per vedere la realtà.
«La risata –scriveva il filosofo inglese 
Thomas Hobbes nel 1650- è uno scoppio di gioia per l’improvvisa scoperta del nostro vantaggio nei confronti di un difetto altrui..."

mercoledì 20 marzo 2013

FESTA DI SAN GIUSEPPE AL TRIONFALE, QUARTIERE DI ROMA.


C'era una volta una "speciale" festa del papà, San Giuseppe:Bignè, frasche per il falegname “frittellaro”
     
Ci si preparava da una settimana almeno per partecipare alla festa vicino casa, al Trionfale, nel Quartiere dove andavo a scuola e quel giorno, il 19 Marzo, era festa da scuola e con il vestito a carattere primaverile, tutti pronti per i  festeggiamenti, con la sagra e la  processione, per la ricorrenza che ha avuto da sempre radici popolari a Roma, in particolare, una notevole importanza, essendo San Giuseppe assai  venerato dal popolo, sia per la fama di "uomo giusto", COME SI LEGGE NEI Vangeli, che per l'umiltà del mestiere di falegname, che lo avvicinava alla povera gente. 



LE BANCARELLE
 Particolari celebrazioni si svolgevano soprattutto nella chiesa intitolata a San Giuseppe dei Falegnami al Foro, sede della "Università fabrorum lignariorum”, che l'aveva costruita a sue spese.