PERCHE' QUESTA SETTIMANA LA RUBRICA CONSIGLIA LA LETTURA DE Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bac?
Perché parla della voglia di lottare, di ottenere ciò in cui si
crede, e che spesso invece, per paura di fallire o di essere
giudicati, non tentiamo neppure di intraprendere. Al di là del
testo, il messaggio che può sembrare in un primo momento fin troppo semplice e
forse elementare, è quello di vivere come il gabbiano che scopre
la bellezza di librarsi nel cielo, a differenza dei suoi compagni, ai
quali interessa solo poter volare per procurarsi il cibo, e qui si nasconde il
significato profondo della vita: la ricerca della libertà. Quella
libertà alla quale tante persone ambiscono, quella libertà per la
quale tanti individui sono costretti a lottare, ma soprattutto quella
libertà che ti rende unico.
NELLA PRESENTAZIONE L'AUTORE SCRIVE QUESTA DEDICA
"Al vero Gabbiano Jonathan che vive nel profondo di noi tutti"
infatti Jonathan
non è un ribelle: è solo un giovane gabbiano che compie ciò che
"sente" di dover fare, seguendo il suo istinto, la sua
mente, il suo cuore, anche se spesso questo comporta a dover fare
scelte sofferte, che comunque dimostrano il coraggio delle proprie
azioni.
La
vera storia del gabbiano-pilota Jonathan Livingston
Al
gabbiano Jonathan Livingston è dedicato il monumento posto
all’estremità del primo braccio del Molo Sud di San Benedetto delTronto, realizzato nel 1986 dall’artista Mario Lupo. L’opera,
un enorme cerchio di bronzo (8 metri di diametro) aperto
sull’orizzonte, è un omaggio all’operosità instancabile della
gente di mare, da sempre tesa al sacrificio e al superamento dei
propri limiti.
Un gruppetto di gabbiani in basso ed uno, uno solo, ad
ali spiegate sul punto più alto della circonferenza: “egli
imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto
pagare. Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere
così breve la vita di un gabbiano”, si legge quasi alla fine de “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach. Jonathan è il reietto dello Stormo
Buonappetito, rimproverato da genitori e compagni di non essere
d’aiuto nella ricerca del cibo.
Se
per gli altri infatti la possibilità di volare è un mezzo per
procacciare prede, per il protagonista lo sbattere d’ali è il fine
stesso, è la passione, è l’acrobazia, è velocità del corpo che
tenta di eguagliare quella del pensiero.
Abbandonato il suo stormo, Jonathan continua a perfezionare da solo l’arte del planare. Altri lo seguono affascinati dalla ricerca del volo perfetto. E di volo in volo Jonathan approda ad un livello superiore di conoscenza, prima al “Paradiso deiGabbiani”, poi fino alla dissolvenza finale, nella quale lascia il posto al gabbiano Fletcher Lynd, ormai maturo per portare avanti la sua missione. Anche chi soffre di vertigini ha volato con lui in questa favola dai mille possibili messaggi che ha incantato generazioni di grandi e bambini.
Abbandonato il suo stormo, Jonathan continua a perfezionare da solo l’arte del planare. Altri lo seguono affascinati dalla ricerca del volo perfetto. E di volo in volo Jonathan approda ad un livello superiore di conoscenza, prima al “Paradiso deiGabbiani”, poi fino alla dissolvenza finale, nella quale lascia il posto al gabbiano Fletcher Lynd, ormai maturo per portare avanti la sua missione. Anche chi soffre di vertigini ha volato con lui in questa favola dai mille possibili messaggi che ha incantato generazioni di grandi e bambini.
L'AUTORE
Ma quali sono state le dichiarazioni dell’autore dopo
l’inaspettato boom di vendite del romanzo? Bach affermò che "l’idea
del gabbiano fu ispirata dalla storia di un pilota acrobatico
statunitense di nome John Livingston". Un nome oggi sconosciuto ai
più, perso nella moltitudine di aviatori militari di quegli anni,
Johnny era un gabbiano solitario e pacifico che si allontanava dagli
stormi bellici delle due guerre mondiali.
L'autore fu pilota riservista per l'U.S. Air Force, scrittore di manuali tecnici per la Douglas Aircraft Company ed anche pilota acrobatico, prima di dedicarsi alla narrativa. La sua passione per l'aviazione marcherà, in modo più o meno evidente, gran parte delle sua produzione letteraria, dalle prime opere dove è citata direttamente a quelle più recenti dove il volo diventa una complessa metafora della vita.Egli ha avuto sei figli dalla sua prima moglie, Bette, da cui ha divorziato nel 1970. Suo figlio Jonathan, giornalista, ha scritto un libro in cui analizza il controverso rapporto con il padre: A Reunion of Father and Son (1993).
Dopo anni di collaborazione con varie riviste inglesi - periodici specializzati in aviazione, come lo statunitense "Flying" - raggiunge la popolarità con il suo primo romanzo, Il gabbiano Jonathan Livingston, pubblicato negli Stati Uniti nel 1970 e successivamente tradotto in decine di lingue.
L'opera, corredata nell'edizione originale dalle fotografie di Russel Munson, è essenzialmente una fiaba a contenuto morale in cui la storia di un gabbiano è la metafora dell'uomo, che persegue per tutta la vita un ideale di perfezione che lo porterà dapprima all'isolamento e poi allo studio e al sacrificio, fino ad apprendere il segreto della bontà e dell'amore cercando di insegnare ai propri simili.
L'opera, corredata nell'edizione originale dalle fotografie di Russel Munson, è essenzialmente una fiaba a contenuto morale in cui la storia di un gabbiano è la metafora dell'uomo, che persegue per tutta la vita un ideale di perfezione che lo porterà dapprima all'isolamento e poi allo studio e al sacrificio, fino ad apprendere il segreto della bontà e dell'amore cercando di insegnare ai propri simili.
IL PILOTA ISPIRATORE
Nato il 30 novembre del
1897 a Cedar Falls (Iowa), John “Johnny” Livingston si appassiona
sin da giovanissimo ai motori ed arriva a “bucare il cielo” nel
1920, anno in cui comincia a lavorare con la Iowa AirplaneCompany. Nel 1928 vince la Transcontinental Air Derby, “gara
d’aria” con partenza da New York e arrivo a Los Angeles. Due anni
dopo acquista il velivolo Monocoupe 110 da utilizzare in gara. Ma le
ambizioni del pilota precorrevano i tempi e rincorrevano i rischi e
l’imprevedibilità della tecnologia. All’aereo Livingston modificò MOLTE PARTI prima di
mandarlo in fabbrica per far accorciare l’ala da 11 ad 8 metri. Con
quel “pericolosissimo” Monocoupe Special, Johnny vinse 41
competizioni su 65.
All’alba degli anni trenta Johnny era diventato " quello da battere". Dal 1926 al 1933 annotò in un diario i suoi guadagni lordi, che ammontavano all’incirca a 53.500 dollari. Considerata la somma, e soprattutto inserendola nel momento della Grande Depressione americana, il pilota americano segnò la storia dell’aviazione mondiale, oltre a quella, ben più importante, dell’umanità, fatta di continui limiti e relativi superamenti, anche quando tutto sembra già fatto e scritto. Nel 1935 Livingston aveva all’attivo più vittorie di qualsiasi altro pilota d’aerei al mondo.
All’alba degli anni trenta Johnny era diventato " quello da battere". Dal 1926 al 1933 annotò in un diario i suoi guadagni lordi, che ammontavano all’incirca a 53.500 dollari. Considerata la somma, e soprattutto inserendola nel momento della Grande Depressione americana, il pilota americano segnò la storia dell’aviazione mondiale, oltre a quella, ben più importante, dell’umanità, fatta di continui limiti e relativi superamenti, anche quando tutto sembra già fatto e scritto. Nel 1935 Livingston aveva all’attivo più vittorie di qualsiasi altro pilota d’aerei al mondo.
Dal
necrologio uscito sul New York Times il 3 luglio del 1974:
John
H. Livingston, l’uomo che ha ispirato il best-seller “Il gabbiano
Jonathan Livingston”, è morto domenica al Pompano Beach Airport
(Florida) subito dopo aver completato il suo ultimo viaggio in
aereo.
Fu Richard Bach a dire che il suo romanzo era stato ispirato dal signor Livingston.
Fu Richard Bach a dire che il suo romanzo era stato ispirato dal signor Livingston.
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