giovedì 17 gennaio 2013

"Il profumo del pane alla lavanda", una storia d’esordio




"Il Profumo del Pane alla Lavanda" di Sarah Addison Allen: l’incantesimo del giardino




UNA GIUSTA COMPAGNIA UNA BUONA MUSICA L'AROMA AGRO DOLCE DI UN BUON TABACCO...UN BEL LIBRO DA COMMENTARE





Fra profumi, colori, sapori e luci, Sarah Addison Allen ci racconta la magia di una cittadina del Sud ( Bascom   North Carolina) , l’affetto e la complicità fra due sorelle, che non erano mai state così vicine e invece si riscoprono  di nuovo più simili di quanto credessero; ci tratteggia personaggi reali  all’interno di una favola, dove tutto ruota intorno ad un melo del giardino, che come un oracolo rivela l’evento più importante della vita di chi mangia  i suoi frutti, e che, proprio come un membro pur se  invadente - della famiglia Waverley-, risolve con la sua magia ogni problema e pone il lieto fine di questa storia che oltrepassa i confini della fantasia. 








"Perché le sotterri?"



"Perché nessuno possa mangiarle."



"Perché non vuoi che le mangino?"

Claire esitò. "Perché se mangi una mela di quell'albero, vedrai quale sarà l'evento più importante della tua vita. Se si tratta di un evento buono, di colpo saprai che qualsiasi altra cosa farai non ti renderà altrettanto felice. E se è cattivo, dovrai vivere il resto della vita con la consapevolezza che ti accadrà qualcosa di brutto. Nessuno dovrebbe sapere certe cose."





Una storia semplice raccontata con  stile molto semplice, come deve essere una fiaba. Il libro  evoca odori, immagini ricche di luce e di pietanze che verrebbe voglia di assaggiare,  forse anche per testarne la magia ed  il tutto condito con tanto romanticismo

Il profumo del pane alla lavanda, è una storia d’esordio, non scritta come un romanzo di magia. Sarebbe dovuta essere una semplice storia che trattava di due sorelle che si ricongiungono dopo molti anni. Ma poi l’albero ha cominciato a "scagliare le sue mele", e la storia ha preso vita per proprio conto… e la vitadell'autrice da allora non è più stata la stessa.



La famiglia Waverley, con il suo giardino che sembra incantato ed il suo melo magico




"Generazioni di Waverley avevano coltivato il giardino. In quella terra c'era la loro storia, ma anche il loro futuro. Qualcosa stava per accadere, qualcosa che il giardino non era ancora pronto a rivelarle. Avrebbe dovuto stare all'erta".





Le donne Waverley sono sempre state conosciute a Bascom per i fiori del loro giardino, cresciuti intorno a quel melo e le prelibatezze della loro cucina: in ogni generazione c’è una donna che mantiene la tradizione con marmellate di lillà, menta e petali di rosa; aceti di nasturzi e fiori di erba cipollina, ma soprattutto il vino al geranio rosa, che si dice faccia ritrovare a chi lo beve la felicità e ricordare i bei tempi andati. 


 "Tutti, da quelle parti, sapevano che le pietanze preparate con i fiori che crescevano intorno al melo del giardino delle Waverley avevano effetti curiosi su chi le consumava. I biscotti con la marmellata di lillà, i dolci al tè di lavanda e le torte al tè con la maionese di nasturzio che le Dame di Carità ordinavano per le riunioni mensili davano loro il dono di mantenere i segreti. I boccioli di dente di leone fritti su riso con petali di calendola, i fiori di zucca ripieni, la zuppa di bacche di rosa assicuravano che gli amici notassero solo la bellezza della tua casa e nessun difetto. Il burro al miele di agastache spalmato sui toast, le caramelle di angelica e le tortine ricoperte di viole del pensiero cristallizzate rendevano i bambini giudiziosi. Il vino di caprifoglio servito il Quattro Luglio regalava l'abilità di vedere al buio. Il sapore balsamico della salsa preparata con bulbi di giacinto donava malinconia e faceva ripensare al passato, le insalate di cicoria e menta davano la certezza che qualcosa di buono sarebbe accaduto, che poi accadesse oppure no".





IL GIARDINO INCANTATO





EDIZIONE IN INGLESE


ABSTRACT 

 

Claire Waverley, 34 anni, è la depositaria delle tradizioni di famiglia, abita sola a Bascom da 10 anni, nella grande casa dal giardino fatato: ha trasformato le conoscenze di famiglia,  ha apportato anche il suo contributo, in un’attività di catering di successo. L’unico altro membro della famiglia Waverley rimasto in città,  Evanelle Franklin,una cugina di secondo, terzo o quattordicesimo grado”,   eccentrica vedova di settantanove anni, sempre in giro per la città ad ammirare gli studenti che fanno jogging e a regalare oggetti stravaganti che  non sa come e quando  ma prima o poi quegli oggetti torneranno utili a coloro ai quali sono stati donati. La tranquillità, la routine sicura della vita di Claire è  messa in pericolo quando conosce il suo nuovo vicino di casa Tyler Hughes, e quando all’ improvviso  la sorella Sydney, dopo dieci anni di lontananza, si ripresenta a casa con la figlia Bay di cinque anni.

Sydney, dopo dieci anni vissuti   fra un compagno balordo e l’altro, furti e lavori occasionali, torna a casa per dare a sua figlia la stabilità di cui necessità: suo padre David è un uomo  violento e possessivo, ed ha già sventato un tentativo di fuga di Sydney. Claire però non vorrebbe lasciar entrare nella sua vita nessuna novità:

"Il giardino le voleva dire che qualcosa stava cercando di intrufolarsi, qualcosa dall'aspetto innocuo, ma che presto, se gliene fosse stata data l'opportunità, avrebbe invaso tutto. (...) Il cuore di Claire cominciò a battere furioso. Non le serviva niente oltre a ciò che già aveva. Nell'attimo in cui avesse lasciato entrare qualcun altro nella sua vita, ne sarebbe stata ferita".


IL GIARDINO...ANIMATO
 


Le due sorelle cominciano così una convivenza forzata: Claire non è mai stata affezionata a Sydney, invidiosa forse di un’appartenenza a Bascom che lei ha dovuto conquistare. Lorelei Waverley, la madre, è tornata infatti in città solo per far nascere Sydney, quando Claire aveva sei anni, abbandonando poi le due figlie alla  nonna. 
In sostanza Claire e Sydney hanno vissuto in modo diverso l’abbandono della propria madre, pur soffrendone entrambe.
Claire ha cercato di mettere radici nella casa e nella città della nonna, ritagliandosi il suo posto di famiglia Waverley. Sydney invece, che all’abbandono della madre era una bambina di sei anni, non ha sopportato di essere considerata da tutti ed  in particolare dal ragazzo che ama, una delle strane della famiglia  Weaverley, e così ha deciso di fare la stessa strada della madre e fuggire al compimento  i diciotto anni. 
Ma Sydney si è riproposta di essere una madre migliore per i propri figli, e sembra che ci riesca davvero con Bay.



La sofferenza per l’abbandono della madre prima, di Sydney poi e per la morte della nonna lo stesso anno della fuga della sorella, hanno spinto ad aòzare un muro fra se stessa e gli altri: il timore di essere abbandonata un’altra volta la terrorizza. Così rifiuta qualsiasi rapporto affettivo che possa causarle ancora l’angoscia dell’abbandono. Anche Bay si rivela essere una vera Waverley: anche per sfuggire a questo destino  Sydney non avrebbe mai voluto ritornare a Bascom, ma non aveva altra scelta:

"Non riesco a togliermi dalla testa che tutto è effimero, e ho paura della transitorietà. Ho paura che le persone mi abbandonino." (...) Non poteva concedersi quel piacere, perché altrimenti, quando fosse finita, avrebbe trascorso il resto della vita sentendone la mancanza. Ne avrebbe sofferto. (...) Sydney aveva barattato la sicurezza della piccola con la possibilità di essere considerata normale.

La piccola ha in sé un pizzico di magia Waverley: sa istintivamente qual è il posto giusto per ogni cosa. 




E sicuramente Bay sa che il suo posto è lì, nella casa con il melo magico.






mele


Le impressioni

 Fatelo e un pochino di magia potrebbe penetrarvi  nel cuore e non uscirvi più! 
E’ quello che è capitato a me da quando ho iniziato a leggere "Il profumo del pane alla lavanda": qualcosa di magico, le prodigiose proprietà dei fiori e dei frutti, gli aromi, i ricordi, i sorrisi ( della mia infanzia trascorsa in campagna con quei profumi, quegli aromi)  mi hanno tenuto per mano durante la lettura dei primi capitoli di questo libro fatato.
A me piacciono anche  le storie che parlano di cucine e ricette, di vite e intrecci che si svolgono attorno ad un focolare domestico. E mi affascina quando queste storie hanno risvolti magici e misteriosi: e se questa è la tendenza attuale di un certo tipo di scrittura, non è da tutti avere il dono di riuscire a dare ad una storia un  sapore ‘particolare’ non banale, come non è facile riuscire a tenere il lettore attento alla lettura del  libro dall’inizio alla fine.
Sarah Addison Allen l'autrice vi è  riuscita, con la storia della famiglia Waverley: e da quando ho aperto la prima pagina del libro sono diventata parte del racconto, affascinata dalla sapiente dote di Claire, coinvolta dalla vivacità di Sidney, incantata dalla vecchia cugina Evanelle, intenerita dalla piccola Bay.
Una storia dolce e delicata, che fa entrare in punta di piedi, nella vita di chi legge, un mare di profumi e tantissimi ricordi…


L'INCANTESIMO











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